E' il 2001 di Noé secondo Cioran. E' l'impero dell'anima della mente di Noé previa indigestione di PCP. E' Joyce preso di petto da Noé. E' Irreversible immerso nella bacinella della metafisica, messo in abisso. E' una messa per l'Abisso che siamo. E' un mandala. E' una sinusoide. E' un palindromo perfetto. E' un logaritmo impazzito. E' una tragedia dal futuro. E' pura amniosi filmica. E' uno di quei rari casi in cui è il film a guardare te, e non viceversa. E' zen. E', in tutti i sensi, un faccia a faccia con l'egemonia del vuoto. E' la boria resa maestade. E' a vostro rischio e pericolo. E' una porcheria. E' immenso. E' inafferrabile. E' ineffabile. E' cinema? Non lo so ancora Fate il vostro gioco: enter.
Su e giù per le Shibuya-hills vortica l'anima d'Oscar, fresco-scrooge che visita il trauma-bimbo che fu. Equazioni di psico-banalità come neanche su Cioè lo portano ad esser slave per una domina-sister. Eterei piani sequenza che affrangono al terzo: siamo al trainspotting ma diretto da google earth. Smack (his) bitch up gonfiato all'inverosimile. Non aprite quel vorticello. Titoli di testa flippati rubati all'episodio "30 minutes over Tokyo" dei Simpson. Cine-lisergia? Consolle-movie? Poco importa, se solo avesse un'anima al posto d'un carrello-aereo-digitale. Un'altra vaccata per l'arca di Noé.
Con la finale penetrazione ed eiaculazione (in CG!!), mi stava per scappare un sonoro vaffa. Noé mette su una fanfaronata technoescrementizia della peggior specie, che se da un lato funziona nella prima ora a livello viscerale grazie a una tecnica sopraffina (citando Una donna nel lago), riesce a rovinare tutto con un continuo di scene inutili di sesso piuttosto schifoso e personaggi a malapena abbozzati. Peccato perché come mediometraggio sarebbe stata un'opera davvero apprezzabile, anche se imperfetta; così è una lungaggine infame e vuota.
MEMORABILE: Il patto di sangue tra fratello e sorella.
Eccessivo, struggente, asfissiante, irritante, presuntuoso... senza dubbio un’esperienza sensoriale-visiva incredibile, stucchevole ma accattivante. Un esercizio stilistico - con commento sonoro ipnotico, ora cacofonico, ora aggraziato sulle note rivisitate dell’Aria sulla quarta corda di Bach - che è Vuoto pneumatico o pura calamita per i sensi; uno scrooge e un’indagine intimista lunga due ore e quaranta composta da piani sequenza e riflessioni su vita, morte, vita dopo la morte grossolane e incompiute. Straordinari i flashback dell'infanzia.
MEMORABILE: Le sequenze con i protagonisti bambini.
Irreversible è stata la prova generale, Enter the void il punto di non ritorno: si può dirne tutto il male del mondo, ma l'opera di Noè mi ha trascinato dentro lo schermo, in un trip psichedelico in cui le comuni regole del cinema non hanno nessun senso. Un film che va assorbito con i sensi più che con il cervello, un delirio di onnipotenza da parte di un regista che deve andare oltre a prescindere e per questo gli vogliamo bene. Da vedere da soli, al buio, su un 50" e con l'audio al max.
Americano fumato a Tokyo per sbarcare il lunario si improvvisa spacciatore, facendosi stupidamente impallinare dalla polizia, per cui il suo spirito volteggia per aria, più che altro ronzando attorno alla sorella bonazza. Svolazzi psichedelici inframmentati da flashback lacrimogeni sull'infanzia infelice di lui e lei, nonché confuse teorie sulla morte e l'aldilà. Quest'opera sarà anche una esperienza visual/acustica extrasensoriale, ma al confronto Stalker appare un adrenalitico film d'azione. Così palloso da risultare indimenticabile.
Immaginatevi il pulviscolo spazio-temporale di 2001 protratto in un trip acid-pop misticheggiante. Un'esperienza sensoriale tracotante, aggressiva, appariscente, compiaciuta, bizzarra. Il sostantivo "esperienza" non è casuale: inglobare la sperimentazione tout court nei ranghi del cinema potrebbe risultare inadeguato. Gaspar Noé si prodiga nello strutturare un ottovolante pregno di pulsioni dolorose che al momento di tirare le cuoia si rivela un loop sconclusinato, ma affascinante. Un dettaglio in confronto alla vera opera d'arte: Paz de la Huerta. ***
La cervellotica scelta di farlo durare due ore e mezza è quella che fa naufragare un film già pretenzioso e con pochi contenuti ma che qualcosa a livello di suggestioni e immagini poteva dare. Anche perché come impegno e capacità Noè non è proprio l'ultimo del gruppo. E invece Enter the void si fa presto ripetitivo, pure nei flashback e costringe lo spettatore (che può) a guardare/leggersi qualcos'altro: Enter the meteo.
E’ il classico film che o si ama o si odia. Nel primo caso lo si può considerare geniale, raffinato, autoriale e via dicendo; nel secondo caso lo si troverà, come io credo, spocchioso, inutile ed il suo formalismo assolutamente vuoto e fine a se stesso. Irragionevolmente lungo: qualche “bella” immagine (si fa per dire) non può giustificare il nulla con il nulla intorno. Se non “entrate” nel film, difficilmente arriverete al traguardo senza essere stremati. Noè si crede un genio e lo fa pagare a carissimo prezzo allo spettatore. Prendere o lasciare.
Che il film piaccia o meno Enter the void rappresenta un'esperienza unica. Affermo questo perché non sono ancora convinto del fatto che il film mi sia realmente piaciuto; ma quello che non posso negare è di aver assistito a qualcosa di straniante, di speciale. Credo che valga la pena vederlo e forse anche rivederlo per riuscire a decifrarlo meglio. Mi tengo sui tre pallini ma con il tempo il giudizio credo possa variare. Unico.
Esperienza extracorporea ottundente per questo meta-Ghost caleidoscopicamente immerso in un trip amniotico di percettività alterate e fosforescenti ghirigogoli ottici. Tra carruggi edochiani abbagliati dal lerciume di asfittiche luci al neon, la regia funambolesca di Noè abbatte le barriere dello spaziotempo trafiggendo la materia come un fascio di raggi gamma, in un susseguirsi di vissuto e lampi di memoria claustrofobicamente estranianti. Col trascorrere dei minuti però lo scandagliamento autoptico finisce per inaridirsi su uno sterile deserto di autocompiacimento e ripetitività estenuanti.
MEMORABILE: Lo scioccante incidente d'auto a ritroso nell'infanzia; il coito virtuale incestuosamente esperito attraverso il corpo dell'amante della sorella...
Ispirato dal "Libro tibetano dei morti", Noé dà la sua visione della vita dopo la morte e della reincarnazione, senza rinunciare al suo classico tema della famiglia (torna anche il fantasma dell'incesto). Ma la carica eversiva e nichilista del regista sembra scomparire sempre più dietro ambizioni metafisiche smisurate, asservite a una tecnica visivamente accattivante ma al tempo stesso stucchevole, specialmente in certe trovate di CGI. La De la Huerta ammalia e qualcosa il film lascia, come tutti quelli di Noé, ma 160 minuti sono una follia.
Un'inaccettabile perdita di tempo. Noé crede di aver capito il mondo, la vita e la morte e decide di farci un pippone per spiegare le sue teorie (in ritardo di almeno 50 anni per essere quantomeno interessante). La parte peggiore di tutto questo è che si comporta come chi crede di avere qualcosa di forte da raccontare ma vaneggia per due ore intorno ai soliti quattro concetti striminziti. Da ricordare solo per le luci al neon e il finale trash in computer grafica.
Il cinema di Noé non è mai stato per tutti i palati e quest'opera non semplice lo rappresenta forse al massimo, concentrando in sé il meglio del nostro dal punto di vista tecnico e di sceneggiatura e riuscendo a mostrare un viaggio completamente psichedelico e trascendentale come solo pochi altri registi sanno fare. Le musiche, i colori, la fotografia, le scene più violente e sessuali sono il frutto di un immaginazione che non ha bisogno di spiegazioni razionali; occorre lasciarsi trasportare e vivere un'esperienza con tutti i sensi del corpo. Grande cinema che non verrà dimenticato.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Mickes2 ebbe a dire: si, l'ho rivisto in condizioni migliori (sia psico-fisiche che prettamente visive in termini audio-video) e va dato "merito al merito"
si, molto -anzi tutto, in tal caso- determina il mezzo: è un film che andrebbe esperito al massimo delle possibilità audiovisive. perché è un film da cui farsi vedere, prima ancora che da vedere. va da sé che vederlo da un monitor pc o da una vecchia tv di 26 pollici e magari con audio contenuto incide non poco sulla trance che ingenera e sull'aspetto sensoriale. vale un po' lo stesso per love.
DiscussioneDaniela • 29/11/15 17:04 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Schramm ebbe a dire: perché è un film da cui farsi vedere, prima ancora che da vedere
... c'era da immaginarselo, per giorni e giorni sottoposta a tutte quelle visioni, alla fine anche la mente più salda avrebbe vacillato...
Ora bisogna organizzare una missione - nome in codice "Salvate il soldato Schramm" - prelevarlo e sottoporlo ad una cura Ludovico a base di documentari sulla pesca dell'anguilla nelle valli di Comacchio e simili pellicole disintossicanti... ;oP
non vi conviene, poi ti voglio vedere a leggere commenti che censiscono con un'expertise ittiologica un mad max fury o the chaser...
DiscussioneDaniela • 29/11/15 19:43 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Schramm ebbe a dire: non vi conviene...
santa polenta, di fronte ad una tale prospettiva getto la spugna e ti abbandono al tuo destino, sperando che i film si limitino a guardarti senza passare ad avances più pressanti ed audaci :oP
sarebbe bellissimo se ciò accadesse alla lettera. ma finora ci si ferma qua, e non mi sembra poco. è qualcosa che posso dire di pochissimi altri film.
DiscussioneDaniela • 30/11/15 12:59 Gran Burattinaio - 5928 interventi
Schramm ebbe a dire: è qualcosa che posso dire di pochissimi altri film.
in un certo senso, anche su di me questo film ha avuto un notevole impatto, proprio a livello fisico: stava per farmi venire l'orchite, non c'è riuscito per ovvie ragioni anatomiche, ma c'è andato assai vicino ;oP
Ci riuscirà forse Love? Tieni presente che se lo guarderò sarà solo tua la responsabilità...
Daniela ebbe a dire: Schramm ebbe a dire: è qualcosa che posso dire di pochissimi altri film.
in un certo senso, anche su di me questo film ha avuto un notevole impatto, proprio a livello fisico: stava per farmi venire l'orchite, non c'è riuscito per ovvie ragioni anatomiche, ma c'è andato assai vicino ;oP
Ci riuscirà forse Love? Tieni presente che se lo guarderò sarà solo tua la responsabilità...
è comunque un film-limite, che eccede il mezzo, la narrazione. nel bene o nel male, che sia estasi o orchite, è un cinema sensoriale e corticale prima ancora che drammaturgico. come può esserlo inland empire per lynch. prova a rivederlo, ammesso possa capitarti, in una sala: un amico l'ha disprezzato ferocemente alla prima visione. l'ha rivisto al cinema, con adeguate mega-proporzioni dello schermo e tanto d'audio che j'ha fatto la mascagna, e sebbene doppiato come sempre da impiccarsi, ha del tutto rovesciato opinione.