Discussioni su Cimitero vivente 2 - Film (1992)

DISCUSSIONE GENERALE

2 post
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  • Buiomega71 • 28/06/21 09:54
    Consigliere - 26147 interventi
    Dare a Mary ciò che è di Mary.

    La Lambert perde la qualità narrativa del primo (e inarrivabile) capitolo e rimane orfana del suo ingombrante mentore (il sior Stephen King), che rimane fuori (giustamente) dall'operazione. Perso l'appoggio kinghiano non può fare altro che buttare questo sequel sul grottesco e sul barocco con punte deliranti.

    Le esce un horror grondante crudeltà (sopratutto sugli animali), dove non vengono risparmiati gattini e coniglietti maciullati o scuoiati, tassidermie su carlini, cani sparati o sezionati, eppoi ragazzini con la faccia tritata dalla ruota posteriore della proprio moto (la sciarpetta che si incastra tra i raggi della ruota viene da Compleanno di sangue), terribili incidenti stradali dove periscono madre e figlio, cinici e cattivissimi atti di bullismo (al cimitero degli animali con la bambola gonfiabile spacciata per la madre defunta nella notte di Halloween), stupri zombesco/coniugali, animal attack (il letale morso dritto alla carotide), incubi dettati dall'elaborazione del lutto o dai barlumi eroticheggianti (la mamma/moglie/lupo mannaro alla Ululato), trapani all'opera che affondano nella carne viva e nelle ferite aperte, una stanza mattatoio che sembra uscita da un sequel di Non aprite quella porta, cervella che saltano, e un finale fiammeggiante e goticheggiante con facce che si sciolgono che sta tra La maschera di cera e La morte ti fa bella

    La Lambert accentua il suo gusto per il macabro e il necroforo, scivola nella baracconata e nel gran guignol rancido  (nella straordinaria, e a volte terrifica, figura di Clancy Brown, sceriffo zombi cafonissimo e sanguinario, che da il meglio di se nella sequenza della cena dove fa schifosamente rigirare il cibo nella bocca e lo sputa), riesce a regalare almeno due momenti di gran bellezza visiva (Brown simil Caronte che traghetta Furlong nell' aldila del cimitero dei Micmac sotto una pallida luna, indicandole la tomba della madre, la stanza /soffitta preparata da Furlong per la madre ritornante-che dona al film barlumi da fiaba nerissima-, con manichini e vestiti eleganti, specchi, trucchi e baldacchini e la curiosità della giovane governante che pagherà a caro prezzo con un eye violence dai sapori fulciani) e la suggestione desolante, tenebrosa e apocalittica del cimitero degli animali (compreso il cimitero indiano, dopo il cartello keep out) è resa meglio che nemmeno nel primo capitolo, con Russel Carpenter che immerge il tutto in una coltre spettrale e plumbea che mette davvero i brividi.

    Non tutto brilla però, e alla Lambert vengono meno alcuni momenti (l'imbarazzante incipit sul set del film horror, la scarica elettrica al ralenti, il bulletto con la faccia da Sean Penn trasformato in zombi che pare uscito da Giovani diavoli, il bruttissimo happy end con l'inspiegabile ri-presentazione dei personaggi e il loro faccione che appare in sovraimpressione sulle foreste del Maine viste dall'alto, che manco Animal House) e le solite difficoltà adolescenziali di inserirsi nella nuova comunità e gli atti di bullismo che fanno tanto Karate kid.

    Ma, nel suo insieme, questo sequel "profano" (vengono nominati i Creed e si passa fuori dalla loro casa ormai abbandonata, il gatto Church, la figlia più piccola scampata al massacro) non è poi così terribile come lo si taccia di essere, che dalla sua non lesina ferocia e un'atmosfera sordida, con personaggi quasi paralynchiani (il dottore in pensione che si dedica all'hobby di Norman Bates, lo stesso Brown, sceriffo non proprio con le rotelle a posto e potenzialmente pericoloso anche da vivo) e stoccate nel gore non proprio per educande (squarci, facce ridotte ad un hamburger, ferite grosse come crateri, gigulari sventrare, occhi perforati da schegge di vetro).

    Goduriosi gli SFX di sua maestà Steve Johnson (mamme canidi antropomorfe, animali in animatronics fatti a pezzi, volti che si liquefano, teste che espodono) e bellissima la chiusa volante sul cimitero dei Micmac.

    Forse il miglior film della Lambert (da lei stessa molto amato, anche se il concept originario riguardava tutt'altro ma giudicato troppo "d'autore" per la Paramount), prima dell'insanabile oblio e della perdita del suo talento per strada.

    Morti è bello!


    Ultima modifica: 28/06/21 14:46 da Buiomega71
  • Raremirko • 28/06/21 21:11
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Quoto molto di ciò che hai scritto; molto evocativa la sequenza finale.