Buiomega71 • 18/01/19 10:42
Consigliere - 26030 interventi FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati
Il cinema febbrile zulawskiano nella sua quintessenza del delirio
Tornando sui passi dannati di
Diabel, in una russia immersa nel fango e nello sterco, con corpi impiccati e una popolazione fatta di derelitti in deliquio (e nella confusione popolana di straccioni, spicca una bellissima ragazza tarantolata che assomiglia alla Adjiani) , maestose scenografie e fiammeggianti costumi che nemmeno nel
Dracula coppoliano
Il pazzo polacco fa sua la famosa opera lirica, si prende libertà anarchiche nella (non) facile narrazione, come gli anacronismi disseminati quà e là (la troupe cinematografica che entra in campo-ma chi ben conosce e ama l'opus zulawskiano può solo gioirne-, i riflettori, le lampade, il teatro che apre e chiude il film, i soldati russi della seconda guerra mondiale con fucili in spalla e cani al guinzaglio, la paperella nella vasca di latte di Marina-Mel Brooks? Mi perdoni il grande maestro polacco-), mostra villaggi fiabeschi che sembrano usciti da Tolkien, non rinuncia alla sua vena feroce e provocatoria (bambini sgozzati come maiali, giunoniche donnone che allattano uomini al seno, baccanali con donnine nude che corrono in cerchio, vecchi eremiti dagli occhi sanguinanti, pellegrini/giullari con gli occhi spenti e dall'espressione spiritata, che si aggirano in una piazza cenciosa e fangosa prossima all'apocalisse, in tumulti di ribellione e di caos) e non mancano le sue femme publique immerse nella follia di amori balordi (la Marina della Forest, che gioca, nudissima e vogliosa, con Riegel/Dimitri nel talamo della sua stanza, per poi prendersi un bagno di latte, sempre nudissima, brandendo spiritata una spada, scatenarsi in un balletto di corte, per poi tornare nel letto, in fremiti lussuriosi con piedi che si cercano e corpi che si avvinghiano), donne inquiete, intrise di follia, che urlano e si disperano.
Zulawski stravolge le convenzioni, stupra l'opera lirica immerge il tutto in un'atmosfera fiabesca corrotta dalla sua iconoclastia.
Ma mi piange il cuore dare **! a un'opera di uno dei miei autori più visceralmente amati
Perchè se da un lato l'autore di
Possession dispensa meraviglie e schegge impazzite del suo miglior cinema irrefrenabile, dall'altro c'è la lirica (che personalmente non ho mai sopportato) che diventa il centro focale dell'opera, risultando di difficilissima fruizione e, a volte, di non facile sopportazione
Il film è TUTTO cantato in lirica (per di più in russo), con momenti che, spesso, diventanto pesantissimi e insopportabili come un macigno (più o meno come fece de Oliveira con
I cannibali o Losey con
Don Giovanni) e mettono a dura prova la visione.
Quindi mi sono trovato ad un bivio: il cinema (spesso puro) travolgente zulawskiano, contrapposto alla insostenibile "leggerezza" della lirica
Alla fine, in teoria, un "musical", anche se non proprio tradizionale e fuori da ogni schema prestabilito (d'altronde Zulawski se ne infischia di etichette e catalogazioni varie) che si muove tra acuti baritonali difficili da digerire a squarci della più pura poetica infuocata zulawskiana
Se fosse stato dialogato, saremmo di fronte all'ennesimo furore allucinato e esagitato di un regista immenso che qui, come non mai, si abbandona a visioni surreali e piretiche, marchio di fabbrica del suo inconfodibile e esagitato stile che non scende a compromessi. Per quanto concerne la tecnica di Zulawski (straordinari i piani sequenza) è quasi ineccepibile, sembra un film girato di recente.
La grandezza interpretativa di Raimondi, la follia femminea da "sciamana" della Forest, lo spettrale volto ghignante dagli occhi bianchi di Riegel, le donne che si contorcono smaniose e prese dal delirio della disperazione o della lussuria, vecchi barbuti che lacrimano sangue, bambini sacrificati, fuomegni rossi, la Forest che sproloquia-cantanto in lirica-nudissima e irrefrenabilmente coincitata, non curante della macchina da presa che la filma e della troupe cinematografica alle sue spalle, storpi e olezzanti processioni con resti umani, carnose contadine sporche e frementi, abbaglianti immagini barocche e cadaveri sistemati nelle casse aperte in posizione verticale (mi è venuto alla mente
L'altro inferno matteiano,quale sacrilegio per il maestro polacco), pantomime da film muto sul letto dell'amore e balletti di corte...tasselli zulawskiani imprescindibili, se solo non fossero guastati dai gorgheggi lirici ininterrotti e sfiancanti, che sabotano questa ambiziosa follia zulawskiana.
Buiomega71