Sturges ritorna all'OK Corral per dedicarsi soprattutto al dopo, in chiave revisionista. Interessante rivisitazione del controverso personaggio di Wyatt Earp, prepara il terreno per le versioni moderne di Costner e Pan Cosmatos. Ottimi Garner e soprattutto Robards, sornione Doc Holliday, che scalda i muscoli per il Cheyenne di C'era una volta il West. Particina per Jon Voight.
Circa 10 anni dopo uno dei suoi film più celebri, il regista John Sturges affronta nuovamente il personaggio di Wyatt Earp per affrontarne la figura in chiave originalmente revisionista. Il celebre sceriffo viene visto sotto una luce nuova ed è questa caratterizzazione inedita del personaggio l'elemento più originale di un film non certo inedito sul versante della storia ma che conta comunque qualche pregevole scena d'azione e dei buoni dialoghi, oltre ad una regia piuttosto incisiva.
Dopo la celeberrima sparatoria nel recinto più famoso del west, Earp e i suoi devono chiudere i conti con i Clanton. Corretta ricostruzione della vicenda, con bravi attori e un buon ritmo. Sturges è bravo nell'usare i paesaggi e nel rileggere il mito di Wyatt Earp in una chiave realistica e senza enfasi. Visto per caso subito dopo Sfida infernale di Ford, il paragone è duro a reggersi. Anche qui, peraltro, il personaggio (e l'interprete) più interessante è il Doc Holliday di Jason Robards. Bravo Garner. Ryan invece ha poco spazio. Buono.
Ennesima rivisitazione della sparatoria più famosa del West partendo però proprio da lì per mostrare un seguito molto interessante. Sturges si trova così a proseguire una storia iniziata come regista dieci anni prima. Cambia il cast ma non la qualità degli interpreti: metterei sopra a tutti, anche se di poco, Jason Robards, che tratteggia un Doc Holliday imperturbabile, quasi una coscienza di Wyatt Earp, il duro sceriffo che si trova tra il far rispettare la legge e soddisfare i suoi personali desideri di vendetta.
Alcuni anni prima, Sturges aveva brillantemente narrato uno dei soggetti più frequentati dal cinema western, ossia lo scontro a fuoco all'OK Corral. Pur senza raggiungere gli stessi risultati, la riproposizione si segnala per l'originalità dell'approccio, dato che inizia proprio con la sparatoria generalmente punto culminante delle altre pellicole sul tema, e una maggior aderenza ai fatti storici, evidente soprattutto nel personaggio di Ike Clanton, criminale senza scrupoli in apparenza distinto uomo d'affari. Buon cast per un film di genere poco esaltante nella messa in scena ma onesto.
MEMORABILE: I feretri con i tre cadaveri delle vittime dello scontro, esposti nella vetrina del becchino, ai quali Ike Clanton dedica uno sguardo distratto
La sparatoria storica è velocemente dipinta all'inizio, mentre il resto del film segue tutto il decorso che, si dice, è ben più vicino alla realtà proprio su volontà del regista stesso. C'è molto scavo psicologico se vogliamo, a discapito dell'azione, ma nel complesso la pellicola si regge grazie alla prova dei protagonista principali, con un Gardner riflessivo e deciso e un Robards che si apre la strada per i capolavoi successivi che lo vedranno protagonista.
Le pericolose scorie e conseguenze della sfida all'Ok Corral vengono qui descritte dal regista, evidenziando anche i difetti e la sete di vendetta del protagonista, visto che Doc (il più convincente) li aveva già ampiamente mostrati in precedenza (qui però si vedono maggiormente le nefaste conseguenze). La pellicola, pur non colpendo particolarmente, si lascia vedere, trasformandosi in una caccia, dove l'ipocrisia di chi insegue viene evidenziata dallo stesso Doc. Qualche buon botta e risposta e duelli (per modo di dire, vista la rapidità di Wyatt Earp) ne fanno un discreto prodotto.
MEMORABILE: Le parole all'orecchio; In stazione, di notte; "Fai il morto"; "La vita di un uomo 50 dollari..."; Il faccia a faccia Doc-Earp con cazzotto.
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CuriositàDaniela • 21/02/18 15:41 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Fra gli scagnozzi al soldo di Ike Clanton, interpretato da Robert Ryan, figura un bel giovanottone biondo: è Jon Voight al suo secondo film dopo varie piccoe parti in serie tv.
Il successo planetario e la candidatura all'Oscar come miglior attore protagonista arriveranno presto: due anni dopo il western diretto da Sturges, Voight calza sempre un cappello da cowboy come Joe Buck in Un uomo da marciapiede.