Horror stregonesco che da una storia semplice e senza far mai ricorso a modaioli jumpscare, riesce a costruire una più che discreta tensione. Un giovanotto va a passare le vacanze dal padre ed emulo del Charlie di Ammazzavampiri, si convince che la sua avvenente vicina di casa non è quello che sembra. Tra feticci pagani alla Blair Witch Project e una violenza mai insistita ma efficace, si arriva a un epilogo che pur sbrigativo e con qualche incongruenza non delude. Belli e riusciti gli SFX, specialmente il make-dell'orribile strega.
Canovaccio di Ammazzavampiri imbevuto dell'aspetto "prettamente formale" di Blair Witch Poject, con confezione più attuale e di livello. Il "cervo espiatorio" in questo caso è un essere del folclore dei boschi (simile al mutaforma sotterraneo di The hallow e Hole - L'abisso) che divora infanti "trascurati" e si impossessa della vicina di casa. Purtroppo il soggetto è trattato in maniera piuttosto piatta, con una sceneggiatura dispersiva, con parti stagnanti e buchi; nell'ultima mezz'ora si muove qualcosa (con un twist giustapposto) ma non è sufficiente.
Durante le vacanze estive trascorse presso il padre in una località costiera, un ragazzo si accorge che la vicina di casa si comporta stranamente... Horror che propone una storia di stregoneria di tipo tradizionale con qualche pregio come un ricorso parco alla tecnica del jumpscare ma anche poche virtù: nonostante la discreta fattura ed il look spaventevole della creatura, non riesce a creare inquietudine né reale tensione a causa di una regia anonimamente illustrativa, di alcune divagazioni inutili, della scarsa capacità del giovane protagonista di suscitare empatia.
La storiella della bella famiglia americana minata da discordie coniugali e figli turbati è un cliché che si poteva evitare, ma quando il film scende nel profondo (l’albero, i cunicoli sotterranei) e inizia a mostrare i suoi denti, riesce a colpire nel segno. La regia dei fratelli Pierce, pur non avendo particolari guizzi, non è affatto male, si prende il suo tempo e non scade nei facili trabocchetti dell’orrore moderno. Belle e suggestive le location e buono l’uso della fotografia. Nota di merito per il femmineo e mefistofelico personaggio principale.
Nonostante alla sceneggiatura sarebbe servito, oltre a quello già messo, parecchio altro scotch per riparare vari strappi di logica e sebbene spesso il film sembri assomigliare ad almeno una dozzina d'altri, pulsazioni ansiogene e ambienti minacciosi traboccano con nostro diletto: segnale che, quand’anche la minestra è riscaldata più volte, se il sapore è buono tale resterà. C’è qualcosa di perfido e disagevole che ristagna sulla celluloide, e il faccino di John-Paul Howard (unico volto un pò fuori posto) per fortuna non riesce a rimuoverlo. No jumpscare, yes party.
Sarebbe stato interessante assistere al connubio tra vecchie leggende metropolitane e orrore moderno, invece la paura latita, gioca a nascondino e dopo la prima mezz’ora la noia prende il sopravvento. Si salvano giusto gli ultimi dieci minuti, ma tra estetica da serie tv, attori svogliati e improbabili impennate melodrammatiche si sfiora l’ecatombe cinematografica. Un buon soggetto ma decisamente mal sfruttato.
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