Una troupe gira un docu-drama su un efferato omicidio (vero). A volte sembra che Guadagnino stia sperimentando un modo diverso di fare inchiesta-spettacolo (con continue divagazioni e discorsi metafilmici), altre volte sembra una parodia (Laura Betti fa il giudice doppiata da un uomo) o l'occasione per una divertente gita di italiani a Londra, più spesso emerge il narcisismo del regista nel crogiolarsi tra immagini ricercate o estetizzanti, con montaggio da videoclip. Agghiacciante la musica melensa sotto ogni sequenza. Tilda Swinton sprecata.
Non si capisce bene dove voglia andare a parare. Parte con tutte le buone intenzioni di documentare un assurdo omicidio, scavando anche nella psicologia dei due ragazzi e analizzando superficialmente la loro vita. Si perde in una messa in scena ppregna di formalismo e di musiche spesso fastidiose, con sequenze fuori contesto e persino pretestuose. Peccato, perché alla fine l'esito è inferiore alle aspettative. Non è difficile cogliere le molte analogie con certa tv cronachistica odierna, che su casi come questi ci sguazza.
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DiscussioneRaremirko • 11/01/21 21:49 Call center Davinotti - 3862 interventi
Non posso che dar ragione, per lo più almeno, ai due commenti presenti; intenti buoni, trama interessante, cast molto buono (un giovane Gioè, l'onnipresente Swinton, la Betti, una Hunziker bruna!) ma l'operazione è un pò fine a se stessa.
Magari un Frenesia del delitto, più lineare e su temi simili, giunse più al punto.
Di certo è ad ogni modo un cinema altro, originale, qui un pò acerbo, elementi tipici del buon cinema di Guadagnino.