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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ennesimo thriller canadese con bella giovane bionda al centro di una losca vicenda, in questo caso legata a truffe immobiliari. Lei è Lauren Baker (Rose) e lavora in un'agenzia che non naviga nelle migliori acque. Vive con un compagno scrittore in piena crisi d'ispirazione e c'è bisogno che qualcuno i soldi cominci a portarli, a casa... Sembra quindi quasi un regalo dal cielo l'entrata in scena del giovane Sean (Bryant), baldo ragazzone che dice di voler vendere una meravigliosa villa di cui è proprietario assieme alla sorella. I genitori sono morti in un incidente ed è arrivato il momento di cambiar vita. Non solo pare sincero ma anche molto ben disposto...Leggi tutto nei confronti di Lauren, che appena capisce come la provvigione potrebbe portare a lei e alla sua socia (Leroux) ampi quanto insperati introiti, si dedica anima e corpo alla vendita individuando presto un compratore. Ci si chiede nel frattempo chi sia la coppia uccisa in pieno bosco nel prologo e chi l'uomo (Watton) che da tempo partecipa alle indagini per ritrovarla. Scopriamo presto che è il fratello delle due vittime, ma non come sia legato alla vicenda principale, la quale procede senza troppi sussulti almeno fino al primo colpo di scena. A questo punto l'intreccio prende una direzione vagamente imprevista (almeno per chi non è abituale frequentatore del genere) e Lauren si trasforma in una sorta di detective in gonnella in sostituzione di chi quel mestiere dovrebbe farlo realmente e al contrario non sembra procedere con troppa arguzia. I personaggi in scena si moltiplicano e il quadro generale comincia lentamente a comporsi delineando un giallo studiato con buona coerenza e stile. Dal momento che si parla di un tv movie nato in catena di montaggio non c'è da aspettarsi troppo, ma bisogna ammettere che ogni componente dell'ingranaggio raggiunge la sufficienza e potrà moderatamente soddisfare gli appassionati: il cast, ad esempio, recita con bella naturalezza a cominciare dalla protagonista, decisa ma anche fragile, a tratti spaesata, dolce e conscia della difficile situazione in cui si è cacciata. Se Bryant è il più stereotipato del gruppo, buone risposte vengono da personaggi marginali che centrano bene il loro personaggio regalando credibilità al tutto. E se regia e sceneggiatura svolgono correttamente il compito, è da apprezzare anche il discreto valore del soggetto, che nell'ultima parte propone svolte interessanti senza concedersi a inutili break d'azione o a vani tentativi di creare tensione ad ogni costo. Alla fin fine tutto torna con chiarezza e in una trama che gode di una certa relativa complessità non è poco. Pretestuose e inutilmente prolungate le due scene di sesso soft, inserite tanto per allungare un po' il brodo, per il resto non si perde mai di vista la storia. Chicago fa da sfondo un po' cartolinesco senza mai diventare realmente parte integrante delle riprese, ma si sa che le location in questi film sono "di servizio", utili giusto a dare una collocazione geografica sommaria...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/07/21 DAL DAVINOTTI
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