La teoria svedese dell'amore - Documentario (2015)

La teoria svedese dell'amore
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Titolo originale: The Swedish Theory of Love
Anno: 2015
Genere: documentario (colore)
Cast: (n.d.)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/10/16 DAL BENEMERITO HACKETT
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Hackett 20/10/16 19:03 - 1868 commenti

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Il regista italiano, residente in Svezia, ci mostra con distaccata professionalità il paradosso di una civiltà come quella nordica, considerata da sempre baluardo della modernità. Racconto lucido di una società nella quale la tutela dei diritti individuali ha raggiunto una priorità tale da diventare a volte un problema, creando solitudini a schiere. Bel documentario, tematica interessante. Per riflettere su quanto certe volte le conquiste possano somigliare alle sconfitte.

Magi94 10/01/18 21:01 - 956 commenti

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Molto molto interessante. Fa luce su una realtà ignorata o semplicemente mitizzata (nel bene o nel male) dalle altre culture europee. Gli interrogativi che pone, a cui molto spesso si dà una risposta a tesi esplicita ma anche piuttosto elementare, scuotono temi sociologici di importanza universale, peccato però che non vi sia più approfondimento storico: la teoria dell'indipendenza economica e sociale del 1972 pare sacrosanta in principio, ma non è chiaro come si sia passati da questa all'ideologia individualistica e anti-societaria.

Kinodrop 8/05/18 18:44 - 2990 commenti

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Documentario piuttosto parziale, sia in quantità che in qualità, sulla distonia di un sistema che mette l'individuo al primo posto rischiando di isolarlo dal resto della comunità. Il nodo che viene lasciato insoluto è quello della necessità di integrare benessere e diritti con una parallela educazione alla socialità e all'umanità (la vera questione politica della realtà svedese). Si affrontano altri temi (la sicurezza sociale, la maternità come scelta personale ecc.) messi a confronto con l'esperienza di un chirurgo svedese in un villaggio africano.

Bubobubo 15/12/18 18:15 - 1847 commenti

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Per ricordarci che non esistono paradisi in terra, nemmeno in Scandinavia, l'italo-svedese Gandini (dopo la sfortunata parentesi dell'orrendo Videocracy) torna a dare la caccia alle falle di una società tanto libertaria quanto pervicacemente individualista, al punto che una parola di troppo o il semplice contatto umano sono stati tabuizzati in nome di una gelida pianificazione. Prima parte spietata, ma necessaria, anche se tendente al caricaturale (vedi la comune hippy): seconda più calda e umana, ma anche più banale. Comunque ottimo.
MEMORABILE: La gente muore nelle proprie case e i corpi vengono casualmente scoperti anche dopo svariati anni.

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