La fiera delle illusioni - Nightmare alley - Film (2021)

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La fiera delle illusioni - Nightmare alley
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Nightmare Alley
Anno: 2021
Genere: drammatico (colore)
Note: Basato sul romanzo di William Lindsay Gresham già utilizzato per il film omonimo del 1947.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Guillermo Del Toro riprende in mano il romanzo di William Lindsay Gresham già portato su grande schermo negli Anni Quaranta per un fascinoso noir che ha nella qualità della ricostruzione e nell'alto tasso tecnico in regia due qualità fondamentali. L'eleganza con cui Del Toro muove la cinepresa nel parco dei divertimenti scandagliandone gli anfratti supportato da una fotografia come sempre d'eccellenza aiuta a godere del film anche quando (e non capita di rado) la sceneggiatura non arriva a sostenerlo a dovere, quando più si avverte la mancanza un lavoro di sintesi che avrebbe permesso di ridurre la durata eccessiva (due ore e mezza) senza perderci in fluidità...Leggi tutto ed efficacia. Stan (Cooper) si aggira tra le giostre e i baracconi alla ricerca di un lavoro che non ha, trovando infine impiego come erede di un mentalista (Strathairn) che gli insegna i trucchi del mestiere, ovvero come fingere di saper leggere nel passato di chi ti sta davanti semplicemente lavorando con frasi fatte buone per ogni occasione, indizi sulla persona e la complicità di qualcuno tra il pubblico che sappia trasmettere informazioni senza che gli altri se ne accorgano. Nello specifico chi ricopre quest'ultimo ruolo "assistenziale" è Molly (Mara), fino a lì celebre come “donna elettrizzata”, capace di sopportare sul proprio corpo forti scariche sopravvivendone. L'amore tra lei e Stan nasce presto, e dopo qualche tempo passato a lavorare all'interno del luna park i due decidono di andarsene per esibirsi come veggenti nelle città in locali importanti dove guadagnare ben di più. Finché non si presenta loro di fronte la dottoressa Lilith Ritter (Blanchett), acuta psicanalista con cui si può forse impostare una scaltra collaborazione: informazioni segrete ottenute durante le sedute da ricchi pazienti sfruttate per fingere di conoscere il passato degli stessi. Stan non si fa scappare l'occasione e chi ci casca, questa volta, sono ricchi signori disposti a pagare un bel po' pur di immaginare di essere in contatto con defunti a loro molto cari. Un gioco che si fa sempre più rischioso e che costituisce il sale del film, scritto comunque con buona professionalità e correttamente interpretato da Bradley Cooper (qui fuma come una ciminiera), Rooney Mara e da una Cate Blanchett che si atteggia a femme fatale grazie al seducente fascino di chi ha carattere da vendere. Nasceranno diversi screzi tra le relazioni e un modus operandi decisamente truffaldino. Raccontando esistenze ai margini in un mondo distorto e mostruoso come quello dei luna park di un tempo, dominati da autentici fenomeni da baraccone, Del Toro si crogiola nell'abituale stile ricercato per quello che in fondo è il mondo che più ama raccontare, mentre nella seconda parte, in città, si concentra maggiormente sulla storia, che acquista vigore e interesse e in cui la regia si limita a muoversi bene soprattutto nei ricchi interni (spettacolare lo studio della Blanchette). Il rapporto tra Stan e Molly non va molto oltre la banalità e in generale non si può dire che ci si stacchi granché da schemi preconfezionati. Tuttavia, in attesa che la situazione sempre più tesa esploda nel finale, non ci si annoia e l'ultima parte, per quanto prevedibile, non delude. Lo spettacolo offerto da scenografie riprese al meglio (numerose le inquadrature dal basso) si sposa a un clima che scivola pericolosamente verso la perdizione in un'ennesima analisi dell'avidità umana condotta comunque con perizia e gusto non comuni ripercorrendo filologicamente gli antichi stilemi noir. Vintage per appassionati popolato di volti noti: singolari alle giostre (Perlman, Dafoe), più aggraziati in città (Steenburgen). Eccellente Toni Colette come maliziosa assistente dell'anziano mentalista.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/01/22 DAL BENEMERITO RAMBO90 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 30/01/22
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Nicola81 19/03/22 21:17 - 2871 commenti

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Il romanzo di William Lindsay Gresham era già stato portato sullo schermo nel 1947. Rispetto alla precedente trasposizione, questa presenta una durata maggiore (e francamente eccessiva), ma anche un epilogo amarissimo che non fa sconti a nessuno, molto più aderente alla pagina scritta. La prima parte, che lambisce i territori della fiaba dark, è quella in cui Del Toro si trova maggiormente a suo agio, ma è con la successiva sterzata thriller/noir che la storia cattura l'attenzione dello spettatore. Scintillante la confezione, riuscita la ricostruzione d'epoca, ottimo il cast.

Capannelle 14/04/22 14:38 - 4420 commenti

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Se tecnicamente e visivamente Del Toro sa mettere in piedi uno spettacolo per gli occhi, dal punto di vista narrativo paga pegno ad una certa discontinuità e prevedibilità delle situazioni. La parte iniziale, con il circo e i suoi strambi occupanti, pare più frizzante e coninvolgente, con in prima linea Dafoe, Toni Colette e il primo Cooper versione ruspante. Con il prosieguo, il trasferimento nelle atmosfere sciccose newyorchesi e il Cooper in chiave decisamente più noir e tragica, la storia perde mordente e appare tirata per le lunghe.

Rambo90 29/01/22 00:06 - 7707 commenti

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Un noir d'altri tempi che non ci si aspetterebbe da Del Toro, con una fotografia curatissima e una regia che cerca quanto più possibile di ricreare l'atmosfera della Hollywood classica. Il tutto funziona, anche grazie a una sceneggiatura avvolgente che presto fa capire dove andrà a parare ma senza guastare il gusto del vedere in che modo. Cast di lusso, con un ottimo Cooper e la sempre ammaliante Blanchett (che quando può fare personaggi fumosi mette a frutto tutto il suo charme). Un po' prolisso, ma buono.

Josephtura 31/01/22 12:48 - 188 commenti

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Film tributo al noir più classico. Il romanzo di Gresham viene un po' disperso e alla fine rimangono inspiegate alcune situazioni. Il film è comunque eccellente sul piano formale enfatizzando tutti i canoni del genere. Peccato che il racconto si soffermi troppo - e lentamente - sulla prima parte diventando poi frettoloso nella discesa verso la perdizione e nella conclusione. Bel film, ma un po' di maniera e troppo lento all'inizio.

Fulleffect 3/02/22 11:32 - 107 commenti

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Del Toro firma un noir dalle tinte cupissime regalando l'ennesima analisi sul tema della mostruosità insita nell'essere umano, rinunciando questa volta al fantastico in favore di un racconto realistico. Il regista messicano non abbandona il barocchismo estetico che lo caratterizza, ma lo accompagna perfettamente a una narrazione di ampio respiro, dal ritmo lento e posato, nella grande tradizione del genere. Se la Blanchett è magnetica e perfida come la Stanwyck della Fiamma del peccato, la discesa nella perdizione di Cooper non può non ricordare il Robinson della Strada scarlatta.
MEMORABILE: La prima apparizione dell'uomo-bestia; La "materializzazione" della moglie perduta.

Xamini 16/02/22 11:10 - 1255 commenti

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Il noir alla Del Toro può vantare anzitutto una pulizia tecnica ed estetica non banale ma anche una fotografia ricca e un po' finta, hollywoodiana. Le atmosfere sono quelle d'un film d'epoca passato al setaccio della modernità, mentre la vicenda, che si dilunga sullo spazio di due ore e mezza, ha un incedere un po' frammentato, a scaglioni, dando la sensazione che ci sarebbe altro da dire o di più da amalgamare, avendo tempo (!). Ed è qui il problema, in questo mescolarsi tra cose da dire, limiti nel farlo e prevedibilità di tutto l'impianto narrativo, il vero e proprio punto debole.

Daniela 16/02/22 17:58 - 12699 commenti

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In un racconto circolare, l'ascesa e la caduta di un imbonitore da fiera, tradito dall'avidità e dalla brana di riscatto sociale, Del Toro traspone un romanzo già portato sugli schermi nel 1947: la nuova versione è meno bella della precedente per alcune incertezze nella sceneggiatura e nel disegno dei caratteri, ma è comunque visivamente fascinosa e si avvale di un cast lussuoso in cui a spiccare è soprattutto la gelida fenne fatale Blanchett. La prima parte è quella che riflette maggiormente lo stile del regista ma è la seconda con connotazioni thriller a risultare più intrigante. 
MEMORABILE: L'uomo/bestia; L'arredamento dello studio della psicologa; L'omicidio/suicidio; L'"apparizione" della donna morta. 

Magi94 17/03/22 22:57 - 956 commenti

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Tante ambizioni da grande cinema dissipate man mano che la pellicola va avanti. Una prima parte non malvagia in un mondo circense forse già visto ma descritto con efficacia, soprattutto per quanta riguarda la figura dell'uomo selvaggio, in realtà vagabondo ubriacone opportunamente narconizzato per far divertire il pubblico. Peccato che da quando Cate Blanchett entra in scena il film si inabissa in una storia di successo, eccesso e caduta tremendamente stereotipata, senza guizzi, risaputa e con più cadute di stile. Non aiuta la fotografia digitale troppo falsa. Mediocre suo malgrado.

Jdelarge 27/03/22 14:20 - 1000 commenti

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Al di là di una regia rigorosa e di un'ottima interpretazione da parte di Bradley Cooper, il film sembra a più riprese sfilacciato, come se i rapporti tra i personaggi non riuscissero a consolidarsi col passare del tempo. Anche le scene più drammatiche, di conseguenza, appaiono riuscite solo a metà. A colpire, invece, è senza ombra di dubbio l'atmosfera, che emerge grazie a un'ottima fotografia. Finale prevedibile.

Galbo 4/04/22 08:40 - 12413 commenti

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Del Toro realizza un noir e il risultato è ampiamente soddisfacente, forse l’opera migliore del regista messicano. Si tratta di una trasposizione letteraria che intriga anzitutto per l’atmosfera e il progressivo “incupimento” dei toni, con un progressivo cambiamento del carattere del personaggio, che è tale solo in apparenza, come sarà brillantemente rivelato nel finale. Impeccabili fotografia, scene e costumi, e di grande livello la prova di tutti gli attori coinvolti, con una scelta di casting davvero strepitosa. 

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Anthonyvm 15/07/22 01:55 - 5745 commenti

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Buon noir di origine letteraria, già trasposto sullo schermo nel '47, immerso in un'incantevole aura da dark fantasy che non tradisce i gusti stilistici di Del Toro, soprattutto nella prima metà al luna park, fra geek, freak in barattolo alla Hooper e ambigue esibizioni di spiritismo. Con la svolta propriamente crime si passa a una tranche non meno fascinosa, grazie anche al magnetismo del reparto attoriale (ottima la Blanchett nel ruolo della femme fatale). Lo script non fa dell'imprevedibilità il suo tratto distintivo, ma la conclusione, cupissima e beffarda, è del tutto appagante.
MEMORABILE: Lo spettacolo dell'uomo-bestia; La Blanchett "rovina" lo show a Cooper; La morte del padre di Cooper in flashback; L'apparizione spettrale; La risata.

Giùan 6/09/22 17:57 - 4588 commenti

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Per distacco il miglior Del Toro, che almeno nella lunga prima parte dentro l'interno concentrazionario del circo da baraccone trova l'alchimia quasi perfetta tra favola adulta, gusto della costruzione dell'inquadratura e un certo misterico afflato (finalmente) sinceramente morboso. Poi quando il regista messicano e Cooper abbandonano personaggi e ambienti fin là perfettamente delineati per immergerci nella mostruosa rapacità di Stan e nel (presunto) mondo reale, si rifa vivo il capitale vizio dell'effimero, del transitorio risaputo cinematografico. Dafoe e Collette at best.

Thedude94 2/01/23 00:15 - 1101 commenti

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Del Toro si tuffa nel noir realizzando un film atipico, per la sua filmografia, ma che ha in sé diversi spunti interessanti che riguardano la psicologia e il mentalismo in un contesto che spazia tra ambientazioni da giostre a salotti e luoghi di svago per ricchi. Dal punto di vista dei costumi e della messa in scena la qualità è ineccepibile e il tutto è condito da una fotografia eccellente. Nonostante in alcuni momenti la lunghezza si faccia sentire eccome, ci pensa il finale a rendere tutto più appassionante e convincente, portando così a un risultato notevole.

Minitina80 10/02/24 13:26 - 2990 commenti

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Difficile scrollarsi di dosso la fatica di una visione tanto impegnativa a causa di un minutaggio elevato, non adeguatamente supportato da uno scritto sempre scintillante. È pur vero che Del Toro non sbaglia inquadrature e la messa in scena risulta di grande splendore per gli occhi, sia per l’impatto visivo che per la cura dei dettagli, con un occhio all’estetica pura che rimanda alle atmosfere tipiche del noir. Netta la spaccatura in due tra la parte circense, troppo prolissa, e la seconda con la Blanchett; inevitabile la perdita del filo per un’opera più ambiziosa che riuscita.

Puppigallo 14/02/24 09:46 - 5295 commenti

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Parte bene, col singolare circo dove Del Toro può sbizzarrirsi, essendo nella sua comfort zone registica. Poi prosegue su un altro livello, dedicandosi al protagonista e alla sua mutazione indotta da un libretto che lo accompagna in una spirale, che si trasformerà in un gorgo sfruttando la più classica delle umane debolezze. Cooper è in parte e risulta piuttosto convincente, mentre la Blanchett è un po' troppo costruita. Il resto del cast dà poi il suo contributo, pur non evitando alla pellicola di dilatarsi troppo, suscitando la sensazione che un po' di sintesi avrebbe giovato.
MEMORABILE: La moglie, tolta dall'ambiente circense, inizia a soffrire come un fiore reciso; I vari segnali e le informazioni per creare l'illusione.
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