Il quarto Bourne con Damon non delude le aspettative. Un action thriller teso e in linea con i precedenti diretti da Greengrass che ne mantiene il ritmo forsennato, le riprese sussultanti, il montaggio elegante e deciso. Scene di azione perfette, realismo impressionante, negli inseguimenti come nei brutali combattimenti corpo a corpo. La storia, ambientata in un mondo sempre più condizionato dalla rete e dai social, ripercorre il passato del protagonista ma lascia intuire nuovi possibili sviluppi. Interessante l'ingresso di Alicia Vikander.
Quinto film di Bourne, quarto con Matt Damon dopo la parentesi Jeremy Renner. Adesso che Jason Bourne ha ritrovato la sua memoria, la Cia è più inguaiata che mai, perché l'uomo sa cose comprometenti. Film di spionaggio dove come nei precedenti l'azione veloce la fa da padrona. Se Matt Damon è in forma, mi concince di meno Tommy Lee Jones, che rifà, sempre più rugoso e butterato, lo stesso personaggio de Il fuggitivo. Ottimo il killer di Cassell, inutile la Stiles, notevole la Vikander.
Che si tratti di un Greengrass doc pochi dubbi. Il ritmo concitato, il saltabeccare per mezza Europa senza fermarsi mai nello stesso luogo, la concatenazione tra eventi di attualità (crisi greca, cybercrimine, social emergenti) e frotte di spie che giocano al "tutti contro tutti". Qualcosa non torna nella trama complessiva, la cyberguerra è un po' troppo pompata e alla lunga tutta questa frenesia può stancare; ma è comunque un film tecnicamente ben fatto e sfrutta bene i tre attori principali: Damon, Vikander e Cassel.
Il ritorno di Bourne è affidato alle mani esperte di Greengrass, che costruisce un grosso spettacolo action, tra inseguimenti perfetti e combattimenti realistici, molta adrenalina ma un occhio più blando per i personaggi. Damon è particolarmente silenzioso, ma in parte e il meglio lo danno i cattivi, con un Cassel violento e un Lee Jones versione Gerard che fa sempre il suo effetto. Seconda parte che impenna, con interessanti rivelazioni e una Vikander che si fa spazio. Buono.
Torna Greengrass in cabina di regia per il capitolo finale dell'epopea Bourniana, con un Damon ormai disilluso ma costretto a tornare a combattere per salvare la pelle contro due avversari d'eccezione: Tommy Lee Jones e Vincent Cassel. Il ritmo è furioso come di consueto, con un incipit fulmineo che riporta in primo piano i progetti CIA per i supersoldati iniziati con Treadstone. Il montaggio non lascia tregua e l'adrenalina sopperisce a qualche momento di stanca della farraginosa sceneggiatura. Menzione d'onore per la memorabile mezz'ora finale.
MEMORABILE: Lo scontro tra Damon e Cassel nel tunnel.
Indissolubilmente legato al personaggio di Bourne, Greengrass dirige un film formalmente impeccabile, con scene d'azione realizzate in modo magistrale tipo quella ambientata durante i disordini di Atene. Tra i nuovi personaggi funziona la Vikander, meno Tommy Lee Jones che gestisce con mestiere un personaggio piuttosto logoro. Impeccabile come sempre la prova di Damon. Il film perde un po' quota quando non approfondisce come dovrebbe le conseguenze politiche e sociali del terrorismo informatico, limitandosi ad essere un buon action movie.
I primi due episodi non mi erano dispiaciuti, il terzo molto meno. Questo è ai confini dell'inguardabile, con il fastidiosissimo particolare di essere totalmente inverosimile mentre pretende dallo spettatore l'adesione alla storia raccontata. Oltre ai soliti hacker che posssono fare tutto, incluso togliere la corrente all'Islanda, c'è un agente CIA fuori di testa che ammazza i passanti per strada e travolge un intero ingorgo del sabato pomeriggio con un mezzo della SWAT. Il motto del film: When in doubt, have a car chase. Anche no.
L'indistruttibile Jason Bourne torna a far preoccupare i vertici della CIA in quanto, grazie a un'amica, riesce a recuperare i tasselli mancanti del proprio passato. Chi non ha seguito i precedenti capitoli si troverà in difficoltà a star dietro a una sceneggiatura che dà molte cose per scontate. Non c'è moltissima azione (anche se quel poco è di buona fattura) e si preferisce dar spazio a dialoghi e a flashback ricorrenti. L'operazione risulta macchinosa e anche il personaggio comincia a perdere molto del suo fascino iniziale.
Ultimo capitolo della serie. L’ex agente CIA Bourne è nuovamente braccato dai killer dell’Agenzia a causa del suo passato. Sconsigliato se non si abbia una infarinatura degli avvenimenti precedenti. Causa il canovaccio ormai consolidato, per non dire consunto, della sagae, rimane probabilmente godibile solo per i fans irriducibili e forse nemmeno per loro, non aggiungendo nulla di nuovo a quanto già si sapeva. Apprezzabile invece la mole di azione frenetica (tesissimi e spettacolari gli inseguimenti durante le manifestazioni in Atene durante la crisi greca, e quello finale).
Tornato a essere diretto da Greengrass, Jason Bourne non delude le attese e soprattutto sa perfettamente come mettere nei guai la CIA. Le scene ambientatre durante i moti di piazza ad Atene sono perfette, la storia non è particolarmente innovativa ma comunque funziona e funziona soprattutto lui, Jason Bourne, l'uomo senza identità che lotta contro chi cerca di controllarlo.
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E' tornato Jason Bourne e anche Matt Damon, sempre in forma, r la Cia è doi nuovo nei guai. Ottimo il cast, anche se Tommy Lee Jones rifà sempre il solito personaggio da Il fuggitivo. Irriconoscibile Greg Henry con parrucca ridicola che gli copre i suoi capelli biondi.
DiscussioneRaremirko • 5/09/16 22:00 Call center Davinotti - 3862 interventi
A futura futura memoria, la partita che il killer a Roma guarda in tv per "ammazzare il tempo" è FC Napredak - FC Crvena Zvezda, campionato serbo del 2014. Qui l'azione utilizzata nel film: