Io, modestamente, Mosè - Film (1980)

Io, modestamente, Mosè

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un anno dopo BRIAN DI NAZARETH ecco un'altra vita biblica parallela: non più un “falso” Gesù questa volta ma il figlio di uno schiavo che, salvato dalle acque, conduce la propria vita parallelamente a quella di Mosè, convinto che la voce di Dio abbia parlato a lui solo perché per pura coincidenza (ed è l'idea in assoluto più geniale e spassosa) si trova nello stesso punto – ma coperto da una roccia – in cui il Signore comunica con Mosè. Di scarso interesse il prologo e l'epilogo, in cui Harvey (Moore), in vacanza in Terra Santa, rinviene all'interno di una caverna una pergamena in cui viene narrata la vicenda: in un attimo...Leggi tutto lui e la ragazza che ha appena conosciuto sul pullman (Newman) si trovano a rivivere le avventure narrate sulla pergamena, dal momento in cui Herschel (sempre Moore) viene allevato senza sapere di essere figlio di uno schiavo (Coco) fino a quando, di nuovo a contatto con Dio, scriverà come "interposta persona" le tavole della legge. I racconti biblici vengono quindi reinterpretati e corretti ad hoc secondo una formula già nota (il regista è poi quel Gary Weis che aveva diretto ALL YOU NEED IS CASH di Idle e tra i camei non accreditati c'è pure quello di John Cleese: un caso?), con tanto di distruzione della “nuova” Gomorra, viaggio in Egitto, due o tre miracoli in sequenza (quando Herschel ridà la vista a un mendicante che in realtà stava solo fingendo per tirar su qualche soldo). Il passaggio sulle acque, la liberazione degli schiavi dal faraone (un ottimo Richard Prior) e altri momenti legati a Mosè non vengono mostrati perché la vita di Herschel, tutto sommato, incontra quella del grand'uomo solo di striscio in un paio di occasioni; a essere utilizzata è la medesima ambientazione, su cui innestare una serie di situazioni buffe puntando soprattutto sul valore di un cast folto di nomi famosi. Dudley Moore, cinico come sempre nei panni del "Brian" della situazione, è un valido protagonista (poco può fare invece la Newman, personaggio decisamente secondario), James Coco lo affianca bene (pur con qualche eccesso macchiettistico) nel ruolo di suo padre, ma ottimamente rendono ad esempio John Ritter nel ruolo del diavolo (una sola scena ma memorabile, quando spiega come molte delle idee avute da Dio – tre delle quattro stagioni, gli alberi – fossero in realtà sue), il citato Richard Prior, Dom DeLuise, Madeline Kahn, Paul Sand come angelo... Non c'è né poteva esserci la stessa genialità di BRIAN nello script, naturalmente, e in più parti il film si sgonfia e cede pesantemente, ma i momenti divertenti non mancano, alcune idee sono davvero buone (Moore tester di cibi, il negozio donatogli dal padre di lei per le nozze...) e nel complesso si apprezza la volontà di non scadere nel volgare o nel “troppo facile”. Altalenante ma sottovalutato.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 23/12/09 DAL BENEMERITO SKINNER POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/12/15
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Skinner 23/12/09 10:20 - 592 commenti

I gusti di Skinner

Divertente farsa demenziale, parodia avrete capito di cosa, bastonata da critica e pubblico ma che personalmente mi ha sempre divertito. Sicuramente poteva essere scritta molto meglio, ma le sue risate le strappa ed è un piacere vedere sfilare in ruoli bizzarri tanti volti importanti del genere.

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  • Curiosità Buiomega71 • 27/07/16 19:12
    Consigliere - 26119 interventi
    Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (Ciclo: "Drive out", domenica 2 novembre 1986) di Io, modestamente, Mosè: