La potenza del titolo è quella che viene elargita da un piccolo amuleto azteco a chi la possiede e lo stringe con forza. A ritrovarlo, dopo che se ne erano perse le tracce nel prologo (in cui un ciccione cercava di rubarlo a un mezzo stregone finendo spappolato) è un giovane che ne riconosce il potere durante una seduta spiritica con due amici. I tre cercheranno di spiegare l'accaduto a una giornalista specializzata in occulto, ma l'amuleto sarà preda del ragazzo di lei, il quale subirà saltuariamente trasformazioni facciali stile Clive Barker durante le quali combinerà ridicoli delitti. Epilogo con ritorno del ciccione del prologo e colpo di scena telefonato. Come THE POWER abbia potuto vincere...Leggi tutto il Gran Premio al Fantafestival del 1984 resta un mistero. Al di là di una confezione che più squallida non si può (evidenziata come sempre nei B movie americani da scenografie poverissime e una fotografia semitelevisiva) è raccapricciante la recitazione del cast, piatta la regia (a quattro mani) di Jeff Obrow e Stephen Carpenter, angosciante la lentezza con cui i protagonisti si muovono nei soliti ambienti bui nella fallace speranza di creare una suspense inesistente; è stanco il ritmo, la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti, il soggetto è quanto di più vecchio si possa immaginare, le musiche sono le stesse di altri cento horror di serie B e forse l'unica cosa apprezzabile è il fatto di averci evitato i solitamente immancabili scherzi tra teenager e il sesso a buon mercato con conseguente delitto purificatore. Ma almeno si poteva migliorare lo splatter. Invece ci si limita a un uomo trafitto da un palo sospeso a mezz'aria e a un finale in cui il mostro si distrugge dilatandosi a dismisura. Per il resto solo un altro paio di delitti di routine; un horror mediocre, anche se non stupido.
Ci sono film così impenetrabilmente nulli, così succubi dell’inettitudine dell’intero cast, di un’inutilità così soverchiante che nel vederli desideri la morte o la cecità. Questo rientra pienamente nella casistica. Un plot in sé scarso e abusato ancorché confuso, diretto –per così dire- con altrettanta insipienza e animato (usando un verbo generoso) da comprimari del tutto incolori (con un doppiaggio da parotite perforante). Non un fotogramma che riscatti 81’ di sovrana empietà. E ovviamente cose come paura, brividi, inquietudine, manco a provarle col metodo Stanislawskij. Il sovrannaturale? Sta tutto nel riuscire a finirlo.
Horror soprannaturale che ruota attorno a una statuetta atzeca dai poteri nefasti, passata di mano in mano con risultati prevedibili; uno spunto semplice e poco originale ma sfruttato con un certo gusto, a creare un film di genere 80s con più pregi che difetti del cinema di quegli anni, a partire dall'atmosfera tetra e cimiteriale, passando per qualche omicidio piuttosto crudo e arrivando a un finale con metamorfosi riuscito. Sinistro e oscuro, confezionato con criterio e non privo di un'aria fascinosa da horror d'altri tempi, meriterebbe tutto sommato una certa rivalutazione.
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Schramm ebbe a dire: non credo sia mai uscito in sala, ma la vhs skorpion lo reintitola il prezzo del potere...
Io ho la vhs della Skorpion (vedi sezione home video) e confermo, sui titoli di testa (realizzato con una titolatrice che manco Tele Pontedilegno) compare Il Prezzo del Potere (e sotto, tra parentesi, The Power)
Schramm ebbe a dire: a me mancano 10' alla fine e vorrei tagliarmi le vene. l'ho visto in un arco di circa 4 ore...
non so, prova a ridargli udienza. per me è tosta trovare motivi che possano aumentare il monopalla.
Vabbè, con tutti i film che mi sono visto in passato non e che li riprendo per forza per rivalutarli (o per ripassarli da una memoria ormai appannata), se capita sicuramente...