Il derattizzatore - Corto (2023)

Un meccanico ricorre all'aiuto di un ambiguo derattizzatore. Originale messa in scena di un racconto poco conosciuto di Dahl: l'apparente e fastidiosa pecca (l'attore che narra la storia allo spettatore) reca, alla lunga, una gradevole carica antinaturalistica alla rappresentazione (il pagliaio, lo stop-motion del ratto) su cui risaltano in crescendo il grottesco (la caccia del furetto) e l'orrido (la ricetta del cioccolato, il finale). Bravo Fiennes a immedesimarsi, con qualche didascalismo di troppo, nel nauseante cacciatore, specchio delle proprie vittime.

Ennesimo cortometraggio diretto da Wes Anderson che ha come soggetto un racconto di Roald Dahl. In questo caso ad essere narrata e rappresentata è la storia di un derattizzatore sui generis che cercherà di sterminare topi molto intelligenti. Il corto nel suo complesso non è un granché e lo stile narrativo risulta alla lunga estenuante. Bisogna però riconoscere la singolarità e la caratterizzazione del protagonista interpretato egregiamente dal bravissimo Ralph Fiennes, che assomiglia veramente alle orrende creature a cui dà la caccia. È lui l'unico valore aggiunto dell'opera.

Il racconto di Roald Dahl sul bizzarro e inquietante cacciatore di topi viene trasferito in un cortometraggio altrettanto inquietante, o almeno così è stato concepito. Ma è proprio l’impostazione del bizzarro a tutti i costi, complice l’uso di uno stile e una fotografia alla Anderson tanto riconoscibili quanto ormai manierati, a raffreddare l’attenzione, anche perché non ci si limita a recitare le battute ma anche tutta la pagina del racconto stesso a mo’ di didascalia rivolta al pubblico, con effetti a lungo andare ammorbanti.