Prima di UFO e SPAZIO 1999 i produttori inglesi Gerry e Sylvia Anderson si erano resi responsabili di questo curioso e misconosciuto film di fantascienza affidandone la regia Robert Parrish. Una pellicola basata essenzialmente su un’unica idea, figlia degli universi paralleli ma sviluppata in modo originale: gli scienziati terrestri scoprono un decimo pianeta nel sistema solare e subito progettano di spedirci una missione esplorativa. Tempo previsto per il viaggio tre settimane (d'accordo che siamo nel futuro, ma qui si esagera!). I due astronauti ci arrivano, però ritornano...Leggi tutto alla base troppo presto rispetto alle stime previste. Perché? La soluzione è piuttosto ingegnosa, ma ad essere sinceri incomincia a farsi interessante decisamente in ritardo. L’intera prima parte è infatti occupata dalla meticolosa ricostruzione (mediante largo uso di modellini) di razzi e rampe di lancio, da inutili dissertazioni sulle difficoltà finanziarie della missione e da altre divagazioni secondarie. Persi per strada altri minuti nella descrizione del viaggio, si entra nel vivo della vicenda quando ormai si rischia l'abbiocco (se non fosse per una colonna sonora fastidiosamente rumorosa e spesso sgraziata). E quando anche lo si fa, la sceneggiatura non offre certo dialoghi e situazioni così interessanti... Alcuni effetti speciali colgono nel segno, è vero, ed è evidente lo sforzo di avvicinarsi alla fantascienza più matura. Purtroppo il particolare argomento del film si presta a inevitabili incongruenze e paradossi cui la sceneggiatura si sottrae con troppa faciloneria. Finale non chiarissimo.
Davvero intrigante l’idea di questo film: la scoperta di un nuovo pianeta si fonde con la teoria degli universi paralleli, pardon… speculari. Peccato che la maggior parte del film si perda in lungaggini e descrizioni meticolose (anche ben fatte) di dettagli tecnici. Più che la sconvolgente visionarietà concettuale ciò che si vuole sottolineare è la preparazione tecnica dei viaggi astronomici tornati recentemente di moda. Incongruenze a palate (ma comprensibili) e un finalino kitsch in carrozzella da sganasciarsi dal ridere (purtroppo).
Opera quasi sconosciuta dei futuri produttori della serie Ufo (e poi di Spazio 1999) in cui compaiono alcuni dei personaggi che la interpreteranno (c'è anche il futuro Comandante Straker), nonché alcune idee scenografiche e tecniche che saranno altrettanto sfruttate. La storia, pur avendo uno spunto interessante, si perde in incongruenze e lungaggini descrittive inutili, pur sottolineando lo sforzo di rendere una fantascienza di qualità. Il finale è assolutamente disastroso (in tutti i sensi).
C'è un pianeta dietro al sole che non è mai stato scoperto e che rassomiglia al nostro, anzi contiene le stesse cose. Tema alquanto originale da cui parte una riflessione su chi è speculare a che cosa. Lo script è volutamente ambiguo, come il finale catastrofico che lascia interrogativi insoluti. Niente male, direi.
Più che un film di fantascienza è un buon giallo metafisico che sfrutta il genere sci-fi. Il mondo terrestre con il suo doppio che agisce (e fallisce) in sincronia è indubbiamente un'ipotesi narrativa ben congegnata: peccato che lo svolgimento, nonostante buoni attori ed effetti speciali, sia prolisso e non particolarmente coinvolgente. Meritoriamente enigmatico il finale: chi è il morto? L'uomo di Terra 1 o di Terra 2? O entrambi?
Robert Parrish HA DIRETTO ANCHE...
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