Custodes bestiae - Film (2004)

Custodes bestiae
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2004
Genere: horror (colore)
Note: E non "Custodes bestie". Alcuni dialoghi sono in friulano.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/02/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/05/12
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B. Legnani 17/02/07 00:42 - 5537 commenti

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Càrnico. Storia che avvince, senza usare sangue. Bianchini gioca bene con attese e iterazioni, ma è eccessivo negli intermezzi quasi subliminali e nella simbologìa. Cadute di recitazione meno gravi che in Lidris e, anche se qualche snodo non è chiaro e le scene cinquecentesche non sempre funzionano, la pellicola è molto più che apprezzabile. Alcune citazioni: Profondo rosso, Zombi, gli horror di Avati, Blade runner, La donna che visse due volte (sì: la salita per l’impiccagione), La bestia...

Giapo 4/05/07 12:11 - 246 commenti

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Ispirandosi evidentemente ai tipici horror “rurali” di Avati, Bianchini confeziona un film sorprendente considerando la fattura poco più che amatoriale. Nonostante la pochezza di mezzi la realizzazione è davvero molto attenta e accurata, puntando su una struttura narrativa incisiva, anche se poco originale, capace di coinvolgere dall’inizio alla fine e di regalare un paio di momenti di autentica tensione. Film ispirato e genuino che meriterebbe decisamente maggior visibilità. Raccomandato.

Undying 18/06/07 23:35 - 3807 commenti

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Singolare operazione realizzata da uno dei nomi più interessanti del cinema indipendente italiano. Pregnanti citazioni al cinema di Avati (l'affresco e il mistero -violento e sanguinario- ad esso circonvicino), ben legate (per stile e tematiche) ad altri riferimenti sul cinema gotico italiano. Girato totalmente in digitale, il film opta (per sopperire alla carenza di budget) per una narrazione di tipo "implicita", suggerendo (più che mostrando) situazioni con grande classe e maestria, tipica dei migliori cineasti del passato (Bava o Margheriti).
MEMORABILE: La manifestazione delle zampe "caprine", che ricordano la simile creatura chiamata Wendigo (Larry Fessenden).

Blutarsky 12/10/07 11:58 - 360 commenti

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Narrativamente il film cita Avati o La corta notte di Lado, quindi c’è una ricerca nel creare un clima di sospetto e tensione prima di arrivare ad un finale “spiazzante”. In parte il film riesce nell’impresa nonostante un budget risicato e il digitale che non si presta pienamente per i film di “atmosfera”. Da apprezzare la buona recitazione degli attori e l'ottima tecnica registica di Bianchini. Non ci sono cadute di tono e durante la visione "quasi" ci si dimentica di trovarsi davanti ad una produzione indipendente. Ottimo.

Mascherato 18/09/08 08:16 - 583 commenti

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Un'atmosfera avatiana ed un epilogo decisamente inquietante cui difetta solo (e non per volontà di Bianchini) il budget, vanno annoverati nei pregi di questa produzione Argentovivo. D'altronde, restano le perplessità già avute alla visione di Lidrîs cuadrade di trê: zoom in postproduzione brutti quanto ingiustificati, audio altalenante e recitazione abbastanza imbarazzante. Resta il fatto che ora Bianchini dovrebbe raccogliere quanto seminato e farci vedere cosa è capace di fare coi soldi. Il trailer del tardo-tarantiniano "Film sporco" non lascia ben sperare.

Bruce 22/01/09 09:08 - 1007 commenti

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Bianchini ci riprova, con gli stessi attori e qualche mezzo in più a disposizione continua la sua ricerca personale dell'horror, in dialetto friulano. Abbandonato l'ambiente claustrofobico della scuola dell'esordio, si spinge dalle parti di Pupi Avati, all'inseguimento dei misteri nascosti da un affresco. Buona anche la seconda, ma non è arrivato il salto di qualità che mi aspettavo.

Homesick 16/03/10 17:50 - 5737 commenti

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Al di là della rigidezza di fondo e della poco felice scelta del digitale, il secondo lungometraggio di Bianchini ridesta negli angiporti friulani un terrore felpato e allusivo – debitore di Lovecraft, Tourneur e Avati - che scruta onnipresente con soprannaturali pupille ora invisibili (le soggettive), ora materializzate da sinistre sculture teriomorfe, lugubri corridoi, inquietanti silenzi, ronzii di insetti, montaggi paralleli, ellissi narrative. Il dipinto misterioso e il macabro folklore locale dischiudono un fascino arcano irrepugnabile. Confermativo.

Rebis 13/07/10 15:55 - 2339 commenti

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Un'idea semplice, ma genuinamente terrorizzante, derivata dal folklore friulano; un'abilità certosina nella manipolazione d'immagini, dettagli e sonoro. Una scrittura esigente e compatta. Sono gli elementi trainanti il bel film di Lorenzo Bianchini: se si accettano le conseguenze dei limiti produttivi (perlopiù attorali e scenografiche) come inevitabili (e trascurabili), allora ci si ritroverà scrutati dal Maligno, immersi in un incubo senza scappatoie. Bianchini restituisce profondità al sentimento orrifico, e manipola la paura con rispetto e professionalità encomiabili. Lovecraftiano.

Corinne 31/07/11 00:57 - 420 commenti

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Con una trama più compatta e avvincente del lungometraggio precedente, Bianchini conferma la propria abilità registica. Un affresco che cela un segreto, un giornalista che decide di andare fino in fondo, una bella ambientazione che ricorda gli horror avatiani, un finale inaspettato e inesorabile... qualche difetto qua e là non inficia la resa di un film decisamente interessante nello scarno panorama italiano attuale horror.

Myvincent 16/01/12 15:30 - 3746 commenti

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Finalmente un film "indipendente" che concilia gli scarsi mezzi a disposizione con buone idee. La storia pesca nella tradizione popolare religiosa del nord Italia e si sviluppa tenebrosamente e con una notevole tensione di fondo. I dialoghi in lingua furlan non dispiacciono e rendono il prodotto realistico e artigianale. Ben calato nel suo ruolo il personaggio principale che purtroppo verrà anche lui risucchiato dalla fosca spirale demoniaca...

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Paulystone 4/04/12 19:15 - 19 commenti

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Secondo lavoro nel lungometraggio per Lorenzo Bianchini, Custodes Bestiae dimostra una crescita rispetto al precedente film del regista friulano che fa gioire gli appassionati. Certo il film è fortemente debitore di Avati e non privo di difetti (il pessimo digitale su tutti), ma è indubbio che Bianchini (e con lui Colour from the dark di Zuccon e Tempo di reazione di Micciulli) restituisce speranza per il cinema di genere in Italia.

Gugly 20/04/12 23:44 - 1190 commenti

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I rimandi ad Avati e alla sua Casa appaiono espliciti, ma poi il finale sembra omaggiare le storie di Eraldo Baldini... Film indipendente che sia pure con mezzi limitati (zoom e digitale alla lunga stufano un po') riesce a creare sana tensione e, perché no, anche qualche balzo sulla sedia: merito dell'atmosfera, del suono e della storia, che accompagna noi come il protagonista sino ad un epilogo davvero non scontato. Anche il dialetto contribuisce all'atmosfera di questa vicenda divisa tra passato e presente. Da vedere.
MEMORABILE: L'inseguimento notturno della donna: un omaggio a La bestia di Borò?

Lucius 7/06/12 23:44 - 3015 commenti

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Decisamente avatiano con alla base una sceneggiatura valida e intrigante, ma la messa in scena, probabilmente anche per il budget contenuto, tradisce le aspettative. Molta cura per le location, che contribuiscono a rendere il film suggestivo, una colonna sonora che ruba da quella di Halloween, ma l'autore c'è ed è da tenere sott'occhio. Come Luigi Pastore ha dimostrato in Come una crisalide, l'inventiva c'è, il talento pure, mancano i finanziamenti. Si spera in futuro arrivino anche quelli.

Caesars 11/03/13 09:32 - 3797 commenti

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Bianchini è sicuramente regista interessante, infatti riesce con pochi mezzi a realizzare una pellicola che tiene desto l'interesse dello spettatore e non fa mancare anche momenti di tensione. Ci sono però anche difetti evidenti, quali la recitazione non sempre a livello accettabile e, soprattutto, una sceneggiatura che non riesce a chiarire del tutto gli accadimenti. Dopo il discreto Radice quadrata di tre mi aspettavo qualcosa di più, ma il regista comunque mostra di possedere qualità non banali. **! con un po' di generosità.

Cotola 16/06/15 21:33 - 9061 commenti

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Horror italiano, con qualche blando accento ed eco avatiano, che ha il merito di puntare (forse anche per forza di cose visto il low budget a disposizione) più sulle atmosfere e sulla storia che sugli effetti speciali: ce ne sono, infatti, davvero pochi. Qualche momento di tensione non manca, ma globalmente la storia (in ogni caso non malvagia) è un po' troppo stiracchiata ed arranca ad entrare nel vivo. Il meglio è concentrato nell'ultima parte che è anche la più riuscita e suggestiva anche sul piano del coinvolgimento. L'uso del dialetto friuliano è originale per un horror.

Rufus68 26/10/17 23:00 - 3846 commenti

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Bianchini setaccia le acque limacciose della provincia profonda (Avati e le sue finestre), ma nella rete rimane solo qualche pesciolino. La fattura amatoriale, la mancanza di veri attori e la rusticità della calata dialettale (a volte inintelligibile) vanificano i buoni propositi e l'interesse suscitato da alcuni spunti (la ricerca presso gli archivi, l'affresco). Certi trucchetti da horror contemporaneo, poi, guastano vieppiù la fascinazione degli ambienti e delle situazioni.

Hackett 13/04/20 15:39 - 1867 commenti

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Buon horror esoterico questo di Bianchini, che cerca di scavare nel folclore locale (friulano) per trarre un racconto nero con diversi rimandi avatiani ma che possiede una propria, definita, personalità. La trama, pur con qualche sconto, è abbastanza elaborata e articolata, cosa non comune per un prodotto indipendente. Intelligente la scelta di recitare prevalentemente in dialetto, facilitando la naturalezza di un cast funzionale.

Lupus73 2/05/20 13:10 - 1499 commenti

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Un giornalista indaga su una misteriosa serie di indizi. Se per Avati si è parlato di horror padano, per Bianchini potremmo dire horror "friulano", con alcuni dialoghi in dialetto, ambientazioni locali tra paesini, chiese, sinistre biblioteche con capri e mostri intagliati, maschere. Sceneggiatura interessante con elementi demoniaci, frati, flashback medievali, buona atmosfera. Confezione molto low budget con scarnissima produzione dell'immagine (da report giornalistico tv), ma questo non compromette l'arte della regia che è a livelli notevoli.
MEMORABILE: Quando alla fine viene rivelato il mistero; Le atmosfere intrinse di folclore locale.
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  • Curiosità Undying • 1/02/08 20:51
    Risorse umane - 7574 interventi
    Seconda regia (professionale, pur se a budget ridottissimo) realizzata da Bianchini, questa volta con il supporto econonomico della Provincia di Udine.

    La trama si snoda su un affresco di antica origine, sul quale campeggiano strane iscrizioni che si riveleranno essere pertinenti all'epoca dell'Inquisizione. La scomparsa di un docente, che stava analizzando il caso, è indagata da un giornalista che svela l'arcano: l'affresco (in realtà una sorta di rebus) è legato ad un culto violento perpetrato da cittadine limitrofe.
    Rispetto a Radice Quadrata di Tre, la tecnica del regista ha qui fatto un passo in avanti, così come la recitazione degli interpreti (con dialoghi comunque spesso in dialetto friulano o marilenghe).

    In questo caso, più pregnanti sono le citazioni al cinema di Avati (l'affresco e il mistero -violento e sanguinario- ad esso legato), ma non mancano (per stile e tematiche) riferimenti anche a Dario Argento.

    Girato totalmente in digitale (ad Aquileia, Santa Margherita del Gruagno e Udine) il film opta (al fine di sopperire alla carenza di budget) per una narrazione di tipo "implicita", suggerendo (più che mostrando) situazioni con grande classe e maestria, tipica dei migliori cineasti del passato (Bava o Margheriti)...
    La speranza, adesso, è che a questo promettente regista possa presentarsi l'opportunità di fare il grosso salto ufficiale, magari sorretto da una produzione discreta: il cinema italiano ha bisogno di nuovi autori, e Bianchini, in questo senso, è un'ottima promessa....
  • Homevideo Undying • 1/02/08 20:59
    Risorse umane - 7574 interventi
    Uno dei primi film indipendenti italiani (seguiranno Il Bosco Fuori di Albanesi e Bad Brains di Zuccon) che riesce a trovare la via della distribuzione in DVD, in tal caso appoggiato dalla serietà dell'etichetta RHV: Ripley Home Video.

    Il film è proposto nel formato video 1.85:1 anamorfico, con traccia audio in dolby 5.1 e -opzionabile- con sottotitoli in inglese.

    Interessante anche il reparto extra, che contiene una bella intervista a Dardano Sacchetti, il backstage ed il trailer originale.

    Un buon esempio di cinema indipendente, distribuito - con cura - in versione digitale.
    Ultima modifica: 2/02/08 05:21 da Undying
  • Discussione Rebis • 13/07/10 16:07
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Ciao Greymouser!
    Se sei ancora in friuli, credo proprio non dovresti farti sfuggire l'occasione di vedere in loco i(l) film di Bianchini! Custodes Bestiae, per me, limiti produttivi a parte, è spaventoso! Soprattutto per chi quei luoghi li ha visti e vissuti... mette in luce un lato della terra friulana (ricca di folklore e credenze inquietanti: vedi un pò le Agane) che generalmente viene ignorato...
  • Discussione Greymouser • 13/07/10 16:36
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Ciao Greymouser!
    Se sei ancora in friuli, credo proprio non dovresti farti sfuggire l'occasione di vedere in loco i(l) film di Bianchini! Custodes Bestiae, per me, limiti produttivi a parte, è spaventoso! Soprattutto per chi quei luoghi li ha visti e vissuti... mette in luce un lato della terra friulana (ricca di folklore e credenze inquietanti: vedi un pò le Agane) che generalmente viene ignorato...


    Ho visto il film qualche anno fa, quando non avrei sospettato nemmeno se me l'avesse divinato la Sibilla Cumana che sarei finito in Friuli a fare il DS. Ti ringrazio quindi del promemoria, mi darà lo spunto per rivederlo quanto prima, adesso che ho confidenza coi luoghi.
    P.S. Sarò in Friuli almeno per un altro anno. :)
  • Discussione Gugly • 22/04/12 16:50
    Portaborse - 4710 interventi
    Una boccata di ossigeno nell'aere rarefatto del cinema di genere contemporaneo...ma perchè, visto che piace, non si fanno prodotti con i crismi come questo?
    Tutta la parte con "gli zoccoli" e l'allusione alla Bestia generano davvero inquietudine, a prescindere dalla non perfetta ricostruzione del passato (il sacerdote ha un volto e una persona troppo puliti per apparire un uomo del XVI secolo, all'epoca si pulivano poco e avevano pochi denti).
  • Discussione Rebis • 22/04/12 17:15
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Sono felice ti sia piaciuto, Gugly :) è un mio personalissimo cult della nuova generazione horror italiana, anzi, direi che ad oggi rimane l'unico prodotto davvero salvabile: un'opera inquitante, spaventosa, animata da un genuino sentimento della paura, in cui i difetti fanno solo rimpiangere l'assenza di un budget adeguato. E' assurdo che non venga data a Bianchini la possibilità di emergere...

    Concordo anche sulla citazione da La bestia di Boro.
  • Discussione Gugly • 22/04/12 18:24
    Portaborse - 4710 interventi
    Prossimamente visione di Lidris quadra

    :-)
  • Discussione Rebis • 23/04/12 14:52
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Mi manca (la visione, non il film)! Ma lo vedrò presto anch'io. Ah, interessante anche l'analogia che hai riscontrato con i racconti di Baldini, anche quelli ben ancorati al folklore e memori dell'orrore padano di Avati... Poi sai, da friulano sono particolarmente sensibile a un certo tipo di ambientazione rurale :)
  • Homevideo Lucius • 12/07/16 11:59
    Scrivano - 9051 interventi
    Immagine al min. 44:20 del dvd targato RHV: Ripley Home Video. Tra gli extra vengono svelate tutte le location del film.

    Ultima modifica: 12/07/16 15:18 da Zender