Rebis ebbe a dire:
Waaaaaa! Recensione superlativa, sapevo che ti avrebbe mandato in sollucchero :D Ti consiglio di recuperare anche Primo Amore, Il trapezio della vita e Lo sparviero di Londra. Zender potresti alzare il mio timido pallinnaggio a quattro?
E ci avevi visto giusto caro Rebis.
Sirk è proprio quello che cerco da un melò, dove tutto è portaro all'eccesso, fino all'isterismo delle passioni più viscerali.
Mi chiedo perchè fino ad ora lo sempre snobbato (pur avendo amato
Lontano dal paradiso, sorta di remake aggiornato al nuovo millennio di
Secondo amore), colpa della mia riluttanza verso certo cinema cosidetto "datato" e "obsoleto" (e grazie a questa rassegna ho scoperto, o riscoperto, veri e propri gioielli che non hanno perso un grammo del loro fiammeggiante potenziale, Sirk in primis), essendo cresciuto e infarinato con il cinema degli anni 70.
Davvero un autore sanguigno come pochi all'epoca, promotore e profeta di parecchio cinema a venire (Coppola e Scorsese non ne sono stati esenti) e immaginifico esteta dell'inquadratura e della pittoricità della messa in scena.
Il quadripallinaggio è d'obbligo, in questo febbrile melò di rara bellezza estetica e di furente emotività.
Ed è un vero peccato che Sirk si sia fermato dopo
Lo specchio della vita, per ritirarsi in europa a fare regie teatrali. Mi immagino che filmoni avrebbe realizzato a cavallo tra gli anni 60/70, anzi, no, non oso immaginare...