Visti i buoni risultati ottenuti con COLPI DI FULMINE De Laurentiis replica la formula riprendendone in pieno quanti più elementi possibile: dal titolo ai protagonisti principali (vi si aggiungono Mandelli e la coppia Luca & Paolo) fino alle location (anche) trentine. In regia, come sempre, mr. Cinepanettone Neri Parenti, abbonato da anni alla direzione del De Laurentiis natalizio. Nuovamente episodi separati ma tre invece di due, scelta forse figlia dell'impossibilità di tirare troppo la corda con idee minimali difficilmente articolabili in una sceneggiatura accettabile. Ad aprire sono Luca & Paolo con SBORNIA D'AMORE,...Leggi tutto più che un episodio un messaggio promozionale per il Napoli e il suo sponsor crocieristico: tra ospitate di calciatori partenopei e navi ormeggiate l'ingenua love story di Paolo innamorato della bella barista (che Luca si spupazza segretamente senza dir nulla all'amico) si trasforma ben presto in una sorta di NOTTE DA LEONI all'italiana, con il colpo di fortuna dato dalla solita supervincita al lotto: per ritrovare il biglietto perduto da Paolo in una notte d'alcol di cui ha dimenticato tutto, lui e Luca ricostruiscono l'accaduto finendo tra Hamsik e Insigne, sui campi d'allenamento e alle feste a sorpresa (c'è pure Benitez). Momenti imbarazzanti, un Paolo depauperato di ogni briciola di cinismo e ridotto a ripetere incantato e assente il nome dell'amata Barbara infinite volte in un ruolo che sarebbe stato troppo persino per Macario. Luca prova ad aggiungere un po' di grinta ma la regia stranamente svogliata di Parenti non lo aiuta, precipitando i due nel riciclaggio bieco di gag vetuste di stampo simil-fantozziano. Da dimenticare. Si recupera appena con De Sica ultrasuperstizioso e Mandelli iettatore in NON E' VERO MA CI CREDO, episodio in cui maggiormente è evidente la sproporzione tra predisposizione comica degli attori e povertà di sceneggiatura. De Sica deve inventarsi l'impossibile per nobilitare gag da avanspettacolo di terza categoria e Mandelli con caschetto nero e sibilanti difettate dimostra professionalità nel ruolo ma non fa altro che provocare danni appena apre bocca, con spreco di prevedibili effetti slapstick. Lo scontro fortuna/sfortuna (De Sica imprenditore è costretto ad utilizzare il traduttore dal mongolo Mandelli per un importante affare nonostante presto capisca quanta disgrazia porti) produce duetti spesso stucchevoli in cui al vecchio istrione tocca di salvare il possibile grazie alla solita grande espressività. Ma è una battaglia persa questa volta, che ha nel finale buonista la sua definitiva Waterloo. Le maggiori aspettative erano però per Lillo e Greg, ritenuti i principali responsabili del successo di COLPI DI FULMINE, ma con UNA PAZZA EREDITA' falliscono anche loro: una storia insulsa (Lillo riceve in eredità dal padre che non conosceva un fratello mezzo matto, Greg, che ti schiaffeggia se pronunci le parole "niente" o "nulla"), ritmi blandi, nessuna situazione che possa definirsi davvero divertente e di nuovo sceneggiatura e regia sotto gli standard. Pretestuoso il richiamo cult a Raffaela Carrà (in partecipazione straordinaria), sprecati i due simpatici comici. Qualche raro buon momento permette di nuovo ai due di confermarsi come i migliori del lotto, ma è una lotta tra poveri (di spirito, in senso umoristico). Probabilmente intrecciare gli episodi come da tradizione natalizia avrebbe permesso di sopportare il tutto con meno fatica.
Se lo scorso anno si era potuto godere di un cinepanettone di Neri Parenti rinverdito nella forma e nella sostanza (l'episodio di Lillo e Greg, apprezzato da molti), quest’anno si replica la formula portando a tre il numero degli episodi, ma purtroppo - complici delle puerili sceneggiature - si è incappati in un brutto film che diverte poco. Storielle di poco conto che rasentano il grottesco, ma soprattutto dal fiato corto. Non m’è garbato affatto... sarà che la figura cinematografica del “portajella” mi mette sempre addosso un certa ansia...
Il peggior cinepanettone di sempre: ripetere la formula dimezzando le durate degli episodi non giova, perché così le storie sono poco più che barzellette diluite, in cui Parenti e co. riciclano gag abusate. Il peggio lo danno Luca e Paolo: pessimi loro e pessimo l'episodio; De Sica si salva col mestiere ma trova in Mandelli una spalla inadeguata; Lillo e Greg fan ridere, ma il finale ridicolo li riallinea alla massa. De Sica doveva mollare già dal 2010; spero sia arrivata la volta buona, perché meriterebbe di meglio.
Passo indietro rispetto al più grazioso e scanzonato Colpi di fulmine dell'anno prima. Il film è diviso in tre episodi: nel primo (il peggiore e noioso) troviamo Luca e Paolo alle prese con un biglietto del Lotto e una lunga serie di spot e alla presenza della squadra del Napoli calcio. Si migliora col secondo episodio in puro stile slapstick con la coppia De Sica-Mandelli, ma De Sica gigioneggia meno del solito. Nel terzo episodio, con Lillo e Greg, ci si diverte con varie gag gustose e il cameo di Raffaella Carrà.
Ultima (?) performance di De Sica in questo genere di commedia natalizia, non lascia grandi tracce di sé. Come spesso accade si deve ricorrere a stratagemmi scatologici per (tentare di) far ridere. Il primo episodio ha già gag scontate come il telefono che squilla nella bara, la fuga con il morto e il "lui ama lei ma non sa che sta con l'amico". Il secondo è anche peggiore, con un De Sica sciapo e un Mandelli irritante. Il terzo solleva un po' il film dalla disarmante mediocrità.
Il cinepanettone di quest'anno replica la formula di quello precedente e si ripete nel risultato finale. Tutto sommato meno peggio del previsto, con la formula a episodi che snellisce e dona un'aria di freschezza. La storia migliore è quella che vede protagonista De Sica con l'"idiota" Mandelli. La voglia di cambiare c'è, vedremo se questo basterà a migliorare il prodotto in futuro.
Cinepanettone solo per il periodo di diffusione, in quanto privo di elementi natalizi, articolato in tre episodi. Il primo, francamente dimenticabile, vede Luca e Paolo alla ricerca di un biglietto vincente, il tutto senza elementi comici degni di nota. Il secondo si affida tutto ai manierismi di De Sica, bravo come sempre ma circondato dal vuoto. Il terzo è il migliore, con Lillo e Greg in buona forma e protagonisti di una storia decisamente surreale. Meno volgare rispetto allo stile tipico di Parenti, per fortuna.
MEMORABILE: La cena con i bambini; La comparsata della Carrà.
Forzatissimo cinepattone 2013, strutturato in 3 episodi sul binomio fortuna/iella. Il primo, che vede protagonisti due irriconoscibili da quanto piatti Luca & Paolo, risulta soprattutto un esercizio commerciale del produttore per mettere in mostra il Napoli Calcio e i suoi sponsor. Il secondo è forse il più demenziale ma a tratti anche il più divertente, con la coppia De Sica-Mandelli, mentre il terzo poggia sulla bravura del duo Lillo & Greg ma appare come forse il più povero per trama e sceneggiatura.
Neri Parenti si è montato la testa e dopo avere realizzato un film passabile ne ha fatto uno davvero orrido. Strutturato in tre episodi, Colpi di fortuna è la summa della comicità che non fa ridere, con gag verbali pietose, una comicità fisica in disuso da decenni, e una continua esposizione di marche e marchi, come da gigantesco spot. Dei tre episodi, quello con De Sica e Mandelli è il meno peggio. Da evitare.
Tre episodi con risate zero e gag poco originali (in primis la scivolata sulla scale di fantozziana memoria). Il primo serve a rispondere alle esigenze degli sponsor e del produttore, magari in vista di un fiasco al botteghino. Il secondo, anche con una buona idea che dà ossatura all'intero film non riesce a far ridere, ricalcando la traccia del solito cinepanettone. Nel terzo Lillo e Greg non riescono ancora a portare sul grande schermo la comicità che li ha resi famosi in tv o alla radio.
Pessima commediola italica, suddivisa in tre modesti episodi in cui si assiste a scenografie posticce e al nulla della comicità. Il primo episodio con Luca e Paolo è di una sciatteria colossale. Nel secondo De Sica, vecchio mestierante, cerca di salvare il nulla e cerca di strappare il sorriso. Nel terzo Lillo e Greg mostrano le loro capacità cabarettistiche ma oramai la frittata è fatta... Parenti fallimentare.
Parenti insiste sul nuovo binario ma i risultati sono sempre gli stessi. Tre episodi con storie insulse. Gli irriconoscibili Luca e Paolo vengono catapultati in una realtà napoletana che non apparteniene alla loro comicità e ne pagano fortemente scotto. Il solito De Sica gigione si confronta con un Mandelli iettatore che alla fine sarà il vero vincitore del confronto. Lillo e Greg, nell'unico episodio che vale la visione, si confronteranno in una semi parodia di Rain man. Ancora una volta gag e battute usate e abusate per una comicità stantia.
MEMORABILE: L'unica gag degna di tal nome: Lillo e Greg sul treno e il "filicudo angusto".
Neri Parenti è una specie di mina vagante del cinema comico italiano. A volte riesce a fare qualcosa di decente, ma sembra quasi un caso e poi nel film successivo scende in basso come mai nessuno prima nessuno. Soprattutto viene da pensare che non sia poi così spiritoso come vuol far credere di essere. In questo film troviamo gag vecchie come il cucco, roba che neanche Banfi in Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio avrebbe avuto il coraggio di dire. Forse il peggio viene proprio da Lillo e Greg, che invece in Colpi di fulmine erano stati in gamba.
Un tentativo di ridar lustro a quel cinema che in passato ha regalato piccole perle di comicità sfruttando più attori in situazioni differenti. Qui la silloge debutta con uno spento siparietto di Luca & Paolo che si fatica a seguire malgrado la durata esigua e continua con qualcosa di ancor peggio. Si stenta a credere che De Sica si sia prestato a un segmento di tal fatta. L'unica parte che merita di essere vista, a patto di essere rimasti desti, è quella che vede il duo Lillo e Greg alle prese con una commedia semplice ma simpatica.
Davvero un prodotto di basso profilo. L'ennesima proposta di commedia a episodi totalmente distinti. Le trame di tutti e tre gli episodi sono inconsistenti e "tirate per le orecchie". Si ride un attimo ma ci si dimentica subito tutto e alla fine della visione resta ben poco. De Sica "more solito", Lillo e Greg così e così, non pervenuti i protagonisti del primo episodio che pare più un omaggio al Napoli calcio. Da evitare.
Poco riuscito cinepanettone a episodi dove chi cercava conferma delle ultime prestazioni di Lillo e Greg sul grande schermo rimane un po' deluso; la causa a mio avviso è la ricerca eccessiva di una comicità grossolana che non fa parte del loro bagaglio cabarettistico. Degli altri due episodi il meno peggio è quello con la neo-coppia De Sica-Mandelli, preferibili alla più collaudata, ma un po' stantia, Kessisoglu-Bizzarri.
Dopo il buonissimo risultato di Colpi di fulmine Neri Parenti realizza questo insulso film (?) sulla (s)fortuna. Si parte con il noioso episodio di Luca e Paolo, seguito da quello mediocrissimo con De Sica per finire (meno male) con l'episodio dove protagonisti sono Lillo e Greg, davvero terribile (forse un tentativo di rifare Rain man!). Effetti speciali assurdi. Evitabile.
Commedia a tre episodi in larga parte scialba, che risulta appena sufficiente grazie all'episodio con la coppia De Sica-Mandelli, ove si creano tutta una serie di situazioni paradossali incentrate sul potere del secondo di portare sfortuna a chiunque incontri. Non brutto ma inferiore l'episodio con Lillo e Greg, dove si ride ma in certi momenti si tira a campare. Brutta la parte con Luca e Paolo. I cinepanettoni diretti da Parenti nei primi anni 2000 erano ben altra cosa!
Estenuante arrivare sino alla conclusione quando si ha a che fare con tre episodi così deboli: il primo (con protagonisti l'amico traditore e il cornuto consenziente) è piuttosto squallido; il secondo (sull'abusato tema della jella) è il peggiore, non potendo godere di una coppia ben assortita; il terzo (anche questo non originale) parte in maniera gradevole per poi abbandonarsi a uno snodo fuori contesto. All'interno del cast emergono dalla mediocrità solo De Sica (meno esaltato del solito) e il simpatico Petrolo, i quali però non bastano a salvare un film davvero brutto.
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