C'è qualcuno in casa tua - Film (2021)

Inizia come uno spigliato reprise in chiave millennial dello slasher anni '90, quasi un So cosa hai fatto nell'era del social shaming, ma si smarrisce per strada. Il tono dei primi minuti, se non del tutto satirico quantomeno ironico (a partire dal titolo-cliché), si smorza progressivamente in favore di un approccio pseudo-drammatico decisamente non necessario. La materia non richiede la maturità introspettiva che gli autori si sforzano di portare avanti, eclissando buoni omicidi splatter dietro tediose melensaggini. Scontatissima l'identità dell'omicida e finale insapore. Peccato.

Sgargiante teen slasherino ambientato in ambiente college (ma va?) sulla scia di vecchie glorie come So cosa hai fatto (c'è la citazione di una scena) e Scream ma decisamente meno riuscito. La caratterizzazione dei personaggi come i dialoghi è quasi didascalica, di tensione ce n'è a livelli base, la sceneggiatura è relativamente prevedibile, l'idea del killer che indossa le maschere delle vittime, con relativa metafora, è buona. L'ambientazione non è male (compare il campo labirintico di granturco alla King) ma il risultato è appena sufficiente.

Mediocre slasherino che pur ricalcando modelli più noti e riusciti inizia bene e si mantiene su buoni livelli nella messa in scena degli omicidi che sanno creare la giusta dose di tensione e sono gustosamente splatter. Peccato però che poi si perda nella solite amenità giovanilistiche che fanno scemare la tensione, cui danno il colpo di grazia i soliti psicologismi d'accatto, rinforzati ed aggravati da melensaggini che a nulla giovano. Dinamiche narrative scontate, ma è il meno, e ciò che è più grave identità dell'omicida e finale abbastanza scontati. Per amanti del genere.

Ripresa dello slasher di fine anni Novanta, con echi da capisaldi del periodo come So cosa hai fatto e Scream. L'omaggio riesce perché la regia di Brice ripercorre ambientazioni e colori tipici del genere, creando un nuovo killer discretamente originale (per quanto mutuato dal meno famoso Popcorn per l'uso delle maschere) e arrivando a sorprendere addirittura con l'identità dell'assassino. Se aggiungiamo che i protagonisti sono più simpatici della media di questi prodotti, arriviamo a un giudizio assolutamente positivo.

Brice avrebbe voluto recuperare e rinverdire lo slasher anni '90, grattando il fondo del barile dell'ambientazione studentesca e dell'intruso mascherato (che in questo caso si serve di una stampante 3D ad hoc) con una parte sanguinolenta mediamente passabile, che poi si sfilaccia in psicologismi e chiacchiericci da quattro soldi e depistaggi alquanto palesi, per giungere a un finale con velleità spettacolari unite a un taglio psicoanalitico eccessivo date le circostanze. Solite goliardie, storielle e segreti sentimentali in un cliché giovanilistico già visto in tutte le salse.

Il prologo mostra la giusta unione tra ironia e violenza, con un gruppo di liceali alla Scream ma aggiornato con graditi tocchi dissacranti. Dopo i primi due omicidi, però, la tensione inizia a scemare a causa di parentesi sentimentali e drammatiche poco amalgamate col resto, riprendendosi solo nel confronto finale con il killer, particolarmente delirante. Non male, anche se una maggior attenzione al ritmo avrebbe giovato.

Una pregevole doppietta iniziale (con le aspettative che si impennano con l’omicidio in chiesa, di gran resa) alla quale segue una inaspettata caduta senza rete, agevolata da una sceneggiatura uniformemente superficiale e da una architettura dell’universo giovanile infarcita unicamente da stereotipi che fanno del politically correct dolciastro e radicale la propria bandiera, andando tra l’altro a determinare in maniera negativa anche lo svelamento del killer. Direzione appena diligente, ma del Brice curioso di Creep ci sono ben pochi segnali. Indisponente.

Horror piuttosto mediocre, con una vicenda pur interessante in cui si cerca di capire chi sia l'assassino. I momenti di paura sono veramente pochi, ma a non convincere è a dirla tutta proprio lo sviluppo narrativo, specie nella parte centrale. Il finale quantomeno riserva comunque qualche sorpresa e porta il film alla sufficienza risicata. Insipido il cast, nel quale si salva solo la protagonista. Per amanti del genere.