B. Monkey - Una donna da salvare - Film (1998)

B. Monkey - Una donna da salvare
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: B. Monkey
Anno: 1998
Genere: drammatico (colore)
Note: Tratto dal romanzo omonimo di Andrew Davies.

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Asia Argento alla sua prima importante trasferta estera si trova nelle mani di Michael Radford, reduce dal grande successo del POSTINO, che cuce su di lei la storia di una poco più che ventenne italiana a Londra, Berenice (B. è la sua iniziale, Monkey il soprannome, derivatole dalla facilità di arrampicarsi sulle pareti delle case quando si dà ai furti). Vive con un ragazzo gay, Bruno (Rhys Meyers) e frequenta anche il di lui compagno Paul (Everett), con cui ha un ottimo rapporto. Quando finalmente trova un lavoro onesto è anche quando incontra Alan (Harris), un giovane insegnante delle elementari rapito dal suo...Leggi tutto sguardo al pub. Un po' impacciato, questi riesce comunque a conquistarsi l'affetto della bella Beatrice e a portarla con lui in vacanza a Parigi, dove saldare il rapporto. Nel frattempo, a Londra, Bruno e Paul sono costantemente ai ferri corti e quando B. decide di andarsene con il suo Alan non tutti la prendono bene. Subentreranno nuovi inconvenienti, imprevisti e qualcuno tirerà pure fuori una pistola. Perché è chiaro che la storia è imbevuta di un maledettismo un po' di maniera che tuttavia la spontaneità di Asia, mista a una certa ingenuità (anche dal punto di vista della recitazione) nonché la sua indubbia predisposizione al ruolo riescono a rendere insolita e a tratti interessante. Mentre Radford ricama con stile ricercando location suggestive nell'Inghilterra sul mare, la valida recitazione del cast sopperisce in qualche modo ai difetti di una sceneggiatura non certo trascendentale, che intorno alla relazione burrascosa (ma nemmeno troppo) tra Berenice e Alan cerca di lasciare un po' di spazio anche ai due "esterni", amici da tempo e legati all'ambiente dal quale lei sta faticosamente cercando di fuggire. Con il suo caratteristico sguardo ammaliante (e un corpo che non si vergogna certo di mostrare) Asia, dal look mutevole, cattura la scena e l'attenzione come da copione, lasciando capire quanto Radford abbia costruito su di lei il film e non a torto. Una fotografia di alta qualità segna l'opera unendosi a un sistematico rifiuto dell'azione in favore di un discreto lavoro introspettivo, attento soprattutto alle decisioni eticamente travagliate di Harris, di gran lunga (dopo la Argento) il personaggio meglio approfondito, travolto dalla carica di una ragazza che non è mai troppo esuberante, invadente o dominante nei suoi confronti. Siamo nei territori del noir d'autore che si mescola al sentimentale per generare un'avventura romanticamente scorretta tutto sommato piacevole, chiusa da un finale teso e inaspettato che alza d'improvviso i toni e libera i titoli di coda senza epiloghi posticci. Nulla di nuovo, molta calligrafia ma anche una storia insieme ruvida e delicata che si segue senza fatica.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/03/14 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/04/21
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Buiomega71 10/03/14 00:19 - 2930 commenti

I gusti di Buiomega71

Storia d'amore dai chiaroscuri noir diretta da un Radford in gran forma, che regala sprazzi visivi da togliere il fiato (la campagna inglese), non rinunciando al suo gusto melomane e al suo stile personale. Asia in formissima buca lo schermo e dona una delle sue migliori interpretazioni. Impreziosito dalla fotografia di Ashley Rowe e da bellissimi brani in colonna sonora, un mix tra il gangster movie e la love story, passando da una Londra notturna sino alle verdi vallate. Finale che riecheggia quello di Witness. L'originalità latita, ma c'è grande stile in questa sinuosa "favola dark".
MEMORABILE: Asia che si ascolta "Tarantole del Gargano" mentre Radford panoramica sulle vallate; Il furto della Porsche sulla scogliera; Il viaggio a Parigi.

Hackett 1/06/14 08:22 - 1868 commenti

I gusti di Hackett

Vuoto, sciatto e senza scopo. Filmetto svogliato di un regista sopravvalutato, B-Monkey si basa quasi tutto sull'interprete femminile, un'Asia Argento che in questo caso recita e si doppia in maniera accettabile. Per il resto, attori sprecati e sceneggiatura piatta rendono la pellicola una perdita di tempo senza emozioni.

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  • Discussione Buiomega71 • 10/03/14 09:41
    Consigliere - 26119 interventi
    Sono sempre stato restio a guardarmelo, sospettando le solite tarantinate ipertrofiche

    Ma mi sono fidato di Michael Radford, regista che amo dai tempi del bellissimo Orwell 1984 (uno dei più devastanti SF mai girati, versione nera e disperata del Brazil gilliamiano)

    Una "favola dark", storia d'amore sofferta e intensa, mischiata con i chiaroscuri del "noir", e che nel finale cita sia Witness il Testimone che Cane di Paglia

    Si parte da una Londra notturna , intermezzata da un viaggio a Parigi (tra Asia che vomita in una squallida stanza d'albergo dopo una cenetta romantica a base di ostriche e Harris che finalmente raggiunge l'erezione-all'inizio ha qualche difficoltà- dopo un ballo con lei in un locale jazz e di corsa in stanza: "Fai presto, si stà ammosciando", dice Asia), per poi chiudere tra le verdi vallate della campagna inglese in un posto fuori dal mondo

    Lo stile di Radford dà ritmo e coinvolgimento al film, che sia uno squallido ospedale dove Harris fà il DJ notturno o misere stanze d'albergo (e viene fuori il Radford di Orwell 1984, nelle atmosfere), le stradine isolate e l'isolamento bucolico del Postino o il decadentismo di Misfatto Bianco

    In colonna sonora pezzi indimenticabili (da antologia Asia che ascolta "Tarantole sul Gargano" mentre Radford panoramica sulle verdi vallate) che confermano il gusto melomane del suo regista

    Asia in massima forma (anche fisica), in una delle sue migliori interpretazioni (nemmeno il sommo papà l'ha valorizzata così intensamente), che buca davvero lo schermo, tra amplessi e rapine, con la sequenza, da standing ovation, quando spara alla gamba di un picchiatore venuto per pestare Rupert Everett.

    Grande Ruper Everett nel ruolo di un "dandi" omosessuale, tossicomane e decadente

    Tra furti di Porsche in riva alle scogliere, incubi violenti, bambini terribili e traumatizzati, dialoghi sopraffini, torpiloquio e un finale violento, una storia d'amore forse inverosimile, ma intensa e narrativamente seducente

    Impreziosisce il tutto la bellissima fotografia di Ashley Lowe e le location montanare

    Radfordiano nell'anima, il suo più bel film dopo Orwell 1984 e Misfatto Bianco e attorialmente parlando, i fan di Asia andranno in visibilio.
    Ultima modifica: 10/03/14 10:28 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 10/03/14 09:45
    Consigliere - 26119 interventi
    * Il regista, inizialmente, doveva essere Michael Caton Jones.

    Fonte: IMDB

    * Il film è rimasto bloccato per tre anni (uscì in Italia solo nel Maggio 2000) per disaccordi tra il regista e la produzione, che tagliò alcune scene bollenti con Asia Argento.

    Fonte: Ciak, Maggio 2000
  • Discussione Lodger • 11/10/17 12:50
    Pulizia ai piani - 1563 interventi
    CURIOSITÀ:


    ANSA - 11 ottobre 2017

    Asia Argento shock, 'abusata da Weinstein, un incubo' - Harvey Weinstein ha abusato di me. Le dichiarazioni shock sono quelle rilasciate da Asia Argento al magazine statunitense New Yorker.
    [...]
    I fatti risalgono al 1997, quando Asia Argento aveva 21 anni, e si sono svolti all'Hotel du Cap Eden Roc, in Costa Azzurra. Con la Miramax stava lavorando al suo ruolo nella commedia 'B.Monkey. Una donna da salvare'. Racconta di aver ricevuto un invito per un party della casa produttrice: quando arrivo' pero' non c'era alcuna festa, ma fu portata nella suite di Weinstein. Li', nonostante lei abbia ripetutamente tentato di sottrarsi, e' stata costretta a subire del sesso orale, dopo che Weinstein le sollevo' la gonna. "Mi terrorizzava, era un uomo troppo grosso per me. E' stato un incubo", ricorda l'attrice, che alla fine di quel rapporto disse: "Non sono una prostituta". E Weinstein - racconta - comincio' a ridere. "Non ho detto nulla finora perche' avevo paura che potesse distruggermi come ha fatto con molte altre persone. Che potesse rovinare la mia carriera".

    Argento ricorda quindi di aver poi frequentato per anni il produttore, avendo con lui anche rapporti consensuali: "Sembrava ossessionato da me, mi faceva molti regali costosi". Ma quell'episodio iniziale ha comunque segnato la sua vita per anni: "Mi sono sentita responsabile. Se fossi stata una donna forte gli avrei dato un calcio nelle palle e sarei scappata. Ma non l'ho fatto. E' stato un trauma orribile".

    Fonte:
    http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/cinema/2017/10/10/asia-argento-accusa-weinstein-di-stupro_4ec61fc6-ec67-4876-8a33-f2b1635b6e7f.html

    https://www.newyorker.com/news/news-desk/from-aggressive-overtures-to-sexual-assault-harvey-weinsteins-accusers-tell-their-stories
    Ultima modifica: 11/10/17 13:08 da Lodger
  • Discussione Capannelle • 18/10/17 17:02
    Scrivano - 3564 interventi
    Altri retroscena su questo film legati allo scandalo Weinstein:
    http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/39-cast-39-pure-sapete-perche-39-weinstein-diede-ad-asia-argento-158859.htm