Piuttosto innovativo questo film horror in cui l'assassino è il caso, la Morte. Quando è la tua ora non c'è nulla da fare: se tocca a te tocca a te. Ecco, questo è il riassunto della trama del film. Emozionante la partenza al'aeroporto, con l'esplosione dell'aereo, dopo che cinque ragazzi e un insegnante hanno deciso di non partire causa una nera premonizione di uno di loro. Piuttosto poco credibili alcune tragiche fatalità ma nel complesso un film molto apprezzabile.
Un film originale, che porta qualcosa di nuovo nel mondo horror/thriller. A partire dal ben realizzato incidente aereo la Morte si metterà strisciante e subdola sulle tracce di coloro che non dovevano sopravvivere. Si riprenderà le loro vite attraverso incidenti di vario genere, molto ben realizzati e che impressionano parecchio per le modalità . La riuscita del film è tutta nelle idee di chi l'ha scritto, anche perchè gli attori non fanno nulla di memorabile. Da vedere.
Pellicola che porta una ventata d'aria fresca al genere impostando un sotto-filone a nuova tematica: con protagonista principale la Morte, sempre invisibile e celata dietro angoscianti presagi (visioni, sogni, sensazioni).
Ottimamente girato, ben recitato e sviluppato su una sceneggiatura scritta con particolare cura, Final Destination si avvale di effetti speciali davvero impressionanti che saranno perfezionati (a discapito della trama) nei seguiti. Qui i (ferali) conti non tornano a causa di un incidente aereo molto realistico.
Un horror-thriller declinato nella salsa dei tipici teen-movies degli anni '90-2000, ma che tra questi svetta come uno degli esempi meno disprezzabili. Un film che si lascia seguire e non annoia particolarmente, caratterizzato da un buon ritmo narrativo. Non fa paura e non trasmette inquietudine se non a livello molto superficiale, ma non si può aver tutto dalla vita.
Film che indubbiamente porta originalità nel suo genere (horror? Thriller?) ma che nel corso della proiezione annoia terribilmente. Degne di citazione le varie morti, che risultano o troppo intricate ed assurde (vedi quella in doccia) o prevedibili (vedi Bus). Senza ombra di dubbio comunque un film che verrà ricordato, se non altro per la frase del trailer: "Non puoi ingannare la morte!". Tema che verrà ripreso anche nella terza stagione di Lost (vedi Desmond, ma ancor più Charlie).
Interessante horror mainstream. L'inizio è notevolissimo e il resto del film, nonostante qualche tocco ironico di troppo, intrattiene e incuriosisce. Ci sono anche un paio di scene splatter (molto soft per la verità , ma non abbastanza per passare integre in prima serata in tv) e la partecipazione, in una piccola parte, di Tony Todd. Gli attori sono quello che sono, ma stanno bene al gioco. Intrigante.
Idea davvero interessante quella dei superstiti che non riescono a sfuggire alla morte. Il regista con mestiere mantiene alta la tensione e trasforma quello che poteva essere un teen-thriller dozzinale in qualcosa di più. Emozionanti le scene dell'aereo.
Da una premessa interessante, Wrong dirige un film più che discreto. Gli attori sono abbastanza in parte, vi sono discreti effetti speciali e nel cast c'è il cameo di Tony Candyman Todd. Finale abbastanza telefonato, ma tutto sommato discreto. Peccato che i seguiti facciano abbastanza pena.
Tra i migliori esempi di film horror giovanilistico molto di moda per un certo periodo, Final destination parte da un'idea indubbiamente piuttosto originale, una sorte di vendetta della morte contro coloro che sono sfuggiti al loro destino. Il film vive di episodi che mettono in scena morti imprevedibili realizzati con grande efficacia e spesso disturbanti per lo spettatore. Certo, spesso manca la qualità di fondo narrativa complessiva ma lo spettacolo è senz'altro efficace.
Primo di una serie di tre film, tutti incentrati sullo stesso tema. Incuriosisce e per lunghi tratti sorprende e diverte, con le scene delle varie morti ben realizzate e un ritmo che non cala mai. Buona la regia di Wong (che tornerà nel terzo film) e buon cast d'attori.
Buon film che evidenzia un minimo di freschezza in un filone spesso inflazionato da cose di poco spessore. Non va portato ad esempio di credibilità ma la regia riesce comunque a concretizzare bene un'originale idea di base che gioca su un parallelo realtà /fantasia colorandolo (anche) di tinte fosche. Attori funzionali e ben assortiti. Tre pallini.
Primo di una quadrilogia, "Final Destination" riesce a creare un nuovo tipo di assassino; non ritroviamo, infatti, nel film uomini deformi, spietati serial-killer (l'interminabile saga di Saw) o figli del diavolo (la saga di Omen), ma addirittura ora il colpevole della strage è la morte stessa, che agisce con uno schema di morte preciso e prestabilito. Diretto bene, interpretato discretamente, ha qualche buon effetto (sopratutto nell'aereo) ma è peggiore del sequel.
MEMORABILE: La sequela di effetti nella strage aerea.
Non male Final destination. L'idea di base è molto avvincente, anche se le potenzialità del soggetto verranno sfruttate solo dal secondo capitolo, diretto da D.R. Ellis. Il film di Wong, infatti, risente di un certo convenzionalismo che lo accomuna agli horror dei tardi anni 90 (Scream, Urban legend), vuoi per il cast adolescenziale, vuoi per la patina mainstream che riveste la sceneggiatura (Ellis dribblerà questo manierismo con dosi massicce di gore e con la costruzione metronomica di alcune sequenze). Non è l'horror old-school che amo, ma farà "scuola".
L’idea di partenza è sicuramente originale. Peccato non lo sia altrettanto la realizzazione. A causa di una certa ineluttabilità del narrato (la sorte dei vari personaggi) la tensione non è altissima. Non eccezionale ma dignitoso. Grande successo e due seguiti.
Curioso esperimento per inaugurare lo slasher del terzo millennio. Scomparsi maniaci e mostri vari, i giovani protagonisti si trovano a dover affrontare il ben più terribile Tetro Mietitore in persona, invisibile e (quasi) invincibile. Senza badare troppo alle sottigliezze, l’horror e l’umorismo nero si mescolano bene, dando uno spazio a quella piccola parte grottesca dentro ognuno di noi. Quella che vuole vedere la gioventù di Dawson’s Creek passata al tritacarne. Per scherzo, ovviamente.
MEMORABILE: L'incidente aereo; l'arrivo a sorpresa dell'autobus.
Buona trovata: la storia che dei superstiti di una strage siano "cercati" dalla morte può apparire un po' inverosimile ma d'altra parte si sviluppa molto bene. La grafica e gli effetti speciali sono ottimi e vanno a bilanciare così il cast di attori non proprio tra i più eccellenti. Questo successo ha permesso la ripresa di due seguiti che continuano in parte la storia lasciata in sospeso nel primo film.
Simpatica variazione sul tema "non si può sfuggire al proprio destino" messa in scena in maniera didascalica ed approssimativa, ma di sicuro un buon intrattenimento senza pretese. Attori mediocri, dialoghi standard, suspance costruita a tavolino e con disonesta ingenuità nei confronti del divertito spettatore. Con due seguiti più inutili del prototipo.
L'idea è davvero interessante e originale (l'assassino è la sorte avversa alla quale non si può sfuggire) e riesce a dare un gran motivo di interesse a quello che si sarebbe rivelato, altrimenti, uno slasher qualsiasi, seppur di buona qualità : ottimi gli SFX (l'esplosione del velivolo è stupefacente), convincenti gli attori (protagonista e professoressa in special modo), ottimi i momenti di tensione, valida la sceneggiatura e buona (e anche un po' dinamica) la regia. Un piccolo gioiello, realizzato con gran professionalità . Ottima confezione.
Ha una visione e evita di morire in un disastro aereo, ma il destino non si può evitare. Ottima l'idea (in sostanza, una moderna partita a scacchi con la morte) e molto buona la tensione che si sprigiona soprattutto negli inesorabili incidenti letali. Incredibilmente, nonostante ingenuità (parecchie) e prevedibilità (pure), il film riesce a generare una discreta ansia: infatti, non è il cosa ma il come la vera chiave di volta dell'opera, proprio come accade nella morte, dove il morire è certo, e quel che sconvolge è il come e quando.
Terrificante carnevalata capace di buttare in ridicolo un'idea di partenza quasi discreta, "graziata" dal solito cast di faccette mediocri e dimenticabili. Sicuramente è in grado di intrattenere ma, insomma, un teatro di marionette è capace di farlo in egual modo. L'unico momento in cui ho visto la luce è stata la breve sequenza con il grandissimo Tony Todd (alias Candyman): breve e discretamente ridicola pure quella per carità , ma almeno con un attore! E diamine.
Attrarre gli adolescenti e non fare arrabbiare i critici. Questo è stato lo scopo dei produttori del film, che hanno creato una pellicola di successo con il pregio di un'idea originale da cui far scaturire la tensione e il difetto che nel corso del film la stessa idea diventa scontata e la tensione si smorza. Vi è inoltre fantasia nel creare i fatali episodi e la collaterale analisi del tema della predestinazione. A migliorarlo ci ha pensato il sequel. **!
Nel marasma sconfinato di teen-horror, Final destination riesce a ritagliarsi uno spazio di notevole rilevanza ed il merito va imputato principalmente alla geniale idea di partenza. Nello svolgimento si alternano parti decisamente riuscite (soprattutto la sensazione claustrofobica dei primi 15 minuti) ad altre che non sono altrettanto convincenti (l'ultima parte). Discreta la regia di Wong. Buono.
La Mater tenebrarum è la vera protagonista di questo piccolo gioiellino, ottimamente diretto dal cino americano Wong. Crea gustosi "incidenti domestici", decapitazioni e funeste coincidenze alla The omen, con in sottofondo le canzoni di John Denver (colpo di genio assoluto), oppure piccoli segnali mortiferi come l'incidente di Lady Diana o Hare Krishna porta sfiga. Parco nel settore splatter, guadagna in tensione e momenti gustosissimi, come nel cameo di Tony Todd (che sia il tristo mietitore sotto spoglie umane?). Finale da cardiopalma a Parigi.
MEMORABILE: L'auto tra le sbarre del passaggio a livello, segue inaspettata decapitazione; Il pezzo di John Denver che preannuncia catastrofi mortifere; Il finale.
Primo capitolo dedicato alla serie di film senza senso conosciuta con il nome di "Final destination". Un ragazzo prevede un disastro aereo, salva alcuni dei suoi amici ma la morte tornerà a perseguitarli. Del cast si salva solo Ali Larter, mentre Seann William Scott e Tony Todd sono il peggio del peggio. Quest'ultimo poi interpreta il necroforo e non si sa come sappia tutto sulla vicenda della morte. Alcune sequenze sono realizzate discretamente (vedi quella di Parigi), ma per la sceneggiatura non si può fare proprio nulla.
L'anelito della morte su una scolaresca americana in partenza per Parigi. Pellicola giovanilistica che fa delle morti spettacolari e rocambolesche il suo timbro ufficiale. Qualche idea affascinante appare, ma tendenzialmente l'esperimento sembra scivolare nel banale.
Teen-horror che ha il merito di aver inaugurato una bella saga. Vincente l'idea di partenza, così come è girato molto bene l'incipit aereo; poi il ritmo cala e per più di mezz'ora succede poco o nulla. Quando la Morte comincia a entrare in gioco le cose si fanno più interessanti, ma bisogna notare come sia le coreografie degli "incidenti" che il tasso di sadismo e cattiveria siano ancora nella norma, rispetto a quel che succederà nel resto della serie. In definitiva un po' noioso, ma si becca mezzo pallino in più per l'idea originale. **!
Va bene, l'idea di base potrebbe essere avvincente e forse persino originale; ma vogliamo condire questo canovaccio con qualcosa di decente e non riempirlo dei soliti triti e ritriti canoni dell'horror di fine secondo millennio? No, a quanto pare. E quindi il risultato non può che essere un film con scene prevedibilissime e per tale genere questo è la morte. Il cast è scadente, la colonna sonora inadeguata e il sonoro uno dei peggiori nella storia (Gesù, i vagiti nella sequenza della cerimonia!). Buona l'idea, mediocre lo sviluppo.
MEMORABILE: Non memorabile ma sufficientemente apprezzabile la scena presso la casa di Clear.
Horror a suo modo originale, che cercando un nuovo nemico da affrontare lo trova semplicemente nella morte, accampando teorie astruse ma ingegnose che danno vita a una sequela di incidenti ben girati e che trasmettono tensione. A non convincere sono un po' i personaggi, che per lo più sbraitano impauriti senza incidere troppo. Comunque regia e messa in scena sono di ottima fattura e un paio di morti lasciano il segno. Buono.
Ottimo horror moderno, una sorta di punto di non ritorno dello slasher. Non ci sono assassini mascherati o mostri, ma la Morte stessa a trovare modi sempre originali per sterminare le sue giovani vittime. I primi minuti, con la visione del protagonista e l'attenzione ai piccoli dettagli che suggeriscono nefasti avvenimenti, sono un campionario di suspense che culmina nello spettacolare incidente aereo. Il film si arena sul finale, con un climax "piovoso" poco coinvolgente. Per il resto 90 minuti di intrattenimento con un tocco di crudeltà .
MEMORABILE: L'incidente aereo (sia la prima ripresa all'interno sia quella in lontananza all'esterno); La morte nella vasca da bagno, angosciante; L'autobus.
Capostipite di una delle saghe horror più note e interessanti degli anni 2000. L'assunto alla base (l'ineluttabilità del destino) non è certo una primizia ma qui è ben veicolato da alcune morti memorabili, sia per la dinamica che per la messa in scena. Gli attori se la cavano, con menzione speciale per Ali Larter, protagonista anche del secondo capitolo. Inquietante, al limite della macchietta, il coroner Tony Todd, autentico filo rosso che unisce questo al quinto film dando luogo a un'opera circolare. Nel complesso una pellicola piacevole.
Tipico horror adolescenziale dei primi anni 2000, buono appunto se lo si guarda a quell'età, dimenticabile a una visione successiva. Il ritmo e lo spunto non sono male, il film scorre ed è piacevole. Sono troppe però le scene poco credibili o forzate. La sceneggiatura poi pecca nel finale, facendosi confusa e perdendo la strada del divertimento. Dialoghi di sconfortante banalità. Ci si può consolare solamente con le morti spettacolari ed efferate che attendono il gruppo di protagonisti. In mezzo a tutto questo però, francamente c'è molto poco.
Se – Faber dixit – colpirla nel cuore è una vittoria di Pirro, si può sempre provare a nasconderle la falce, rimapparle i disegni disgregatori e procrastinarne l'arrivo. Ma la più stakanovista delle mietitrici ha uno storico esperienziale ingombrante e non la si infinocchia impunemente. Coniando un trademark (il gioco a nascondieno) pronto per la serializzazione selvaggia, Wong scongiura la morte dell'horror: imbriglia il teen-slasher in un'originalissima tenzone metafisica e trova il suo affondo di alabarda divertendo con ostensive coreografie dell'irrimediabile. Deadicatissimo.
MEMORABILE: Tod (in tedesco, morte); Candyman propedeuta!
Un ragazzo prova a cambiare il destino (non solo suo) sfidando la Nera Mietitrice. Intrattiene il giusto, non ci si annoia. Dinamiche tutto sommato accettabili, anche se manca un punto di svolta che faccia fare il classico salto sulla sedia. Abbastanza adrenalinico, comunque, e poco banale. Ben diretto da James Wong. Discreti gli effetti speciali. Mediocre la colonna sonora.
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*Come giustamente fà notare la scheda di Ciak del film, Wong si rifà alla lezione di Joe Dante per L'ululato o Fred Dekker per Dimensione terrore, chiamando i suo personaggi con i cognomi di: Browning, Murnau, Lewton, Dreyer, Chaney, e Hitchcock.
*Nella stanzetta di Devon Sawa troneggia il poster di Pecker di John Waters.
Lo trovato molto più carino di 9 anni fà .
Gustose morti domestiche e bizzarre da far invidia alla serie The omen, l'arrivo della "signora in nero" che mi ha ricordato il piccolo capolavoro jacksoniano di Sospesi neltempo, impressionante disastro aereo da far invidia a quello di Castaway, finale mozzafiato en france, e su tutto il pezzo di John Denver porta sfiga e funesto mica poco. Così come i piccoli segnali mortiferi, dall'incidente di Lady Diana sino a hare krishna menagramo.
Il finale con Sawa vs cavo elettrico imbizzarrito potevano risparmiarselo, ma nel complesso una piccola gemma che dà più scosse di un defibrillatore!
Sulle ultime note del film schedato Wikipedia riporta questo: . Nella versione italiana del film i traduttori hanno sostituito "Denver" con "Lennon". Quindi dalla scena del film risulta l'erronea informazione che John Lennon sarebbe morto in un incidente aereo, mentre quest'ultimo fu ucciso da una sparo di un fan.
Niente di più sbagliato, visto che nell'edizione italiana il nome di John Denver NON viene cambiato con quello di John Lennon.
Buiomega71 ebbe a dire: Sulle ultime note del film schedato Wikipedia riporta questo: . Nella versione italiana del film i traduttori hanno sostituito "Denver" con "Lennon". Quindi dalla scena del film risulta l'erronea informazione che John Lennon sarebbe morto in un incidente aereo, mentre quest'ultimo fu ucciso da una sparo di un fan.
Niente di più sbagliato, visto che nell'edizione italiana il nome di John Denver NON viene cambiato con quello di John Lennon.
Caro Buio,quando ho visto il film mi era sembrato di sentire "Lennon".
Poi ho risentito la frase dieci volte e hai ragione rimane "Denver".
Niente di più sbagliato, all'aeroporto si sente la canzone di John Denver, e Sawa dice:"John Denver! E morto in un incidente aereo".
La prof Lewton mette su il vinile di John Denver.
E nel finale a Parigi i menestrelli(!) cantano John Denver.
Di Lennon non si fa alcuna menzione.
Non sò dove ha preso queste info Wikipedia, ma sono decisamente errate.
Quello che dici è assolutamente corretto.Però All'aeroporto Sawa dice velocemente "John Denver" ed è facile per il nostro cervello confondersi con il più famoso "John Lennon".
Te lo dico perchè mi sembrava davvero fosse Lennon, mi sono servite dieci volte per capire che la pronuncia fosse Denver...
Veramente si capisce subito che Sawa dice Denver(non per nulla echeggia una sua canzone), mentre è seduto sul water all'aeroporto.
Non sono una cima in fatto di canzoni o cantanti, eppure si sente nettamente sia il nome che la canzone, poi ripetuta nell'arco del film nelle scene clou.