Terza opera che vede Nuti diretto da Ponzi e forse la meglio strutturata dal punto di vista narrativo. Non c'è nulla di nuovo rispetto ai film precedenti, anzi stavolta il personaggio di Nuti ha ancora più spazio per gigioneggiare rispetto al passato. Il ritmo è lento e la noia fa capolino in più di un'occasione, però il risultato finale non è del tutto pessimo e un'occhiata al film si può anche concederla.
Nella sostanza la considero la prima regia di Nuti (che tra l'altro co-sceneggia). L'artista pratese si carica sulle spalle l'intero film mettendoci il meglio del suo repertorio tra pause, sguardi, silenzi, monologhi senza controllo e divertenti infantilismi, con una prova che al tirar delle somme risulta molto intima e personale, quasi sognante. I tormenti sentimental/lavorativi del protagonista poi sono un triste presagio di quella che sarà la reale parabola della vita di Francesco, tra solitudine, alcol e insuccessi lavorativi. Un'opera da rivalutare!
MEMORABILE: La travolgente esibizione canora di Nuti (la canzone si intitola come il film:"Son contento").
Sebbene sia diretto (per la terza volta) da Maurizio Ponzi, il film è a tutti gli effetti un opera di Francesco Nuti, forse la prima in cui l'attore toscano si mostra senza alcun filtro interposto. Il film è totalmente incentrato sull'approfondimento del suo personaggio e da questo punto di vista appare a volte fine a sè stesso senza il necessario confronto con altri personaggi compresa la copotragonista femminile. Il film è comunque piacevole ed ha il pregio di un finale non consolatorio.
Più amaro e intimista degli altri due suoi film girati da Ponzi, questo è però anche il più spesso e maturo, dove sono più evidenti, sia pure in nuce, gli elementi che caratterizzeranno buona parte della carriera di Nuti: la pulsione autodistruttiva, il narcisismo, la strabordante verve improvvisativa, una comicità con tocchi surreali e anarcoidi, fatta di pause spiazzanti. Giuffrè e la De Rossi fanno il loro mestiere, il regista si limita a non disturbare.
Forse uno dei migliori film di Nuti: alcuni monologhi sono spassosissimi, la coppia con Giuffrè funziona e la storia ha quel tocco di amarezza solito dei suoi film con un finale che può spiazzare chi si aspetta il classico happy ending delle commedie italiane. Leggermente inutili e lunghe le scene cantate dei vari spettacoli in cui si esibisce il protagonista. Simpatico cameo di Ricky Tognazzi.
Nuti protagonista in questa pellicola diretta da Ponzi. Il suo personaggio viene scandagliato e si evidenziano le battute da cabaret tendenti alle freddure. Una discreta commedia intimistica priva però di un qualsivoglia slancio se si eccettua la serata al Kursaal. Per la De Rossi anonima presenza.
Anche la più banale delle trame, ovvero "lui alla frutta perché lei l'ha lasciato", se narrata con stile può risultare interessante e lasciarsi apprezzare. Nuti in stato di grazia costruisce il suo personaggio, vittima del fattaccio e - soprattutto - delle relative conseguenze, mettendone in risalto debolezze e guizzi di lucidità con realismo e sottile ironia. La De Rossi è preferibile in Nosferatu a Venezia (il perché è facilmente intuibile). Finale non brutto ma al di sotto delle aspettative, oltre a qualche lungaggine da musicarello bis.
Si fa guardare per l'ottima interpretazione di Nuti, per le sue qualità evidenti anche come cabarettista, che però nel finale ci lascia incerti sulla qualità della scrittura, fin troppo incentrata su una qualsiasi storia sentimentale lasciata e poi chissà perché ripresa. Barbara De Rossi un po' troppo monocorde per un ruolo femminile accanto a un Nuti sarcastico e con l'accentuato non-sense caratteristico del comico toscano. C'è di meglio.
Commedia divertente e tagliata su misura per Nuti, incentrata sul suo personaggio e sulle sue travagliate vicessitudini amorose. C'è poco altro; i ruoli secondari sono poco incisivi e Francesco, come in un lungo pezzo di cabaret, è il centro della scena per tutto il film. Regia piatta di Ponzi, Nuti regista fará di meglio.
Un film che parte da un'idea interessante: un uomo tenta di lasciarsi dalla donna amata visceralemente e tenta di convincersi senza riuscirsi ("Son contento per "). Ci si mantiene sempre sul filo della genialità mescolata a parentesi non proprio brillanti. È nelle parti più dialogiche che si vedono davvero le potenzialità di Nuti, che si immerge in una continua ricerca di nuove parole, un monologo senza fine ("I pesci "). Sicuramente molto lontano dal Nuti più conosciuto (è l'ultima regia con Ponzi). Musiche dei Barluna.
A pelle si direbbe che Ponzi più che il regista si sia limitato a far l'operatore, perché Son Contento è forse il più personale dei film di Nuti, sia per la storia raccontata che per i testi: poetici, malinconici, crepuscolari (il monologo finale è un vero capolavoro di visionarietà). Ad affiancare l'ex giancattivo un memorabile Carlo Giuffrè (David per la sua interpretazione) e la bella De Rossi. Piccolo ruolo per Ozpetek, futuro aiutoregista di Nuti. Apprezzabile l'assenza dell'happy ending, sostituito da un finale aperto e spiazzante.
Francesco, un cabarettista che canta e recita per locali, viene abbandonato dalla sua fidanzata scombussolando la sua già precaria vita d'artista. Commedia dai toni malinconici e notturna - come la vita del protagonista - tutta incentrata sul Nuti Anni '80 che conosciamo (silenzi, crisi dei trentenni, elucubrazioni mentali ecc.), che Ponzi dirige - per la terza e ultima volta - senza troppo disturbarlo. Il fragoroso successo di Io, Chiara e lo Scuro ha un po' oscurato questo film, meritevole di un forse più attento sguardo.
Comico da balera viene mollato dalla fidanzata e andrà in crisi. Nuti scrive un personaggio che utilizza la comicità da cabaret con monologhi introspettivi giocati sul ritmo. Clima perlopiù malinconico (anche per le scelte esterne) nonostante piccole escandescenze che risultano aggressive. Confezione scarna ma il protagonista regge bene il peso di tutti i dialoghi. Buona scelta Giuffrè.
MEMORABILE: Il postino fatto sedere in casa; La canzone di Reagan Jr; La De Rossi che se ne va dal teatrino.
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Aiuto regista di questo film fu Ferzan Özpetek, che vi interpretò anche Il ruolo di un madonnaro. È stata questa l’unica interpretazione attoriale del celebre regista italo-turco, che debutterà come tale nel 1997. Nel fotogramma lo vediamo accanto al protagonista del film, l’indimenticato Francesco Nuti: