Save the last dance - Film (2001)

Se siete in cerca di almeno un elemento di originalità potete tranquillamente stare lontani da questa pellicola in cui tutto è già stato visto, fatto anche meglio, in decine di altri prodotti. Lei giovane ballerina classica lascia la città dove viveva con la mamma defunta e raggiunge Chicago. Qui frequenta la scuola dove conosce un ballerino di hip hop di colore. L'amore tra i due ridarà gioia di vivere alla protagonista. Niente che possa entusiasmare, a cominciare dalla recitazione degli attori e proseguendo con una regia piatta. Dimenticabile.

Aspirante ballerina classica (bianca) incontra ballerino hip hop (nero) e sboccia l'amore a suon di musica. Storiella sentimentale leggera leggera, con timidi accenni al conflitto razziale e al dilemma tra essere bravi ragazzi o mettersi su una cattiva strada. Ben diretto, soprattutto nelle parti danzate, il film con il suo linguaggio semplice e semplificante è diretto espressamente agli adolescenti, coccolandoli in un bozzolo di buoni sentimenti.

Film segnato da un grande successo commerciale (perlomeno negli states) il che non meraviglia in quanto si tratta del classico prodotto confezionato a tavolino con l'intento (centrato) di piacere alle giovani generazioni: una storia sentimentale (e in parte strappalacrime) che si fonda su valori universali condita da giuste dosi di ballo e musica commerciale. Nulla di originale (con una regia peraltro piuttosto impersonale) ma tutto realizzato con professionalità ed interpreti adeguati ai ruoli.

Atroce come pochi. Di film di questo genere, nei primi anni 2000, ne sono stati fatti a fiotte e tutti con risultati davvero sconcertanti. Questo è uno dei peggiori e quindi uno dei migliori rappresentanti del genere. Tanto è la pochezza di tutto.

Trama, intreccio e tutto il resto sono piuttosto scontati in questa pellicola che rappresenta la classica commedia sentimentale americana. Tuttavia la parte musicale del film (ovviamente per chi ama il genere) è molto bella e coinvolgente. Tutto sommato si segue bene e piacevolmente.

La "solita" storia della ragazza che si ritrova da un giorno all'altro a vivere in un mondo diametralmente opposto a quello a cui era abituata, viene trattata con ulteriore e imbarazzante superficialità dal regista Thomas Carter, anche a causa di una sceneggiatura terribilmente stucchevole (inutilmente lungi e strazianti i balletti) e prevedibile. Le interpretazioni, in generale abbastanza impacciate, rasentano la sufficienza. Si salva la colonna sonora.

Tanto rumore e pubblicità per nulla per questo ennesimo ed inutile figlio di Fame che ha parte della sceneggiatura completamente copiata da Bronx di De Niro (l'amore interraziale avversato da tutti con amici di lui teppisti, che fanno una brutta fine). Inferiore persino ai più economici film della serie Step up, dove almeno si vedono veri ballerini e bellissime coreografie hip hop. Regia pietosa con un cast impacciato. Solo la Stiles cerca di mostare un po' di professionismo ma, ancora acerba all'epoca, ci riesce davvero molto poco.

Danza classica e hip-hop, riscatto personale, conflitti razziali... ma quanta superficialità nel trattare tutti questi argomenti! Uno dei tanti cloni di Fame, diretto con scarsa abilità da Thomas Carter e segnato da una sceneggiatura banale. Non c'è un autentico dramma, tutto è all'insegna dei buoni sentimenti in stile omnia vincit amor. Nonostante questo, fra i due protagonisti non manca del tutto l'alchimia, ed è abbastanza raro trovare sullo schermo una coppia interrazziale composta da una ragazza bianca e un ragazzo di colore.

Il bianco e il nero, il classico e il moderno. Queste le basi su cui poggia questa commedia dalla forte sonorità, ben interpretata e altrettanto convincente in fase di regia. Ovviamente i passaggi sono quelli che ci si attende da prodotti di tal guisa, con la storia d'amore e le difficoltà legate alla pelle e alla interazione sociale (con la discriminazione osservata da due punti differenti), le sfide e il sudore. E la lacrima sempre pronta a scendere... Ma il risultato è frizzante e sicuramente discreto.

In seguito alla morte della madre una giovane ballerina (Julia Stiles) si trasferisce dal padre. Qui troverà l'amore e potrà continuare a realizzare i suoi sogni. Mettendoci un po' di tutto (amore interrazziale, dramma, ballo) il regista pensa di non sbagliare e invece, quello che ne esce, è un trattazione superficiale di argomenti che meriterebbero miglior rappresentazione. Pure le scene di ballo, che in altri film sono spettacolari, qui risultano poco coinvolgenti. Tra tutti i film che ho visto di questo genere, questo è uno dei più brutti.

Uno dei tanti cloni di Saranno famosi (ma c'è di peggio) che ha i suoi limiti non tanto nella storia, che presenta qualche spunto discreto (i conflitti interrazziali e il tema del riscatto) quanto nella regia anonima e nell'arrivare in ritardo rispetto ad altri film simili. Accettabile il cast, soprattutto la tenerissima Stiles e buono il successo all'uscita nelle sale. Si può vedere tranquillamente.

Racconto tutt'altro che originale della ragazzina ballerina bianca che si trasferisce col padre a Chicago dopo aver perso la madre. Qui si innamora di un ragazzo di colore che ama l'hip-pop. Sicuramente un film adolescenziale ma i giovani protagonisti sono bravi e performanti. Sul tema trattato c'è molto di peggio e la storia, se pur leggera, raggiunge l'intento di far passare le quasi due ore in maniera spensierata.