Lo voglio morto - Film (1967)

La guerra civile è agli sgoccioli, Clayton vuole ritirarsi e comprare un ranch, uno stallo della trattativa lo allontana dalla sorella, che viene violentata e uccisa. Nell'operazione-vendetta Clayton scopre un traffico d'armi.... Western non malaccio di Bianchini, con un ottimo Craig Hill e una bella Massari, afflitto da qualche lungaggine, ma che può vantare una pregevole fattura e una galleria di facce degna dei migliori titoli del genere. Buone anche le musiche del prolifico Fidenco (altro che granelli di sabbia...)

Sceneggiatura scheletrica e inverosimile, tutta focalizzata sugli innumerevoli pestaggi subiti dal protagonista Craig Hill (al quale, peraltro, era già stata stuprata e uccisa la sorella, interpretata dalla Businari, fresca Miss Italia); la sua vendetta, cercata per tutto il film, è ridicola e si snatura in una legittima difesa. L’asso nella manica è la Massari, che dona umanità e romanticismo: questo, insieme all’elevato tasso di violenza, ha reso il film di Bianchini – immeritatamente - un cult.

Che bella dormita mi son fatto vedendo questo spag! L'andatura sonnolenta della storia, che vede un Craig Hill quasi Terencizzato-periodo "serio" ha ben pochi guizzi, nonostante la confezione media che in teoria lo dovrebbe risollevare dalla terra desolata del western Z. Però Bianchini ha la mano moscia nel seguire le vicende di vendetta (abbastanza irrealistiche) del protagonista che deve beccare l'assassino della sorella in un universo d fine guerra di seccessione. La Massari fa bene quel che deve ed è sempre bella ma... cui prodest?

Non male questo western italo-spagnolo ambientato agli sgoccioli della guerra di secessione, con discreta dotazione di mezzi ed elevato tasso di violenza a tenere desta l'attenzione data l'elementarietà della trama (ma questo rientra nella norma). Ben riuscita anche la rappresentazione della corrotta e immorale condotta di un periodo senza legge e con pochissimi riferimenti certi. Hill (Craig) a volte assomiglia a Hill (Terence), con la differenza che è più serioso.