Chi si aspetta un porno soft pruriginoso alla stregua delle
Emmanuelle rimarrà terribilmente deluso e a bocca asciutta.
Sì, perchè questo
Nèa (furbescamente rintitolato , in italiano, piazzandole dentro il nome della eroina della Arsan-che non c'entra un tubo-con manifesto ad effetto tipico degli erotici dell'epoca)non e per nulla un erotico, e si discosta anni luce dai porno soft francesi o italici che infestavano i cinema all'epoca (anno di grazia 1976)
Un pò dramma, un pò commedia, un pò ribellione (mal)adolescienziale, un pò storia d'amore, un pò fumettone alla
Beautiful
Una ragazzina ribelle e anticonformista 16enne di rara antipatia e arroganza (a tratti davvero insopportabile) Sybille (l'attrice scandinava Ann Zacharias) è appassionata di letteratura erotica (che "gratta" in libreria come l'Ania Pieroni in
Tenebre soffiava nei supermercati) e si crogiola nell'autoerotismo. Una notte ha la brillante idea di buttar giù a penna un romanzo erotico, intitolato
Nèa-lettere erotiche a Emmanuelle. L'editore quarantenne affascinante legge le prime pagine e sente aria di capolavoro (proprio così!) e le commissiona la stesura completa con un contratto firmato col sangue (non chiedetemi il perchè). La ragazzina và di getto a scrivere il romanzo erotico del secolo, ma poi si blocca perchè lei (a parte gingillarsi la topina)non conosce le gioie del sesso. Chiede allora al suo editore di iniziarla ai piaceri dell'amore cosìcchè lei possa introdure le sensazioni nel suo romanzo. L'editore prima tentenna, poi cede al ricatto, e alla fine la tradisce, la ragazzina picchia in piedi un casino che la metà avanza, visto che l'editore non solo si prende i meriti ( Sybille non può firmare il libro col suo nome perchè minorenne) del romanzo che diventa il caso dell'anno (superando nelle vendite anche
Histoire D'O!), ma si porta a letto pure la sorella maggiore Florence. A questo punto, la viperella Sybille trama vendetta, inscena uno stupro ai suoi danni commesso proprio dall'editore, e...
Al di là della sospensione all'incredulità (che nei film non guardo quasi mai, in effetti) con il tempo alquanto bizzarro (sembra estate, ma il giorno dopo nevica, poi torna il sole e pare primavera, poi nevica ancora) vabbè che siamo a Ginevra, ma non esageriamo! E che una ragazzina supponente, odiosa, saccente e rompicoglioni diventi una specie di Anais Nin con quattro scarabocchi scritti su un foglio, francamente e ben poco credibile
Nelly Kaplan è una superfemminista (e si vede), tratta l'erotismo (quel poco che c'è) con gusto tipicamente femminile (distante secoli da quello che potrebbe fare un Just Jaeckin o un Walerian Borowczyk, per dire), esaltando la sua passione per la letteratura, marcando l'erotismo scritto per sole donne, l'autoerotismo femminile (Sybille si masturba, così la sorella Florence), il lesbismo libero da ogni convenzione (la madre di Sybille ama e fà all'amore con la moglie del marito), le crisi adolescenziali di una ragazzina e i suoi primi amoretti per l'uomo maturo e fascinoso che scatenano perfidie e gelosie tipicamente femminee.
Insomma erotismo trattato da una donna per sole donne, verebbe da dire, cosa che un regista uomo avrebbe evitato magari per qualche morbosità erotica in più
Nulla da eccepire sulla confezione. La regia della Kaplan e molto ricercata (negli ambienti, nelle location svizzere, nella fotografia, nella direzione degli attori, in alcune situazioni molto realistiche, negli interni) che discosta di molto il film dagli erotici dell'epoca
Mette pure alcuni ingredienti "fiabeschi" (Sybille con mantella rossa che rimanda a Cappuccetto Rosso, il gatto, l'antro dove scrive il libro, pieno di chincaglierie goticheggianti, la villa dell'editore sul lago, la stanza segreta chiusa alla Barbablù)
Poi vira nel dramma (Sybille accusa l'editore di averla stuprata, e inscena lo sturpo con lo sperma del giovane e brufoloso factotum, che si spalma sulla vagina e sulla vestaglia dell'uomo, per poi graffiarsi le gambe con le unghie e correre dispertata "
Mi ha fatto male...Mi ha fatto male" in mezzo alla neve , per finire dinanzi a una chiesetta che celebra un matrimonio con musichette tirolesi). Cosicchè l'uomo si trova incastrato solo perchè non se la fila, anche se la chiusa finale lascia l'amaro in bocca
Momenti da commediaccia (la lezione di educazione sessuale in classe, che manco
L'insegnante, il gatto che ruggisce!-ma perchè?-) si alternano ad altri piuttosto inquietanti (esempio: il cavallonesco incubo dell'editore che racconta a letto alla sua segretaria) e un erotismo (quello che c'è, non molto in verità) molto femminile, più di testa che di carne e citazioni letterarie presuntuose a Appollinaire, De Sade e alla stessa Arsan
La Kaplan è molto ambiziosa, ma il suo racconto le sfugge di mano, risultando spesso molto noioso e ben poco appassionante (i dialoghi si alternano, alcuni ben scritti, altri tremendamente spocchiosi)
Insomma, curioso lo è, ben curato anche, ma anche piuttosto monotono e senza particolari sussulti
Più dalle parti della
Lettrice e a certo cinema di Roger Vadim, che nulla ci azzecca con le avventure erotiche dell'eroina di Sylvia Kristel