The Yellow Sea - Film (2010)

The Yellow Sea
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Titolo originale: Hwanghae
Anno: 2010
Genere: gangster/noir (colore)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/02/13 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 12/02/13 09:21 - 12684 commenti

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Oppresso dai debiti, il protagonista accetta l'incarico di uccidere un uomo, ma altri hanno commissionato lo stesso delitto... Dopo il bellissimo esordio, la conferma di un nuovo grande regista subcoreano con un'opera complessa e non sempre decifrabile, che alterna il quadro sociale (le condizioni misere dei sinocoreani, le terribili sequenze dell'immigrazione clandestina) con il thriller classico (la preparazione dell'omicidio), il cinema di inseguimento ed il furore dei combattimenti ad arma bianca, corpo a corpo. Finale elisabettiano, chiusura straziante, un film da ricordare.
MEMORABILE: Di notte, in campo lungo, la barchetta dalla quale viene gettato in mare un corpo ed un fagotto

Mickes2 1/04/13 19:05 - 1670 commenti

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Decisamente tirato per le lunghe, The yellow sea non ha certo la forza espressiva di The chaser. I fili della trama si distendono sul thriller vendicativo ma nel rush finale gli snodi si affastellano e l’intensità generale viene smorzata da inseguimenti reiterati; laddove serviva un approccio più sobrio, chiarificatore e riflessivo, Na schiaccia ingiustificatamente l’acceleratore. Rimane un affresco nero pece di una società decadente nonchè l’allarme, giustamente sbattuto in faccia, delle tragiche dinamiche dell’immigrazione. Discreto.

Paulaster 1/08/13 09:58 - 4439 commenti

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Sceneggiatura che parte esile e poi si dipana in troppe vendette e rese dei conti, con una durata eccessiva e poco appeal del protagonista. Personaggio credibile a spanne, un disgraziatello che incute poco pathos ma si salva come un supereroe. Regia che filma mossa e quando passa all’azione imita lo stile americano, confuso e zeppo di incidenti. Fotografia di blu pregnante e fredda, incide poco e resta pesante. Ci si aspettava un dramma da disperati e invece capita un thrillerone sbiadito diviso in capitoli.

Schramm 17/09/13 12:18 - 3495 commenti

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Epopea del pavimento geopolitico lavato col sangue, saga del balenar di coltelli che affondano nelle carni della storiografia e di accette che sfondano il cranio al falso benestare interetnico, collasso che si fa kolossal. Poi c'è il film, una carta geografica tracciata col sangue, starover di vendette e controvendette vieppiù iberboliche, di efferatezze vieppiù enfatizzate, di trame e sottotrame ipertrofiche che giocano a cavallina e che si snodano e riannodano senza soluzione di continuità (e non sempre limpidamente) in 157' corposi come la vinaccia che imbriaca malamente al primo sorso.

Galbo 30/11/13 07:31 - 12405 commenti

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Film coreano che ha per protagonista un giovane che cerca di affrancarsi da una condizione di estrema disperazione personale ed economica. Il regista mescola assai abilmente il noir all'action, dimostrando una padronanza non comune del mezzo (evidente nelle scene d'azione) e dirigendo una vicenda assai cupa, che fa ricorso a scene di violenza estrema sempre funzionali alla storia. La seconda parte presenta un escalation narrativa di grande tensione. Notevole la prova del protagonista.

Cotola 4/01/17 02:07 - 9068 commenti

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La conferma che Hong-Jin non è uno qualsiasi, ma ci sa fare eccome. Come nel precedente film, anche qui le tinte sono nerissime e disperate e c'è grande capacità nel mantenere alto il ritmo ed il livello di coinvolgimento. Anche la tecnica è ad alti livelli e le scene di azione sono girate magnificamente, anche se forse si può lamentare qualche eccesso di spettacolarità e nel rendere certi personaggi quasi immuni a tutto. Finale che non chiude perfettamente il cerchio, ma credo fosse la volontà del regista.

Hackett 3/01/17 14:35 - 1867 commenti

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Il bravo regista coreano confeziona un altro film ad altissima tensione, dove la violenza e la disperazione degli emarginati sfociano in una caccia all' uomo senza tregua e senza speranza. Da sottolineare come ancora una volta, nei lavori del regista, il crimine sia assoluto centro della vicenda e la polizia un puro e inutile intermezzo comico. Tecnicamente molto ben girata, la pellicola conta anche attori particolarmente adatti, soprattutto il bravo protagonista.

Rufus68 12/02/17 22:38 - 3848 commenti

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Il film getta con sicurezza le sue premesse, ma le sviluppa limitandosi a una vicenda d'azione che si sfilaccia, a tratti, persino in sequenze fracassone alla Squadra Speciale Cobra 11. Alcune esplosioni di violenza sono girate con mano sicura: sorge il sospetto, tuttavia, che siano inessenziali, nella loro evidente brutalità, all'economia della trama. L'impressione, a posteriori, è quella d'un prodotto formalmente sopra la media, privo d'una reale profondità (il rapporto del protagonista con la moglie e la condizione di joseonjok).

Minitina80 26/11/17 10:47 - 2986 commenti

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Un noir coreano diretto e sfrontato che trova il tempo di mostrare la difficile condizione dei Joseon. Si entra presto in una escalation di violenza inarrestabile che assolve la sete di adrenalina dello spettatore, ma guardando oltre ci si accorge che Na Hong-Jin ha anche altro da dire. L’unica vera pecca la si trova nelle scene d’azione e nelle colluttazioni che intaccano il livello di credibilità di alcune situazioni. Il minutaggio non è indifferente, forse spropositato per un film del genere, anche se raramente di ci si annoia per davvero.

Giapo 5/03/18 10:15 - 246 commenti

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Gu-nam è un tassista frustrato che deve venire a sordidi patti con la malavita per far fronte ai debiti di gioco. Poi il tassista si trasforma in Jake Blues, comincia a ridicolizzare la polizia e a seminare panico tra la criminalità organizzata. Quello che sembrava un noir crudo e disperato si perde in un action violento e poco credibile, dalla trama sempre più intricata e confusa. L'eccessiva durata e la regia da "mal di mare" non aiutano a renderlo più digeribile.
MEMORABILE: Lo scontro finale a colpi di accetta.

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Nicola81 6/02/20 16:02 - 2865 commenti

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Dopo il brillante esordio, Na Hong-Jin si conferma su alti livelli anche se può risultare spiazzante lo scarto tra le due anime del film. Infatti a una prima parte autoriale, introspettiva e sociologica, ne segue una seconda in cui l'intreccio si complica notevolmente, caratterizzata da numerose sequenze di azione (non sempre verosimili) e di efferata violenza. Ma avercene di film che durano oltre due ore senza mai annoiare. La polizia, come da consuetudine nel cinema coreano, non ci fa una bella figura e il finale è davvero amarissimo.

Il ferrini 11/11/20 14:36 - 2365 commenti

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Da un'idea molto semplice (ludopatico accetta di compiere un omicidio per pagare i propri debiti) un film complesso, nella seconda parte perfino troppo. Per apprezzarlo a pieno è preferibile avere un'infarinatura geopolitica delle zone ove si svolge l'azione - non tutti sanno cosa sia un joseonjok - o si rischia di perdersi qualcosa. Ciò detto, regia e montaggio sono straordinari, così come la messa in scena, incredibilmente violenta ma mai gratuitamente. I tre protagonisti sono ben delineati e il doppiaggio è buono. Enigmatica scena post credits.
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  • Discussione Daniela • 28/11/13 08:30
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    Mi ha colpito parecchio, mi chiedevo se fosse reperibile in edizione italiana o almeno con i sottotitoli (non me la cavo granchè con il coreano :) ) il film precedente del regista, The chaser.

    Contenta che ti sia piaciuto Yellow Sea, quanto a The Chaser non so se recentemente sia stata fatta una edizione doppiata in italiano, ma è reperibile certamente con sub-ita (se non lo trovi, fammi un fischio).
    Gran bel film anche questo, uno di quelli che motivano la mia personale "fissa" per il cinema sud-coreano.
  • Discussione Galbo • 28/11/13 10:39
    Consigliere massimo - 3992 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Galbo ebbe a dire:
    Mi ha colpito parecchio, mi chiedevo se fosse reperibile in edizione italiana o almeno con i sottotitoli (non me la cavo granchè con il coreano :) ) il film precedente del regista, The chaser.

    Contenta che ti sia piaciuto Yellow Sea, quanto a The Chaser non so se recentemente sia stata fatta una edizione doppiata in italiano, ma è reperibile certamente con sub-ita (se non lo trovi, fammi un fischio).
    Gran bel film anche questo, uno di quelli che motivano la mia personale "fissa" per il cinema sud-coreano.


    Grazie
  • Discussione Daniela • 5/01/17 11:33
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    x Cotola

    perché parli nel tuo commento di finale che non chiude perfettamente il cerchio? Sono curiosa perché a me invece è sembrato proprio chiuso, in modo tragico.
  • Discussione Rufus68 • 12/02/17 22:42
    Contatti col mondo - 220 interventi
    Nella versione italiana si usa il termine sinocinesi (ma forse sono duro d'orecchi e mi sbaglio). Volevano forse tradurre il termine joseonjok (sinocoreani, ovvero individui residenti in Cina di discendenza coreana)? E poi: che significa sinocinesi? Sarebbe come dire nippogiapponesi. Boh.
  • Discussione Zender • 13/02/17 07:30
    Capo scrivano - 47838 interventi
    qui dice appunto che il tassista è un josenjock:

    https://it.wikipedia.org/wiki/The_Yellow_Sea
  • Discussione Daniela • 13/02/17 07:47
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Rufus68 ebbe a dire:
    Nella versione italiana si usa il termine sinocinesi (ma forse sono duro d'orecchi e mi sbaglio). Volevano forse tradurre il termine joseonjok (sinocoreani, ovvero individui residenti in Cina di discendenza coreana)? E poi: che significa sinocinesi? Sarebbe come dire nippogiapponesi. Boh.

    Io ho visto la versione originale sottotitolata, consigliabile anche per via dei tagli presenti nella versione doppiata. Mi pare che il termine fosse tradotto come "cinocoreani" e non "sinocoreani", ma comunque si tratta di due sinonimi.
    Certo "sinocinesi" non significa nulla, come osservi giustamente, dato che "sino" è prefisso che indica la Cina.

    Su questo fenomeno di consistente immigrazione, sviluppatosi a partire dalla metà dell'Ottocento prima per sfuggire alle conseguenze di disastri naturali, poi alla durissima occupazione militare della Corea da parte del Giappone, si possono trovare informazioni su wikipedia nella versione inglese (la voce italiana è troppo stringata):
    https://en.wikipedia.org/wiki/Koreans_in_China
  • Discussione Rufus68 • 14/02/17 14:48
    Contatti col mondo - 220 interventi
    Grazie per le risposte.
    Questo episodio conferma una mia convinzione: un film orientale doppiato è un altro film rispetto all'originale. Non è peggiorato, è proprio un'altra cosa. Stavolta ho ceduto all'ozio e l'ho visto in italiano ... non succederà più.
  • Discussione Daniela • 14/02/17 18:41
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Rufus68 ebbe a dire:
    Grazie per le risposte.
    Questo episodio conferma una mia convinzione: un film orientale doppiato è un altro film rispetto all'originale. Non è peggiorato, è proprio un'altra cosa. Stavolta ho ceduto all'ozio e l'ho visto in italiano ... non succederà più.


    Concordo in pieno.

    L'avevo visto in originale con sub tempo fa, l'ho rivisto doppiato per curiosità dopo uno scambio di opinioni con Cotola: non è solo una questione di tagli più o meno consistenti, c'è anche una sorta di "appiattimento" (non trovo un termine migliore per definirlo), credo legato all'omologazione di voci e toni, che toglie immediatezza e soprattutto drammaticità ai dialoghi, rendendo il film doppiato una sorta di fotocopia un poco scolorita dell'originale.

    L'avevo già riscontrato in altre occasioni con film orientali, in particolare quelli sud-coreani e honhkonghesi.
    E non si tratta sempre di qualità del doppiaggio: magari certi sono doppiati malamente, ma anche nei casi di doppiaggio professionalmente curato c'è quel "quit" a cui ho accennato prima che rende preferibile la versione in originale.

    Preciso che questa sensazione di "appiattimento" non è generalizzata.
    Per fare un esempio, mi è capitato di vedere film tedeschi prima in originale con sub ed in seguito doppiati in italiano e non ha avuto la stessa sensazione.
    Sospetto che sia una questione di fonetica e metrica delle frasi, ma non possiedo certamente le competenze linguistiche per addentrarmi in disquisizioni del genere...
  • Discussione Rufus68 • 14/02/17 19:53
    Contatti col mondo - 220 interventi
    La risposta non è facile.
    Forse i doppiaggi non sono più curati come una volta? Ho visto i migliori Kurosawa in italiano e non ho avuto nessuna sensazione di perdita.
    O, forse, come dici tu sono particolari idiomi orientali a essere "piallati" dalla traduzione. Però anche Kitano doppiato è inascoltabile ... immagina Sonatine in italiano: un altro film, come dicevo.
    È una questione da studiare. Nel frattempo è meglio vederseli in originale.
    Seguo i vostri consigli e mi cerco New world ...
  • Discussione Daniela • 14/02/17 21:15
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Rufus68 ebbe a dire:

    Seguo i vostri consigli e mi cerco New world ...


    Visione quasi obbligatoria, se sei un estimatore del cinema orientale: un noir superbo con un cast formidabile ed una trama che inchioda.
    E si trova solo in originale, quindi il problema "doppiaggio si/doppiaggio no" non si pone proprio.
    PS: Quando lo vedi, se fai attenzione potrai ascoltare ad un certo punto un termine sorprendente dato il contesto, termine che da noi ha avuto il suo momento di gloria politica ;o)
    Ultima modifica: 14/02/17 21:17 da Daniela