Disturbante thriller coreano dalla lunghezza notevole ma mai stancante (oltre due ore di visione). La pellicola è anomala perché già nella prima mezz'ora di film si scopre l'assassino, ma la tensione è tenuta alta dal fatto che una sua vittima è ancora viva ma non si sa dove sia e il delinquente non vuole rivelare il luogo. La polizia viene ridicolizzata nella pellicola (ma fare accostamenti a Memory of murders non me la sento) e il personaggio principale è veramente originale: un ex poliziotto che fa il pappone. Da vedere.
MEMORABILE: La scena del bagno, per l'angoscia che trasmette allo spettatore.
Ex poliziotto ora magnaccia si mette sulle tracce di un tizio ritenendo stia sottraendo ragazze al suo giro, invece quello è un killer che le prende a martellate. Strano, avvincente thriller, in cui tutto sembra concludersi nella parte iniziale, con l'assassino che confessa in una stazione di polizia, ed invece da lì parte una corsa contro il tempo, sia per evitarne il rilascio in assenza di prove, sia per salvare l'ultima vittima. Se la polizia ci fà una figura barbina, il protagonista rivela, sotto la scorza di cinismo, la propria umanità dolente. Epilogo nerissimo, con uno sprazzo di luce.
MEMORABILE: Il bagno lurido, con le tracce dei crimini precedenti - il pianto della bambina, visto attraverso i vetri della vettura
Un thriller dal sapore amarissimo, che crea tensione costante per due ore abbondanti, disponendo situazioni e personaggi in maniera magistrale. Lo psicopatico martellatore è uno dei killer più ripugnanti, col suo faccino di bravo ragazzo, che si sia mai visto sugli schermi. Al contrario, il losco pappone che incappa nella scomparsa di alcune sue protette, si rivela il più umano di tutti, combattendo indomito sia contro l'assassino che contro l'inefficienza di una polizia supina e bovina. La battaglia è persa, ma vince comunque lui.
Opus coreano straziante ed espressivamente fortissimo. La trasfigurazione umana di un uomo, da ex-poliziotto a protettore cinico ed abbietto, ora segnato da un rimorso indelebile cerca in tutti i modi, contro tutto e tutti, di recuperare quell’umanità oramai dimenticata. Un film dall’impostazione thrilling, vibrante, corale come Memories of murder (per come viene, seppur più superficialmente, tratteggiato il corpo di polizia, inadatto e ingenuo) crudo e dolente come Mr. vendetta. Poco incalzante nel mezzo, tutto il resto è da applausi.
L'inizio è notevole: il regista dimostra di aver appreso la lezione di Hitchcock (avvisiamo lo spettatore che c'è la bomba), cita Non aprite quella porta (ripreso verso la fine) e ottiene una tensione notevole. Poi si passa dal thriller al poliziesco e il film rallenta, assume toni quasi grotteschi e, pur non presentando particolari cadute (a parte qualche inutile ridondanza nei due prefinali), non raggiunge più le vette della parte iniziale. Grandi i due protagonisti, fotografia scarna, ambientazioni efficaci, ma troppo diluito e disomogeneo.
MEMORABILE: L'aggressione all'inizio e il ripetuto dettaglio, spesso sfocato e minuscolo, della croce illuminata di rosso in mezzo alla notte.
Una corsa contro il tempo e una sfida tra un ex poliziotto e un omicida seriale. In questo notevole thriller coreano il regista gioca a carte scoperte tanto che la parte più interessante del film arriva dopo l'arresto dell'assassino. Crudo e serrato, è ambientato negli angoli più sordidi di Seoul, tra poliziotti corrotti e incapaci, donne indifese e due protagonisti caratterizzati con grande realismo. Il regista al suo esordio dimostra notevoli capacità che confermerà ampiamente nel film successivo. Ottima la prova del cast. Da non perdere.
Notevole thriller coreano che dopo un inizio di "routine" ma già teso ed efficacissimo, riesce a ribaltare più di una volta le aspettative dello spettatore.
Il ritmo si mantiene buono per quasi tutta la pellicola con qualche calo qua e là; la tensione è sempre alta nonostante si sveli presto chi sia l'assassino. I toni sono quelli neri di tanto cinema coreano. Interessante la figura del protettore, mentre più usuale è quella del killer. Ottima confezione. Da non perdere.
Se una rondine non fa primavera, figuriamoci se un ottimo incipit (pealtro diagonalmente cripto-buttgereitiano) fa capolavoro. Passata una notevole ouverture che tiene al gancio come poche, la guardia tensiva dell'opera (che tecnicamente se la gioca comunque egregiamente sia in difesa che all'attacco) si abbassa di metri e metri facendo gli interessi di una virata poliziesca che manda a monte le buone promesse/premesse e in panne il film, che solo nel finale si ridesta. Se anche i diluiti 3/4 centrali si fossero tenuti zozzi, malaticci e a corda tesa ci sarebbe stato di che escoriarsi i palmi.
Na Hong-jin al debutto già sfoggia doti di regista abile ed efficace nel mantenere alta la tensione, nel saper mescolare modernità e tradizione coreana e nel riuscire a tessere una trama intricata, violenta e senza redenzione. Sullo sfondo una società caotica e (come nel successivo The wailing) una pubblica autorità inutile e spesso d'intralcio. Ottimo thriller.
Riuscito a metà, perchè da ottime premesse e con un eccellente protagonista ha la colpa di virare su un registro grottesco poco plausibile dove emergono il killer perfido e inafferrabile e la ridicolaggine dell'intera compagine poliziesco-giudiziaria, che pare quasi reggergli il gioco. Ecco allora che l'empatia del protagonista, l'ottima fotografia di alcuni ambienti e alcune scene toccanti perdono valore.
Buon inizio, ben orchestrato: bravissimi attori (nei film coreani tutti, ma proprio tutti sanno recitare, con naturalezza e senza strafare, compresi i bambini) e un occhio aderente al fluire di quel reale a cui non si fa nessuno sconto. Il film, però, si affeziona troppo a tale registro risultando una sequela di puri accadimenti distaccata da qualsiasi approfondimento sociale e psicologico e incapace di elevare i protagonisti e il loro duello a una dimensione più alta.
Dalle ottime premesse ci si poteva aspettare una coerenza narrativa che invece, anche per l'eccessiva lunghezza, si allontana dal thriller, annacquandosi nelle solite beghe poliziesche (connivenze, corruzione, burocrazia ecc) e in un'improbabile virata sentimentalistica che fa crollare la tensione iniziale. Molte situazioni sono troppo costruite, grottesche e replicate, senza continuità e senza progressione e i personaggi mancano di fluidità psicologica, restando in una tipologia un po' rigida se non macchiettistica. Peccato anche per il finale.
MEMORABILE: La piccola orfanella salvata dal magnaccia... (!?); La vittima dalla padella alla brace; Le corse a perdifiato.
Notevole thriller coreano che pur suscitando qualche perplessità sul versante poliziesco/giudiziario (possibile che un pluriomicida reo confesso venga rilasciato così velocemente e neppure sottoposto a sorveglianza?), si mantiene teso per l'intera durata. Tra un feroce serial killer dall'aria ingannevolmente dimessa e l'inefficienza delle forze dell'ordine, l'eroe di turno è un pappone inizialmente preoccupato soltanto dei suoi affari, ma che impegnato in una corsa contro il tempo scopre di avere una coscienza. Finale nero con spiragli di luce
Per una fortuita concatenazione di eventi, lo spietato magnaccia Eom (Kim) si imbatte in colui che crede essere il nuovo protettore di alcune sue ragazze scomparse: egli è in realtà uno psicolabile pluriomicida che confessa senza troppa resistenza i propri orrendi crimini alla polizia di Seoul. Basterà? Noir dalla struttura inusuale, narrativamente risolto già entro la prima mezz'ora, che assume d'un tratto i contorni della corsa contro il tempo per stornare l'assurdo inevitabile: la polizia ne esce moralmente distrutta. La critica politica, pur superficiale, rimane urticante.
Un pappone (ex-detective) mette tutto se stesso per strappare una sua prostituta dalle grinfie di un terrificante serial-killer. Un thriller/action come si deve in cui si ha modo di scoprire gli altarini di una polizia “ufficiale” inetta e corrotta, a cui poco importa della vita di chi non conta. Ritmo tachicardico e buona fotografia, che non dovrebbero mai mancare per un genere così, ritagliano il viso del protagonista, che fa un lavoro a dir poco superlativo. Cazzotti, pugni e calci d’autore.
Per la serie, se una cosa deve andare male...Certo, qui si esagera un po', calcando la mano sulle situazioni fortuite (riesce a fuggire miracolosamente ma...); e la sparizione della bimba con conseguenze sembra piazzata lì per aggiungere ulteriore carico a una situazione già disperata. Però bisogna ammettere che il protagonista, che ha un nuovo "lavoro", la piccola (sveglia e intuitiva) e lo psicopatico, con i suoi atteggiamenti, risatine comprese, fanno sì che il tutto funzioni fino all'epilogo, coerente col resto della pellicola. Meritevole di visione.
MEMORABILE: "Che bella famigliola di merda che siete"; Lo psicopatico descrive come uccide e tratta i corpi; Le sue risatine; Il Cristo illuminante.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
@Daniela Sono un neofita del cinema coreano, ma questo film mi ha davvero entusiasmato
DiscussioneDaniela • 3/04/15 08:59 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Mi fa piacere che ti sia piaciuto questo bel thriller amarissimo e crudele. Visto che siamo in argomento, ci sono altri film sudcoreani sui quali sarei pronta a scommettere in merito al tuo gradimento. In primo luogo New World, straordinario apologo criminale dal finale elisabettiano. E, per dare maggior peso alla mia dritta, nota che anche il nostro caro Cotola gli ha appioppato 4 pallini e mezzo...
Daniela ebbe a dire: Mi fa piacere che ti sia piaciuto questo bel thriller amarissimo e crudele. Visto che siamo in argomento, ci sono altri film sudcoreani sui quali sarei pronta a scommettere in merito al tuo gradimento. In primo luogo New World, straordinario apologo criminale dal finale elisabettiano. E, per dare maggior peso alla mia dritta, nota che anche il nostro caro Cotola gli ha appioppato 4 pallini e mezzo...
lapidatemi pure ma per il sottoscritto è stata una delusione bella grossa. più o meno mi ritrovo nel commento di deepred: c'è senz'altro qualcosa di notevole nell'incipit e di bello nel finale, il resto è caucciù. lo immaginavo molto più asciutto, sporco, malato e teso, senza quei 3/4 centrali così diluiti dove grazie alle virate di genere la guardia si abbassa notevolmente e le buone promesse anziché essere mantenute restano in panne assieme al resto del film.
DiscussioneDaniela • 13/12/15 19:10 Gran Burattinaio - 5929 interventi
Schramm ebbe a dire: lapidatemi pure...
Ed infatti ti sto lanciando delle pietre virtuali e sei fortunato che siano in periodo natalizio, così ti consento di immaginarle fatte con la pasta del panettone (1)
note:
1) uvetta obbligatoria, canditi puoi omettere, non a tutti sono graditi, ma copertura al cioccolato proprio no, non sono buona fino a questo punto :oP
peraltro, mi piacerebbe fare una chiacchieratina col regista per chiedergli se in qualche modo per la scena iniziale ha guardato con almeno uno dei due occhi a schramm. a giudicare dai personaggi uccisi (e dall'arma usata) sarei pronto a scommetterci alto.