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MMJ Davinotti jr
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LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Ecco cosa succede quando un valente operatore di seconda unità viene promosso regista: esce un film completamente senz'anima, mal diretto, che anche per colpa di scenari piatti impossibilitati a rivaleggiare coi colori e la varietà della giungla vietnamita o le foreste nordamericane è carente sotto troppi punti di vista. La storia è sempre quella: che sia l’Afghanistan o il Vietnam la missione di Rambo è recuperare i prigionieri. Arrivare in pratica alla base nemica, fare tana e tornare a casa. Questa volta però la sceneggiatura (co-scritta da Stallone) è ancora più povera del solito, iper-reazionaria come da tradizione (gli antagonisti tornano ad essere i “sempreverdi” comunisti russi)...Leggi tutto e incapace di proporre un dialogo decente. Tutti difetti presenti (in maniera minore) anche nel sottovalutato secondo capitolo, il quale però aveva un gran ritmo, una regia ben più solida, entrava subito nel vivo dell'azione, godeva di una fotografia ricca di colori scintillanti e, soprattutto, poteva contare su un Sylvester Stallone assai più vivo. Qui l'eroe di mille battaglie appare terribilmente spento, svogliato, appassito. Così come il degno compare Trautman, torturato per giorni molto blandamente e ormai privo di ogni sfaccettatura psicologica, assoggettato al superomismo rambiano e schiavo di battute atroci (nonché parecchio invecchiato). Non c'è suspense nelle scene d'azione, vengono tutte condotte senza verve, avvicinandole una all'altra per inerzia. Non si ravvisa in esse una sola idea nuova e in fondo persino questo Afghanistan l'avevamo visto l'anno prima in AGENTE 007 ZONA PERICOLO. Personaggi da dimenticare.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Rambo90 - Non male, dopotutto:
Vito, Minitina80, Herrkinski, Silvestro, Anthonyvm - Mediocre, ma con un suo perché:
Mutaforme, Lovejoy, Cangaceiro, Nando, Lucius, Rigoletto, Pinhead80, Smoker85, Lupus73, Fabbiu - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., G.Godardi, Undying, Redeyes, Capannelle, 124c, Disorder, B. Legnani, Siregon, Markus, Magerehein, Enzus79 - Gravemente insufficiente!:
Puppigallo, Daidae, Belfagor, Il ferrini
La terza avventura di Rambo si conclude in un buco nell'acqua. Vi sono stati problemi di produzione, Mulcahy fu sostituito da MacDonald, poi problemi di politica estera (Stallone voleva ambientare il film in Afghanistan per inserirlo in un contesto attuale, ma quando il film uscì la crisi era già rientrata). Il film in sè è un'avventura classica stile Oca selvaggia, manca cioè quel furore tecnologico da videogame che aveva reso Rambo 2 una perfetta macchina ritmica. I Talebani lo eleggeranno loro film cult.
Dopo il successo dei primi due episodi Rambo torna in azione e stavolta va a finire in Afghanistan dove, con la scusa di liberare l'amico colonnello, dovrà aiutare la popolazione locale a sconfiggere i russi. Il film sarebbe da dimenticare se non fosse diventato un involontario documento che attesta il voltafaccia americano nei confronti del popolo locale, un tempo considerato fiero, oggi terrorista. Stallone poco convinto, si capisce che la saga volge stancamente al termine (salvo tornare dopo parecchi anni).
MEMORABILE: La dedica finale al valoroso popolo afghano.
Terzo, ma non ultimo, film della saga del reduce guerrafondaio. Rispetto al precedente è un capellino superiore grazie ad una storia un po' più credibile, a personaggi ben curati e ad una regia discreta del bravo McDonald. Le scene d'azione sono efficaci e il ritmo più che accettabile. Stallone e Crenna, che comunque hanno fatto di meglio, rendono il tutto sopportabile.
Chi ti vanno a catturare i cattivi russi in Afghanistan? Nientepopodimenoche il comandante amico e quasi padre di Rambo. Ma si può essere più sfigati? Naturalmente, non avranno scampo. E pensare che il nostro eroe era ormai pensionato e si era dato al restauro dei monasteri e alle mazzate (sul ring) agli indigeni del luogo. Ormai totalmente anacronistico, Rambo viene nuovamente riesumato per beccarsi mitragliate, elicotterate e carriarmati sul grugno (manca solo la bomba “fine di mondo”). Una pellicola scadente e imbarazzante nella sua pochezza, piena di Bim Bum Bam Patatrac.
MEMORABILE: Lo sport nazionale: tutti a cavallo all’inseguimento di un ambito pelliccione di capra.
Ormai Stallone e Crenna sono lanciati nella realizzazione della classica "americanata": azione senza sosta, situazioni improponibili, uomini (meglio supereroi) al limite del ridicolo (la benda sulla fronte, i dialoghi demenziali). Peter McDonald, non supportato da uno script all'altezza (al quale ha prestato aiuto lo stesso Stallone) si perde - stupidamente - in alto mare (l'esatto contrario del primo film) ed affonda a picco; ma i salvagenti sono lontani ed il film irrita per la devianza (in negativo) rispetto ai predecessori. Patetico.
Difficile darne una spiegazione senza pensare al triste momento del cinema Usa. Tutto imperniato sul russo brutto, sporco, cattivo e (perché no) mangiabambini. Questa volta John annienterà i perfidi sovietici (periodo Afghanistan buono buono buono) e poco importa se la trama, la realizzazione, le scene raggiungono l'apice della boiata. Onestamente un film che fa tristezza ed anzi getta pure un'ombra su un personaggio resosi "mitico" negli anni. Grande Rambo ma quando è troppo è troppo!
Rambo continua il suo tour geografico, peraltro non voluto (lui se ne rimarrebbe volentieri a pescare, in Afghanistan). Situazioni banali come nel secondo episodio che sprofondano lentamente nel ridicolo (vedi la carica della cavalleria afgana). Da ricordare solo il colloquio tra Rambo e l’ufficiale sovietico alla radio. Ciò che basta per infiammare il trailer.
A livello di trama si ripete senza troppa inventiva il secondo capitolo, ma non è questo il problema. Il fatto è che ai tempi la Guerra Fredda finì nella fase di post-produzione del film mandando in malora il sottotesto politico della pellicola che prevedeva i russi come acerrimi nemici. Paradossalmente è tornato più attuale oggi data l'ambientazione afghana con tanto di mujaheddin. Stallone appare meno convinto che in passato e prima che apra bocca si intuiscono già le sue battute, mentre un Crenna tirato a lucido fa il suo egregiamente.
Già considero delle mezze fesserie i blasonati Rambo uno e due, figurarsi questa robetta fatta di spari, bombe scene pirotecniche e recitata veramente male. Oltretutto si vede benissimo l'intento politico-propagandistico coi cattivoni russi e i buoni americani.
Terzo capitolo della saga, iniziata con successo nel 1982. Il colonnello Trautman, superiore di John Rambo, viene catturato dai russi in Afghanistan e il super-soldato, che prima si era rifiutato di seguirlo per costruire un tempio in Tahilandia, si reca sul posto per salvare il suo amico e fare la "solita" carneficina. All'epoca, era sorpassato, perché nel 1988 i sovietici erano già andati via dal posto, ma oggi, con la guerra al terrorismo americano voluta da Bush Jr., è tornato di attualità.
MEMORABILE: Rambo - Sono il tuo incubo peggiore.
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A rivederlo oggi, fa quasi ridere vedere Rambo dalla parte degli Afghani (fraternizza addirittura coi Mujaheddin!), bombardati poi allegramente dall'America di Bush giusto una decina d'anni dopo. Un film decisamene scialbo, sul livello dei peggiori film di Chuck Norris (ma almeno li ci si sollazza di sana trash-action!) con i Russi tutti brutti e cattivi e gli americani tutti belli ed eroici. Se il secondo capitolo, pur molto simile, restava guardabile, questo proprio no!
MEMORABILE: La scene del 'Buskashi', sport nazionale Afghano.
Una saga che continua con l'Afghanistan e la triste invasione russa in quella terra. L'eroe americano combatte, da prova di coraggio ma la solfa è molto simile al precedente episodio. Rambo parla meno del solito, non è mai stato tanto ciarliero, puntando sull'azione e sull'imprevedibile. È un prodotto d'azione realizzato solo esclusivamente per fare soldi al botteghino, nonostante le scene siano dignitose ma prevedibili.
Non all'altezza dei due capitoli precedenti, ma da grande fan di Stallone non posso non dire che questo è un buon action pieno di battute memorabili (soprattutto nella prima parte), di ottime sequenze di combattimento (come quello iniziale con i bastoni) e di personaggi che ormai non hanno più bisogno di eccessive presentazioni. Buona la prova di Richard Crenna, invecchiato ma ancora in grande forma e buono l'affiatamento ormai evidente con Stallone.
MEMORABILE: Trautman: "La tua ferita..."; Rambo: "Lei mi ha insegnato a resistere al dolore"; Trautman: "E funziona ?"; Rambo: "Non sempre, ma non la prenda a male".
Se un film si chama Rambo III, è chiaro che ci si deve accostare rinunciando alla verosimiglianza. Ma quando è troppo, è troppo. Nell'incipit c'è un pesante richiamo Il cacciatore. Si salvano solo alcune scene con gli elicotteri. La cosa più interessante è involontaria: non solo l'URSS non c'è più, ma la decantata fierezza degli afghani si è ritorta contro statunitensi e alleati (evidentemente non avevano visto il film...). C'è il rischio, guardandolo ora, di tifare per i sovietici. Pazzesca la cavalcata finale: volevano togliere il primato alla "nostra" leggendaria Carica di Izbušenskij (1942)?
Il peggior film della saga di Rambo. La storia non cambia di molto dal precedente ma cambia la location. La fotografia è piatta e sfrutta poco i notevoli paesaggi. Le musiche sono le solite. Ci sono sequenze action ben orchestrate e Stallone ci crede, ma è un pupazzo super pompato. Crenna è una buona spalla, ma il cattivo di turno è troppo banale. Regia dell'insignificante McDonald (anche se è come l'avesse diretto Stallone). Banale.
Se nel secondo capitolo si era raggiunta la comicità involontaria (in ogni caso forza portante del film) e aizzante del pensiero “reaganiano” della guerra fredda, in questo - scarso - terzo film, privato di questi elementi di sostegno, si è sfaldato tutto. Solita becera mostra di muscoli, scontri “una persona contro mille e vince” e l’immancabile scena della tortura. L’ambientazione in Afghanistan è stata prematura e ci ricorda guerre di recente attuazione che gli Anni ’80, ma tant’è. I tempi stavano cambiando.
Probabilmente l'immagine eroica data da questo film si è incrinata dopo l'11 settembre (fu proprio in Afghanistan che la CIA addestrò i gruppi terroristici di cui faceva parte Bin Laden), ma anche prima questo terzo capitolo era di per sé ridicolo. Come il secondo film, si tratta di una miscela di tritolo e testosterone, che inneggia senza pudore alcuno all'eroico guerriero a stelle e strisce contrapposto alle anonime orde orientali battenti bandiera rossa. Commerciale e privo di ironia, oltre che fuori tempo massimo.
La cosa migliore del film sono le sequenze di fuga sottoterra e quelle relative agli elicotteri. Sequenze di questo tipo sono all'altezza del primo Rambo, per il resto la pellicola annaspa tra una storia d'amore iniziata e finita troppo presto e ambientazioni ai limiti del ridicolo (tipo quella della tranquilla comunità di monaci). Stallone sempre in ottima forma fisica e ancora lontano dal ridicolo scivolone che farà nel successivo capitolo, riesce a far galleggiare il film, ma ormai la ripetitività di un certo format comincia a stancare.
MEMORABILE: La scena finale, con l'assalto all'elicottero.
Sicuramente il meno riuscito dei film su Rambo e non solo per le implicazioni politico-propagandistiche (già presenti nel secondo film, ma qui esasperate), ma anche per la costruzione troppo sempliciotta. Certo gli USA aspettavano da tempo l'occasione di vedere i sovietici alle prese col loro "Vietnam", ma effettivamente qui si esagera un tantino; sgrassato del perché della lotta al nemico, tutto diventa poco credibile. Crenna migliore in campo e Stallone con una buona dose di ironia. **
MEMORABILE: Comandante sovietico: "Chi credi che sia quell'uomo, Dio?". Trautman: "No, Dio potrebbe avere pietà. Lui no!"
Guardando il film si resta perplessi nel vedere Rambo combattere al fianco dei mujaheddin. Proprio nel periodo dell'invasione sovietica infatti gli Usa finanziarono e addestrarono i guerriglieri afghani aiutati anche da un certo Osama Bin Laden;. Comunque, lasciando stare tutto ciò, questo terzo capitolo di Rambo è un robusto film d'azione con combattimenti, sparatorie, esplosioni e soprattutto la scena cult della sfida carro armato contro elicottero!
MEMORABILE: La dedica finale "al valoroso popolo afghano".
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Dire che è ridicolo mi pare perfino riduttivo. Si tratta di un prodotto propagandistico in cui i guerriglieri afghani (che qualche tempo dopo gli Usa avrebbero bombardato) vengono descritti come dei grandi eroi solo perché all'epoca combattevano contro il grande nemico americano: l'URSS. Il film costò uno sproposito e si vede, ma nonostante i grandi mezzi a disposizione quello che ne esce è una penosa ostentazione muscolare con dialoghi imbarazzanti conditi da una retorica fastidiosa.
L’apoteosi di un certo cinema di azione in stile americano, dove l’inverosimiglianza regna sovrana e le esplosioni predominano costantemente la scena. Rambo è Davide contro Golia, capace di fronteggiare da solo un’intera armata russa con la stessa efficacia di sempre, alternando frasi pompose da eroe invincibile a gesta adrenaliniche al limite dell’impossibile. Tuttavia la parte impegnata è scivolata nel pacchiano confinando il film prodotto di intrattenimento senza alcuna particolare velleità.
MEMORABILE: "Tu sicuro non vuoi restare? Combatti bene come turista!"
Giunta al terzo capitolo, la saga del grande reduce del Vietnam subisce una brusca frenata d'arresto. Imparagonabile con gli altri due film, questo si fa notare per i dialoghi da spaccone del veterano e per qualche scena d'azione ben congegnata. La forzatura è quella di voler ambientare la vicenda in un luogo troppo diverso da quello a cui eravamo abituati. Ovviamente vengono ripetute le classiche scene che sono un marchio di fabbrica del personaggio (su tutte quella della cauterizzazione con polvere da sparo).
Dopo un esordio memorabile e un sequel, tutto sommato, dignitoso, la saga del celebre reduce inizia a perdere colpi e a trascinarsi verso le mere ragioni di botteghino. Le gesta di Rambo diventano sempre più inverosimili e nemmeno la maggiore presenza in scena di Crenna (sempre ottimo nel ruolo del colonnello Trautman) salva la pellicola dalla mediocrità. Sembra perdersi sempre più la caratterizzazione iniziale di Rambo come personaggio interiormente tormentato.
MEMORABILE: L'automedicazione di Rambo dopo esser stato ferito al torace.
In sostanza una versione ancora più esasperata di quanto già visto nel secondo capitolo, non fosse per l'ambientazione arida dell'Afghanistan durante la guerra russo-afghana, nella realtà ormai al termine; come sempre gli Usa entrano a gamba tesa facendosi beffe dei sovietici tramite il supereroe stalloniano. Esplosioni, sparatorie, mujaheden eroici, russi feroci, strizzate d'occhio ai capitoli precedenti; tutto già visto ma il ritmo è alto e nel genere è un film formalmente ineccepibile, tutto muscoli e niente cervello, a uso e consumo del reaganiano uomo della strada made in Usa.
MEMORABILE: L'afghano che - non conoscendo Rambo - gli chiede se ha mai sparato in vita sua.
Ritiratosi a vita privata in Thailandia, Rambo è poi in Afghanistan per liberare Trautman. Si cavalca l'onda del successo del personaggio e si batte il chiodo ancora caldo della guerra fredda con un lavoro totalmente di guerra e azione (ma anche piuttosto fiacco e piatto) coi soliti luoghi comuni sul personaggio stesso ormai divenuti celeberrimi (lui contro eserciti interi); non solo manca l'enorme magia del primo, ma persino una sceneggiatura interessante come nel secondo. Il tramonto di un personaggio iconico degli '80 proprio quando il decennio sta tramontando. Ma Rambo tornerà...
MEMORABILE: Il russo: "Chi credi che sia quell'uomo? Dio?" Trautman:"No, Dio avrebbe pietà... lui no"; La cauterizzazione con polvere da sparo.
Doloroso pensare cosa sia diventato Rambo; dalla velata critica al sistema americano di gestione dei reduci si passa, molto più che nel secondo film, alla trita e ritrita mitizzazione dell'eroe USA invincibile. Per far odiare il nemico russo si arriva pure ad esaltare la tenacia dei mujaheddin (che poi, ironia della sorte, gli stessi americani avrebbero conosciuto bene)! Propaganda a parte, il film non è che un insieme di sparatorie fini a sé stesse, mal collegate fra loro (i personaggi sono poco o per nulla approfonditi) e culminanti in uno scontro finale a dir poco balzano.
MEMORABILE: "Dio potrebbe avere pietà, lui no"; "Chi sei?" "Il tuo incubo peggiore"; Un carro armato funziona con 3/4 uomini, ma Rambo non lo sa e fa tutto lui.
È vero: Rambo III è un fumettone intriso da machismo, scene d'azione ampiamente fuori da ogni logica e da una martellante propaganda anticomunista. Tuttavia come fumettone il film funziona, grazie soprattutto a uno Stallone ancora in forma e a un ritmo che si mantiene discreto. Siamo lontani dai risultati dei primi due capitoli, ma lo spettacolo (soprattutto per i fan) è comunque assicurato.
E' il film in cui John Rambo non ha più nulla da raccontare. Si ha infatti l'impressione di una variante del secondo titolo, con un cambio di ambientazione non del tutto riuscito. Faceva infatti parte del personaggio, quel suo essere una creatura della giungla vietnamita, mentre vederlo nel deserto non ha lo stesso effetto. Buono l'inizio, con il personaggio che vive tra i monaci e combatte nelle bische per racimolare qualche soldo. Poi, una volta presentata la missione, tutto scorre con molta piattezza e con poco pathos e poco coinvolgimento.
Se già il secondo capitolo somigliava più a un B-movie ad alto budget, qui la medesima formula (Stallone richiamato in battaglia contro i brutti rossi cattivi, questa volta per recuperare un Crenna fuori forma) viene gonfiata oltremodo, in un intruglio di esplosioni, ammazzamenti e muscoli prominenti sotto ragnatele di vene. Nella sua sfacciataggine tutta americana, lo show riesce a divertire, spezzando la ripetitività e la grossolanità dello script con tocchi exploitativi (fra i make-up artist spunta il fulciano Giannetto De Rossi) e combattimenti spettacolosi. Sciatte le location.
MEMORABILE: La cauterizzazione con polvere da sparo in dettaglio; Il russo impiccato e fatto esplodere al contempo; Attacchi degli elicotteri; Cavalleria afghana.
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Terzo capitolo dedicato al reduce del Vietnam, Rambo: questa volta in missione in Afghanistan, per liberare il suo ex comandante catturato dai sovietici. Intrattiene, anche se la trama non ha nulla di eccezionale. Scene d'azione discretamente girate. Stallone (qui anche sceneggiatore) col capello lungo convince meno che in passato. Mediocre la colonna sonora di Goldsmith.
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- Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flano cinematografico di Rambo 3:
