Commedia demenziale dotata d’una certa raffinatezza, complice il fatto di essere un remake d'un film francese; due paesi che, a differenza dell’Italia, hanno un tipo di comicità grottesca e alcune volte spiazzante e meno immediata. Nello specifico, comunque, si ride e il ruolo affibbiato a Steve Carrel è a lui congeniale anche se il regista, talune volte, gli lega addosso dell’inutile patetismo. Intermezzi gustosi soprattutto grazie al cast (da segnalare il magnifico Galifianakis e Clement). Rudd bello e serio: funziona.
Remake americano al cubo del delizioso film di Veber: questo si svolgeva quasi interamente in un appartamento, con un pugno di personaggi, ed il cretino in campo era uno solo (formidabile Villeret), il remake moltiplica ambienti e personaggi, soprattutto ci porta ad assistere all'evento del titolo, allineando una serie di tipi balzani fra il grottesco e il patetico. Si ride di più? No... La comicità richiede una cura speciale nel preparare la pietanza, non basta buttare tutto nel calderone. Remake arruffone, mal riuscito, con fiacco finale.
MEMORABILE: Uno dei pochi momenti in cui ho davvero riso: lo spadaccino cieco che spenge l'interruttore.
Discreta commedia americana che non riesce a raggiungere il livello del film francese che l'ha ispirata. Se quella rappresentava un riuscito apologo sulla moralità, questa prende piuttosto la strada dell'opera demenziale. Decisivo l'apporto del comico americano (molto apprezzato in patria) Steve Carrell che arricchisce il suo Barry di numerose sfumature, decisamente più ordinario il personaggio di Tim che Rudd interpreta come un soggetto travolto dagli eventi ma più "umano" del suo omologo francese. Divertente con qualche momento di pausa.
L'unico motivo di interesse è il cretino, che devo ammettere, è molto convincente e piuttosto naturale nella sua cretinaggine (non male il suo hobby: raccoglie topi morti, li imbalsama e li veste, facendoli assomigliare a personaggi famosi della storia e dell'arte). Purtroppo però, la sceneggiatura non è niente di che e gli spunti sono pochi, affogati in un mare di banalità, di personaggi ultrascontati e conditi con la solita moraluccia aggiustatutto.
Comunque, se si vuole vedere un buon cretino in azione, un'occhiata a questa mediocre pellicola gliela si può anche dare.
MEMORABILE: La contrattazione dopo l'incidente (il cretino, investito, offre 10.000 $); Il cieco: "Mi piace molto dipingere". "Ah e sei bravo?". "Eh, non lo so".
Remake alla americana de La cena dei cretini, un ottimo film con due ottimi protagonisti. Carrel offre una discreta alternativa a Pignon mentre Rudd non si avvicina lontanamente a Lermitte. Interessanti le opere (ben illustrate nei titoli iniziali) del cretino Carrel che imbalsama topi e li contorna di scenografie stupefacenti per la maniaca realizzazione. Il film non ha il travolgente ritmo comico del predecessore, ma si lascia vedere con qualche sano sorriso.
MEMORABILE: Carrel alle prese con la psicopatica ex amante del protagonista, si finge morto (funziona sempre).
Steve Carell interpreta perfettamente il ruolo del cretino: colora il proprio personaggio con variegate sfumature, fornendo una prestazione indimenticabile. L'opera, però, funziona solo a sprazzi: al proprio interno alterna trovate veramente riuscite (le opere artistiche con i topi) a cadute grossolane di stile (il personaggio interpretato da Clement). La sceneggiatura è abbastanza dozzinale e infarcita di situazioni scontatissime, ma nel complesso funziona. Galifianakis possiede uno sguardo che funziona sempre. Non male!
Pessimo remake americano di una spassosa commedia transalpina. Le differenze sono palesi, giacché la cena qui ha davvero luogo e la durata del film è sensibilmente maggiore. Oltremodo scadente risulta la complessiva rivisitazione in salsa demenziale, in cui manca del tutto una pretesa di moralità in favore di un campionario di scene assolutamente puerili (il post cena su tutte). Carell in sé non è malvagio, ma gli altri personaggi sono tremendamente fiacchi (Rudd) o stupidi (Galifianakis) per dare un minimo di credibilità al tutto. Da evitare.
Per poter ottenere un aumento di livello all'interno della propria azienda un uomo decide di partecipare alla festa dei cretini portando un buffo personaggio. La commedia è abbastanza divertente, anche se con il passare dei minuti si sgonfia un po'. La cena finale poi non è un granché, quanto a trovate ridicole. Anche Galifianakis si dimostra efficace e divertente nella prima parte, ripetitivo e fiacco nella seconda.
Capo d'azienda organizza cena coi suoi top manager e ognuno deve venire accompagnato da un personaggio eccentrico e ridicolo per rendere la serata divertente; il nostro protagonista verrà accompagnato da un collezionista di topi morti. Simpatica e grottesca commedia tutta incentrata sul rapporto demenziale e ricco di incomprensioni che vengono a crearsi tra Paul Rudd e Steve Carell. Qua e là si ride ma nel complesso, pur restando un film assolutamente vedibile, non si va oltre la mediocrità.
Rivisitazione americana con le solite punte di slapstick demenziale; come primo punto salta subito all'occhio una fotografia del tutto sbagliata, che evoca più una fiction TV crime scandinava che un film comico americano. In secondo luogo il "cretino" di Steve Carrell è tratteggiato con non sufficiente convincimento e fervore per sostenere il confronto con il protagonista. Gag non elaboratissime se non nella parte finale. Non incide nella memoria dello spettatore.
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