Jack - Film (1996)

Si può filmare di tutto e si può raccontare di tutto, non capisco però il significato di questo brutto film. Forse gli americani amano questo genere dove ci si dovrebbe divertire, commuovere e infine rallegrarsi per come le cose in un qualche modo poi si sistemano sempre. Quello che trasmette però è solo una gran tristezza, non perché il protagonista nasce sfortunato e sfortunato vive, ma perché, al di là dell'argomento paradossale, difficile da accettare, è proprio un film mal realizzato.

Commedia sentimentale su un bambino che cresce a velocità superiore al normale così da avere un corpo da quarantenne a dieci anni di età anagrafica. Il tema è sulla carta interessante ma la sceneggiatura non è all’altezza del talento del grande regista italo americano e risulta eccessivamente melensa, con Robin Williams che “gigioneggia” troppo in un interpretazione che risulta alla fine fastidiosa. Meglio il cast di contorno. Trascurabile.

A causa di un'anomalia genetica, Jack a 10 anni ha l'aspetto di un quarantenne (ossia Williams in una delle sue abituali performance glucosiche e fastidiosamente iperattive) e al momento della laurea è un vecchietto. Ci sarebbe da recriminare, ma il nostro Jack è un ottimista e ci vuol insegnare che l'importante non è quanto a lungo si vive, ma come... Col cavolo! All'autore del Padrino si possono perdonare tante cose, ma questo film "edificante" - forse il suo peggiore - riduce una storia drammatica a barzelletta ricattatoria. Indigesto.

Jack è un decenne con l'aspetto di un quarantenne (e la testa di un bambino di 8), a causa di un problema genetico a causa del quale cresce, fisicamente, quattro volte più in fretta del normale... Premessa interessante, il film lo è un po' meno. Retorico e mieloso ma non solo: si trascina senza guizzi e Williams è come spesso accade fin troppo sopra le righe, tra smorfie e saltelli.

Quando i grandi scivolano, il tonfo è particolarmente sonoro: ne è la prova questo incredibile, incomprensibile passo falso di Coppola incentrato su un bambino che invecchia quattro volte più rapidamente del normale. L'interpretazione sopra le righe di Robin Williams è irritante, il tono generale melenso e forzatamente ottimista e il tutto si riduce a una lunga e strascicata storia colma di buoni sentimenti ma ricattatoria nella sua esasperata positività.

Il giudizio è positivo soprattutto per la splendida interpretazione di Robin Williams, che sembra perfetto per il ruolo di bimbo imprigionato in un corpo adulto. La storia è buona ma Coppola sicuramente non l'ha sfruttata al meglio, pendendo troppo dalla parte della commedia per ragazzi. Comunque non così brutto come si dice; anzi, ha i suoi momenti commoventi e il resto del cast è ben scelto. Buono.

Sarebbe un apologo sull'incapacità di diventare adulti o sul diritto al sogno come statuto esistenziale, ma è difficile credere che ci sia davvero Francis Ford Coppola in cabina di regia. La piattezza e la banalizzazione delle - eventuali - complessità va di pari passo ad una messa in scena pedestre. Una farfalla ha l'incarico di conferire al film un volume allegorico. Jennifer Lopez fa la maestra di scuola elementare: basterebbe questo per spegnere il televisore. Williams si aggira tra i bambini come un pachiderma di gomma piuma. Imbarazzante.