La cuisine de l'ogre - Corto (1908)

In un antro cupo, pietroso e disseminato di teschi ed ossa un orco cattivo prepara piatti a base di carne umana, dopo aver catturato e fatto a pezzi le sue vittime... Come in altri corti di argomento affine – tipo Le bourreau turc – l’esplicta tematica macabra e lo splatter (suggerito dai colpi di accetta e mezzaluna) si stempera nell’umorismo, che prende il sopravvento nella più movimentata seconda parte. Il fondale della caverna ricorda quello di La tentation de Saint Antoine.

Cosa può cucinarsi un orco? Ma è semplice: un essere umano! Ecco allora il cuoco provetto mentre squarta la sua pietanza, la condisce e la sbatte triturata (con la mezzaluna!) in padella. Divertente corto a sfondo umoristicamente horror-splatter: la preparazione del pranzo è decisamente deliziosa. Passabile la parte del sogno in cui gli gnomi sbattono l'orco stesso sulle braci. Ma il finale smorza la narrazione e smoscia l'attenzione. Carino, ma si poteva sviluppare meglio.

Probabilmente all'epoca dovette fare colpo, questo cortometraggio di Méliès (circa cinque minuti) che mostra un'uccisione con coltellaccio e la preparazione di un pranzo cannibalesco. Ma la tensione si sfilaccia presto, prima con il sogno e poi con una conclusione in tono minore. Non particolarmente rilevante.

Questo cortometraggio di Méliès, mi ha stupito per la crudeltà con cui rappresenta l'orco e la preparazione del suo pasto. Se ha sorpreso me figuriamoci come avranno reagito gli spettatori dell'epoca. Molto horror nella prima parte e poi farsa vendicativa nella seconda. Quando si dice che il cinema di Méliès ha anticipato tutti i generi si dice una cosa giusta. Da gustare tutto d'un fiato.

In una lugubre caverna, un oscuro e barbuto personaggio (l'orco o "bogie man come recita il titolo anglosassone) prepara un pasto a base di carne umana. Si potrebbe definire splatter il genere di questo simpatico cortometraggio di Georges Méliès (da lui anche interpretato), un cui la parte migliore è la rappresentazione della minuziosa preparazione degli ingredienti mentre è più trascurabile la seconda parte onirica con i consueti numeri di illusionismo.