Cavallette - Corto (1990)

Bruno Bozzetto ci racconta la storia del mondo nel suo aspetto più efferato: la guerra tra popoli. La ciclicità tragica con cui si ripete lo stesso canovaccio nei secoli è resa in modo leggero senza mai risultare irrispettoso. Ottimo il lavoro di musica ed effetti sonori in un continuum (che è proprio della ripetitività del ritorno delle guerre) che è valso a Bozzetto una candidatura all'Oscar.

L'Uomo visto al pari delle cavallette. Durante la sua evoluzione, devasta, distrugge e rade al suolo. Si parte sempre da un pratino, dove succede tutto. Poi l'erba ricresce. Naturalmente, Bozzetto insiste anche sul rapporto servo-padrone, soldato-comandante, Re-sudditi e così via, guerra dopo guerra. Il risultato è buono, con simpatiche trovate, anche se Bozzetto a fatto di meglio. Qui si sorride, tra un evento e l'altro, senza veri e propri guizzi geniali. Comunque, merita e il suo inconfondibile tratto è sempre sfizioso.

La storia dell'uomo, dalla preistoria ai giorni nostri, come conflitto fra individui che porta sistematicamente alla distruzione. Il tratto di Bozzetto è qui rarefatto, come è puramente allusiva la narrazione stessa, ridotta al grado zero dei rapporti umani: uno cerca di sopraffare l'altro e, nello scontro che ne segue, i due si distruggono a vicenda, epoca dopo epoca. La stilizzazione non dà adito a dubbi sull'intento un po' troppo moralistico, anche se non mancano alcune invenzioni suggestive (la parte migliore è senza dubbio quella sonora).

Un compendio della storia umana, visto come susseguirsi insensato di violenze, prevaricazioni, guerre. Il motivo conduttore è l'erba che cresce sopra le macerie, gli insettini che continuano a a ronzare attorno agli steli verdi. Una speranza per la natura, capace di sopravvivere alle follie dell'uomo? Riuscitissima la colonna sonora.

Molto, molto bello. Nonostante un tono un po' moralisticheggiante, il film (circa nove minuti) è una serie continua di trovate fresche e sorprendenti, condotte con un tratto lieve, ma con un contenuto forte, declinato in rapide sequenze. Molto divertenti le parti sull'Impero Romano e sul Medio Evo.

Bozzetto ci offre nuovamente la sua visione sull'umanità nei secoli. In definitiva un altro piccolo capolavoro dove ci viene mostrato come gli uomini, nonostante il passare dei secoli, facciano sempre la stessa cosa: ammazzarsi a vicenda! Si passa dal rogo di Giovanna D'arco (con fuoco che distrugge il palazzo del papa) ai nazisti, passando per Russia, Ku Klux Klan e via dicendo. Ottimo dal punto di vista grafico; le varie distruzioni sono molto gustose. Consigliato.

L’amara visione della storia e dell’evoluzione di Bruno Bozzetto prevede che ogni epoca sia segnata da lotte senza tregua che terminano con sistematiche distruzioni. Il cortometraggio è piuttosto ripetitivo ma si deve riconoscere la capacità del suo autore di rappresentare con una grafica minimale piccoli ma efficaci quadretti storici attraverso un sapiente uso della sintesi. Simpatica l’idea dell’erba che cresce sulle rovine di ogni epoca prima di quelle successive.

Bozzetto ha bisogno che il suo pubblico sappia già tutto; se così non fosse rimarrebbe solo un divertimento visivo-sonoro, anche se la verde erba che ogni volta ricrese tranquilla solleciterebbe una domanda la cui risposta non tarderebbe a venire. Non vuole insegnare niente a nessuno, infatti, e senza far perdere tempo ci invita ad allargare la visuale oltre la punta del nostro naso, dove in un qualche modo siamo costretti a rimanere, ricordandoci solo alcune piccole cose, come la storia dell'uomo "sapiens", dalla scoperta del fuoco a oggi.