Sgangheratissimo postatomico con i robot che - non si sa bene come - si sono ribellati all'uomo causando una guerra che ha ridotto il nostro pianeta a quattro straccioni malconci che sopravvivono caricando carburante per mandare avanti le fabbriche del perfido Doc One (o Dark One, in originale). Questi, che mai si vede e comunica in sala comandi attraverso una palla di vetro opaco piantata in una parete, pare avere un unico interlocutore, la splendida Valeria (Jager), che lo rassicura quando questi le fa notare imbestialito come un gruppo di umani stia marciando contro di loro.
Effettivamente un manipolo di disgraziatissimi "schiavi dell'aria" (gli umani così vengono...Leggi tutto chiamati, visto che appena protestano Doc One gli toglie l'ossigeno e i poveretti boccheggiano finché lui non gliela ridà) si è riunito e sta lasciando la città (New York, i cui grattacieli si vedono sullo sfondo delle sterpaglie in primo piano) per raggiungerlo. Sono una specie di eletto che si chiama Neo (Culf) - anni prima di un altro eletto omonimo ben più celebre – insieme a un robot che pare l'uomo di latta del MAGO DI OZ, alla popputa Deeja (Hartstein), il cui padre è stato catturato e che Valeria tortura (o dice di torturare, perché a parte una carica eletrica altro non si vede) e uno stallone in mutande prelevato da una tribù di sole donne che lo usavano per procreare per poi appenderlo legato a un albero. Visto come questi giri seminudo indossando stivali a tre strati di pelo da farci i funghi anche d'inverno ci si chiede nel frattempo quale sia la temperatura esterna...
Ai nostri in missione sono aggregati poi personaggi minori che li aiutano nelle difficoltà come ad esempio passare rasenti un muro dal quale fuoriescono serpentoni che punzecchiano o affrontare caverne irte d'insidie (si fa per dire). Per loro fortuna chi li dovrebbe contrastare ha poche idee su come farlo: Valeria - quando non è occupata con la sua macchina del piacere, una specie di cabina trasparente in cui si spoglia esibendo il prosperoso seno – gli spedisce contro due inutili "sparabot" (robot che sparano) e prepara sempre la minaccia successiva come se potesse essere l'arma definitiva. Chiaramente definibile come Z-movie, ROBOT HOLOCAUST offre un cast perlopiù imbambolato che si muove spesso in modo innaturale (si vedano le forzatissime reazioni quando Doc One stacca l'ossigeno) ed effetti speciali che dire caserecci è un complimento (si salva giusto il make up del robot assistente di Valeria).
Nelle lotte ogni tanto vola in aria qualche testa decapitata, i fumi coprono mostri ridotti a tubi pieghevoli ricoperti di pelo, il centro direzionale son quattro scatoloni con qualche levetta e pulsantino, le presunte battute dell'uomo di latta (lo chiamano così pure nel film) fanno rabbrividire e l'unica cosa davvero apprezzabile sono i molteplici look di Valeria e le altre piacevoli presenze femminili (non la tribù di donne però, perché va bene vestirsi male ma a tutto c'è un limite!). Una sensazione di tremenda povertà pervade ogni scena, riflessa in dialoghi di rara insipienza e in una regia costantemente in affanno. Talmente scadente che si ride, certo, perché alcune invenzioni e make up sono davvero al di là del bene e del male. Sembra quasi una cosa girata tra amici improvvisando...
Supertrashone! Il regista Tim Kincaid confeziona questo ridicolo film che come tanti altri prodotti di serie B vorrebbe essere di fantascienza ma che alla fine risulta comico. Effetti speciali fatti in casa: osservate i vermi che escono dalle pareti, noterete che sono dei guanti... un must! Delizioso.
Insulso post-apocalittico, accostabile ai peggiori remake turchi per qualità e credibilità della messa in scena. La storia è quella dei classici sopravvissuti alla catastrofe, che si trovano a dover affrontare i "soliti noti" di genere: amazzoni, robot pupazzosi, mostri mutanti e ovviamente il dittatore di turno (qui particolarmente ridicolo). Effetti speciali da teatro delle marionette; ritmo abbastanza soporifero, giusto qualche trovata involontariamente comica risolleva ogni tanto l'attenzione.
MEMORABILE: La logorroica voce narrante; I vermi-calzino; La scena della "camera del piacere" (del tutto inutile, se non per infilarci il solito nudo femminile).
Guardate bene la locandina, ve la ricordate? Ecco, il film non è assolutamente così. Fondali dipinti a mano, costumi orrendi ed effetti speciali che definire speciali è un'offesa all'industria cinematografica, sono tutte caratteristiche che fanno di Robot Holocaust una sottospecie di prodotto destinato agli amanti dei film realizzati con quattro soldi. Evitatelo.
La trama è la solita: sopravvissuti che lottano in un mondo dominato dai robot; già cominciamo male perché di robot se ne vedono pochissimi e talmente finti da piacermi. Tra i sopravvissuti c'è un tale sempre seminudo, brutta copia di Conan, mentre una amazzone femminista ci riserva un colpo di scena inaspettato... tra i robot c'è Valeria: la bella cattiva che usa la ridicola macchina del piacere contro le regole non come premio, ma per i propri scopi da ninfomane (una volta sola). Manca totalmente la regia. Monotono e naif.
MEMORABILE: La macchina del piacere: una gabbia con Valeria dentro e di fronte un uomo e una donna nudi visti di spalle che "danzano".
Nefandezza di dimensioni bibliche. E non si tratta di criticare i b-movie degli anni 80, che annoverano tra le proprie fila prodotti ottimi con budget simili: qui manca tutto, dalla regia (inesistente) agli attori, dalle scenografie arrangiate e fuori luogo agli effetti speciali, spudoratamente fasulli, il tutto aggravato anche dalla trama, un poco presuntuosa, che esigeva almeno un minimo sforzo in più. Un prodotto che finisce con l'irritare.
Pazzesco, vergognoso dal punto da ogni punto di vista: scenografie poverissime, attori negati, combattimenti lentissimi e pessimi, effetti speciali mai visti (infatti era meglio non vederli), trama assurda priva di spiegazioni logiche e senso. Post-atomico girato probabilmente per divertimento degli autori, senza pretese (tra l'altro niente di quello che si vede nella copertina c'è nel film). Offre epiche scene di intrattenimento, con risate scaturite da dialoghi assurdi e comicità involontaria.
MEMORABILE: Occhio ai serpentoni delle caverne (mani mosse dentro una calza con due ridicoli dentoni posticci attaccati) e ai mutanti mascherati da carnevale!
Spudorata, ardimentosa nello sfidare il baratro del ridicolo, serie Z: non si dimentica facilmente. L'artefice si aggira in un'officina specializzata in prodotti trash post-apocalittici e per il gaudio del cinefilo onnivoro restituisce robot e figuranti carnevaleschi, l'imperdibile Valeria e il suo ineffabile sistema per procurarsi piacere erotico, buffi vermoni assassini (detti Striscianti) e altre amenità. Il tutto sorretto, diciamo così, da dialoghi prossimi al castigo infernale e dall'efficacia del tono da delirio perpetuo. Antologizzabile.
Pietra miliare del fanta-trash anni '80, fra i più rappresentativi "so bad it's good" del periodo insieme al famigerato (sempre in campo post-apocalittico) I padroni della terra. La pochezza di mezzi (le musiche sono riciclate da altri film della Empire) e la legnosità degli attori raggiungono vertici difficilmente riscontrabili altrove. Burattini a forma di vermi, costumi deliranti (non solo i risibili robot, ma pure gli eroici protagonisti), scenografie misere, enormi falle in fase di scrittura: forse proprio in virtù della sua goffaggine resta l’opera più significativa di Kincaid.
MEMORABILE: I costumi pietosi dei robot (buoni o cattivi); I vermi nella caverna; I mutanti cannibali; Il mostro che fuoriesce dallo stomaco di un malcapitato.
Un uomo, una donna e un robot buono (!) uniscono le loro forze contro una moltitudine di automi cattivi. Trashata Anni Ottanta nemmeno troppo divertente (a parte un finale che oscilla tra il patetico e il delirante) nella quale c'è un po' di confusione generale: teoricamente la vicenda è ambientata in un prossimo futuro vista la presenza di dispositivi altamente tecnologici (mai comprovati causa basso budget), però il popolo è in tenuta da troglodita mentre le donne portano abitini attillati di stampo moderno. Il cast anonimo e i dialoghi sciocchi completano il (brutto) quadro.
MEMORABILE: La battaglia tra guerrieri; La macchina del piacere.
Clamorosamente trash! Spiazzante, per i non esperti di tal contesto, un po' deludente per coloro che lo praticano. Nonostante non manchino elementi tremendi divertenti (i “vermoni”, la “bestia” vicino alla centrale), spesso la storia diviene noiosa, risultando pesantissima da seguire. La vicenda è basica e lo svolgimento spesso assurdo, mentre il montaggio praticamente non esiste, scoordinando le varie parti della pellicola. Tralasciamo la recitazione e non parliamo del doppiaggio e dei costumi. Alla fine, però, non va dimenticato che è un trash, anche se di quelli "brutti".
Tremenda fanta-trashata così di basso livello da meritare però un'occhiata, perché non è comunque facile inanellare una simile serie di sciocchezze audiovisive. Tra l'altro, nella scelta dell'abbigliamento degli umani post olocausto robotico doveva esserci una certa confusione (c'e anche una sorta di Tarzan con i doposci). In più, persino i due robot, cattivo e buono, sono abbigliati...E questo dovrebbe già far capire il livello degli effetti speciali (robot non proprio alla Terminator e vermoni dentuti che sono palesemente braccia umane con bocca-mano stile Muppet).
MEMORABILE: Il C-3PO dei poveri, taccheggiatore per pagarsi i pezzi; I mutanti da piegarsi (straccioni biascicanti e cannibali); La "dieta" del malvagio capo...
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Altra perla (nera); il solo personaggio di Valeria con il suo ineffabile sistema per fare sesso rende imprescindibile la visione di questo oggetto scardinato e fornito di notevoli passaggi fuori controllo. Fantascienza da finale di partita. :)
Grazie per la chiamata. Il film lo vidi anni e anni or sono, ricordo pochissimo e dovrei ripassarlo.
Considerata però la firma di Kincaid (alias Tim Gambiani, colui che secondo Imdb parrebbe addirittura coinvolto nella sceneggiatura del nostrano Venni, vidi e m'arrapaoh), non stento a credere sulla parola al livello gorgogliante del trashometro assoluto...