Discussioni su Requiem - Film (2006)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/02/12 DAL BENEMERITO RUBER
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  • Grande esempio di cinema:
    Ruber
  • Davvero notevole!:
    Fabbiu
  • Quello che si dice un buon film:
    Buiomega71
  • Non male, dopotutto:
    Myvincent, Gestarsh99, Pigro, Daniela
  • Mediocre, ma con un suo perché:
    Capannelle

DISCUSSIONE GENERALE

12 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Gestarsh99 • 16/09/12 19:36
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    @ Ruber

    E' un'opera certamente interessante per il suo approccio desaturato da qualsivoglia spettacolarismo esorcistico-orrorifico, però alla fine il minimalismo realistico un po' vontrieriano non è riuscito a trasmettermi quel coinvolgimento interiore che una scelta formale del genere di solito produce (se guidata da un autore capace e inventivo).
    Mancano scene significative o momenti veramente intensi; un po' più di "spettacolo" non avrebbe guastato.

    Mi ha lasciato con una sensazione indecisa tra il vacuo e l'enigmatico.
    Comunque è un'esposizione singolare per la tematica trattata, grazie ancora per averlo consigliato (ricordo anche che c'era un tuo post ma adesso sembra essere sparito nel nulla).
  • Ruber • 16/09/12 19:45
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    @ Ruber

    E' un'opera certamente interessante per il suo approccio desaturato da qualsivoglia spettacolarismo esorcistico-orrorifico, però alla fine il minimalismo realistico un po' vontrieriano non è riuscito a trasmettermi quel coinvolgimento interiore che una scelta formale del genere di solito produce (se guidata da un autore capace e inventivo).
    Mancano scene significative o momenti veramente intensi; un po' più di "spettacolo" non avrebbe guastato.

    Mi ha lasciato con una sensazione indecisa tra il vacuo e l'enigmatico.
    Comunque è un'esposizione singolare per la tematica trattata, grazie ancora per averlo consigliato (ricordo anche che c'era un tuo post ma adesso sembra essere sparito nel nulla).


    mi sembra che avevo segnalato la storia cosi come avveniva nel film ma non ricordo.

    Cmq ottimo film che continuo a consigliare se volete zero effetti Hollywood da splatter film e piu realtà da parte dei personaggi e sopratutto l'essere lineare proprio con la storia senza aggiungere o togliere nulla ai fatti accaduti.
  • Gestarsh99 • 17/09/12 15:28
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Ce n'è anche un altro che avevi suggerito caldamente tempo addietro.
    Naturalmente lo vedrò ;)
  • Pigro • 30/11/12 15:08
    Consigliere - 1661 interventi
    Ruber, ci sono due punti incomprensibili (forse perché sono saltate delle parole) nel tuo commento: “Ciò che salta più all'occhio è certamente l'i panni della ragazza” e “in stato allucinatorio e dannatamente realistica”. Puoi correggerli?
  • Ruber • 30/11/12 17:15
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    Pigro ebbe a dire:
    Ruber, ci sono due punti incomprensibili (forse perché sono saltate delle parole) nel tuo commento: “Ciò che salta più all'occhio è certamente l'i panni della ragazza” e “in stato allucinatorio e dannatamente realistica”. Puoi correggerli?

    Io non posso farlo, può farlo solo Zender, ora lo contatto.
  • Zender • 30/11/12 17:41
    Capo scrivano - 47813 interventi
    Sì, correggo, solo che non so cosa volevi dire Ruber. Cosa salta più all'occhio? In generale con questa frase cosa intendevi?

    Ciò che salta più all'occhio è certamente l'i panni della ragazza, in special modo quando è in stato allucinatorio e dannatamente realistica.
  • Gestarsh99 • 1/12/12 11:43
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Sì, correggo, solo che non so cosa volevi dire Ruber. Cosa salta più all'occhio? In generale con questa frase cosa intendevi?

    Forse il periodo completo era questo:

    Ciò che salta più all'occhio è certamente l'iMMEDESIMAZIONE NEI panni della ragazza, in special modo quando è in stato allucinatorio E' dannatamente realistica.
  • Zender • 1/12/12 11:46
    Capo scrivano - 47813 interventi
    Eh, vediamo se l'esegesi ruberiana è giusta...
    Ruber, dici che volevi intendere ciò che scrive Gest?
  • Ruber • 2/12/12 21:09
    Formatore stagisti - 9251 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Eh, vediamo se l'esegesi ruberiana è giusta...
    Ruber, dici che volevi intendere ciò che scrive Gest?


    Si cio che ha scritto Gest va bene, il senso è quello.
  • Gestarsh99 • 5/12/12 17:46
    Vice capo scrivano - 21546 interventi
    Pigro ebbe a scrivere:
    Ma a che serve narrare una storia così?

    Più che altro ci sarebbe da chiedersi a cosa serve narrare una storia ricalcando in maniera forzosa stili registici altrui (io vi ho trovato un mix raffreddato di Loach, Dardenne e Von Trier).
    Mi ha ricordato da vicinissimo l'esordio di Squitieri in Io e dio (1969), che in un certo senso otteneva eguali risultati vampirizzando linguaggi autoriali ben noti.

    Ho giudicato il film "rinunciatario" proprio per questa sua rinuncia ad una forma personale e ad una trattazione veramente partecipe.
    Resta un'opera dagli intenti onesti e anti-spettacolari, sicuramente particolare ma un po' gratuita e impacciata.
  • Pigro • 6/12/12 10:05
    Consigliere - 1661 interventi
    Gestarsh99 ebbe a dire:
    Pigro ebbe a scrivere:
    Ma a che serve narrare una storia così?

    Più che altro ci sarebbe da chiedersi a cosa serve narrare una storia ricalcando in maniera forzosa stili registici altrui (io vi ho trovato un mix raffreddato di Loach, Dardenne e Von Trier).
    Mi ha ricordato da vicinissimo l'esordio di Squitieri in Io e dio (1969), che in un certo senso otteneva eguali risultati vampirizzando linguaggi autoriali ben noti.

    Ho giudicato il film "rinunciatario" proprio per questa sua rinuncia ad una forma personale e ad una trattazione veramente partecipe.
    Resta un'opera dagli intenti onesti e anti-spettacolari, sicuramente particolare ma un po' gratuita e impacciata.


    Concordo. Infatti, il mio "così" è doppio. Cioè: a che serve raccontare la storia di una poveretta che crede di sentire le voci, senza che questo passi da mera esposizione di un caso clinico (decisamente poco interessante, per me) a qualcosa capace di innescare suggestioni più ampie? E anche: a che serve raccontare questa storia in questo modo che tu hai definito in maniera assolutamente perfetta "rinunciatario"? Rinunciatario perché sottotono e perché, come hai notato tu, pur attingendo a stili molto decisi, non riesce a marcare una differenza (o anche, perlomeno, una totale adesione).
    Anch'io credo che sia un film onesto e partecipato, ma il risultato è decisamente al di sotto delle premesse.
  • Buiomega71 • 16/10/21 10:17
    Consigliere - 26032 interventi
    Gelida, iperrealistica e scarna diversa rappresentazione del "possession movie".

    Schmid si muove tra Diario di una schizofrenica a Family life, intingendo il suo raggelante (e intimista) dramma in un atmosfera disadorna e squallida che lo apparenta a Christiane F. (là la droga, quì una molto probabile malattia mentale, ma le due ragazze protagoniste si portano dietro un fardello che mina la loro quotidianità: gli amici, la discoteca, il disturbante fanatismo religioso di una-Santa Caterina-non è poi tanto dissimile dalla continua ricerca del "buco" dell'altra sua connazionale, fino a cadere nel baratro), con una ricostruzione degli anni 70 pressochè credibilissima e che rinuncia all'OST originale per pezzi musicali d'epoca, che ne aumentano il disagio e ne amplificano il dramma (la canzone sui titoli di coda, poco dopo che Michaela pare vada incontro al suo tremendo destino con impressionante serenità, convinta di una santificazione dettata dal suo cieco fanatismo, mette i brividi).

    Loach, von Trier, i Dardenne, Bruno Dumont, Catherine Breillat (o come scrive la recensione di Film tv dell'epoca "uno Scorsese che però ha visto meno film") i numi tutelari del giovane regista tedesco, che racconta di disfunzioni familiari (la madre di Michaela è un mostro di insensibilità con una mentalità ferma al Medio Evo-la sequenza dei vestiti "da sgualdrina" gettati nella spazzatura, proprio la sera della vigilia di Natale-che procurerà a Michaela una crisi in camera sua-è dolorosissima), della paura di non essere accettati (Michaela è comunque una ragazza socievole nonostante tutto, che riesce a farsi un'amica-Hannah- e pure un ragazzo-Stefan-che le staranno accanto fino all'ultimo, anche quando Michaela arriverà al punto di non ritorno. A questo punto interessante la sottolineatura di Rudy Salvagnini nella sua scheda al film nel nuovo dizionario dei film horror, quando evidenzia la perplessità di Stefan-che rappresenta le nuove generazioni-assistendo all'esorcismo casalingo retrogrado ai danni di Michaela da parte dei due sacerdoti e dei genitori, che quasi ti vien voglia di chiamare la polizia), di una ragazza timorata da Dio oltre ogni comprensione, come nella parentesi del pellegrinaggio in Italia e il rosario donatole dalla madre.

    Ma il diavolo (poco probabilmente) fa le pentole e non i coperchi, e se Michaela non riesce (passando notti insonni e pure l'ultimo dell'anno) a redarre una relazione smontando nervosamente la macchina da scrivere e prendendosela con il crocifisso appeso alla parete, una volta che la schizofrenia, scambiata per possessione demoniaca, prende il sopravvento, ecco che la ragazza appare come in stato vegetativo, poi si contorce, grida, ride, arrivando a atti di "ribellione" verso quella stessa famiglia che l'ha indottrinata ad una religiosità eccessiva e soffocante (la minestra sputata in faccia alla madre mentre la imbocca, le boccacce di scherno mentre i genitori pregano per lei, il rompere gli oggetti in cucina disprezzando la madre), fino a quella chiusa di innaturale rassegnazione che mette non poco a disagio.

    Schmid, poi, abilmente, al posto di eccessivi contorcimenti fisici o grida disumane che sfociano nei meccanismi horror (vedere la "collega" americana Emily Rose di tre anni prima) preferisce sottolineare il disagio mentale di Michaela in sequenze incisive e non poco "fastidiose" e parecchio inquietanti (una per tutte: quando Michaela balla, in discoteca, tutta scordinata e come in trance, sotto gli occhi esterefatti di Stefan o quando i "demoni" interiori le impediscono di avvicinarsi o toccare immagini sacre).

    Curiosamente, l'altro Trier (il Gioacchino), nel suo ben poco riuscito Thelma, ne prenderà in prestito stilemi e situazioni pressochè quasi identiche (la ragazza impossibilitata ad essere normale che lascia il paesello bucolico e asfissiante-come la famiglia-per andare a studiare all'università, l'amicizia femminile, gli esami medici-l'elettroencefalogramma-, le crisi "paranormali") in un contesto prettamente nordico e cinereo.

    Malattia movie con riverberi esorcistici, ma che se ne distacca per uno stile freddo e quasi documentaristico (il dogma vontreieriano insegna) e di un'aderenza alla realtà quasi lancinante e che trova nella straordinaria bravura di Sandra Huller una fisicità e un aspetto psicologico che lascia davvero il segno.

    Il diavolo (im)probabilmente...


    Ultima modifica: 16/10/21 14:05 da Buiomega71