Discussioni su Leoni al sole - Film (1961)

DISCUSSIONE GENERALE

3 post
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  • Buiomega71 • 15/08/20 10:27
    Consigliere - 26032 interventi
    Rassegna estiva: Italian Graffiti d'agosto 

    Lo sfondo di Positano ha sempre il suo fascino, lo stuolo di bellezze femminili che Caprioli fa sfilare sono da infarto (Luciana Gilli varrebbe da sola la visione del film, la bellona che si reca alla spiaggia, lancia via, dai piedini, i suoi zoccoletti, e si sdraia al sole, le mammine con i pargoletti come pretesto per sedurre, le straniere che continuano a ridere come delle ochette non capendo una mazza di quello che le viene detto), una sottile vena lolitesca (Caprioli al venditore di collane elenca le provocazioni delle sedicenni che passano di continuo fuori dal negozio (all'apparenza timide ma sotto sotto, delle "Messaline"), le due ragazze straniere appellate dai vitelloni partenopei (dopo averci passato la notte) come delle "schifose", la Gilli che si concede un pò a tutti.

    Al di là di queste premesse, dove Caprioli mostra una narrazione abbastanza ardimentosa per i tempi, arriva anche la classica (e immancabile) festa serale dove si pomicia e si cornifica sulle note della canzone di Mina (scritta da Caprioli stesso).

    Uno stile registico nemmeno banale (vedi la terrificante panoramica sui piedi zozzi e callosi dei gagà partenopei, che anticipa il Sergio Citti di Casotto, o la "sfida" simil western in piazzetta, quando uno dei playboy c'ha affianco la Gilli che fa la gattina maliziosetta e vengono fissati dal gruppo di vitelloni stagionati con Caprioli in testa), parentesi inusuali (il bambinetto che tira i sassi alla Valeri che stà sullo scoglio come una sirenetta, che smette solo se lei le fa vedere le tette, la defaiance di Caprioli con Serena, che mi ha fatto venire alla mente una situazione analoga del mio cultissimo Storie di fantasmi, con tanto di ricatto di dirlo a tutti) e inaspettati virtuosisimi registici, tanto inutili quanto surreali (la soggettiva della mosca con ronzio, che dalla spiaggia si infila nella cucina).

    Peccato, però, che Caprioli abbandoni le schermagliette amorose estive che si instaurano tra i personaggi, per concentrarsi sul bighellonare dei chiassosi seduttori della "domenica" e i loro problemi (l'emigrare al nord-o in america-per lavoro, la maliarda che accusa di furto Sciosciò, i crucci di cosa fare da grandi, a pranzo da mammà) francamente poco interessanti, che sfociano benpresto nella noia, con una teatralità logorroica francamente sfiancante.

    Caprioli apre parentesi eppoi non le chiude (la coppia del dandi inglese e della fidanzata napoletana che si cornifica a vicenda-lei con un bellimbusto del luogo, lui con la Gilli che pare la dia via come il pane, è lasciata lì senza proseguio, così come il tormentato rapporto tra Serena e lo sposato Giuffrè e non ci è dato sapere cosa succede sullo yatch tra Leroy e la ricca maliarda brasiliana, se non nei racconti di lui).

    Il gruppo di vitelloni alla "cosa mi hai portato a fare sopra Positano se non mi vuoi più bene" non brilla, poi, di simpatia (il personaggio di Leroy è irritante se non addirittura fastidioso, ci si perde nei nomignoli-ad un certo punto facevo confusione su chi era Mimì, Coccò, Scioscio o Risciò) e il tutto rischia di scadere nella macchietta.

    L'unico personaggio davvero azzeccato, contro tutte le mie previsioni, visto che non sopporto Franca Valeri, è proprio quello della Valeri, zitellona mesta, riservata e innamorata inutilmente, contenuta nel suo amore sofferto per lo sbruffoncello di Leroy, che regala un personaggio malinconico e pieno di sfaccettaure, dalla scorza della milanese snob ma di una sensibilità che lascia il segno (sua , poi, è la battuta migliore del film, quando chiede al pescatore che le lancia la corda a mare se ci sono squali, e lui le risponde cosa sono), dove Caprioli (ben conoscendola) ne tira fuori il suo lato più romantico di donna sola e presa in giro negli affetti.

    Finale viscontiano/felliniano non propriamente riuscito (anche perchè, almeno per quanto mi concerne, proprio non si ha nessuna empatia con il gruppo di questi poco simpatici perdigiorno), e una volta tolta la meravigliosa mercanzia femminile, la bravura della Valeri, le location (ma Caprioli gioca in casa) e qualche felice intuizione, resta davvero ben poco, che poco ha da spartire con le avventure balnerar/amorose di un Risi o di un Girolami.

    Suggestiva la fotografia di Carlo Di Palma che dona colori accesi e calorosi (notevole l'alba fuori dalla terrazza della camera della Valeri).

    In presupposti per un cult movie progenitore di Sapore di mare c'erano tutti, peccato che Caprioli getti via un ottima occasione per concentrarsi sul gruppo di amici con eccessiva enfasi un pò troppo radicata nella commedia partenopea, lasciando fuori quello che, in questo genere di film, conta davvero : le avventurette amorose intrise di cinismo, e gelosia, sotto il solleone.

    La bella Serena (Serena Vergano) dimentica i suoi zoccoletti alla cava e ricatta Giugiù (Caprioli), causa il suo fiasco da prestazione, perchè vada a prenderli. Lascia stare, caro Vittorio, che gli zoccoletti a Serena vado a recuperarli io :)

    Ultima modifica: 15/08/20 14:18 da Buiomega71
  • Renato • 7/01/21 23:37
    Addetto riparazione hardware - 376 interventi
    Dal commento di Buono Legnani: "Enzo Cannavale (non accreditato) fa il commissario di polizia"

    Cannavale è regolarmente accreditato nei titoli di coda.
  • B. Legnani • 7/01/21 23:53
    Pianificazione e progetti - 14976 interventi
    Renato ebbe a dire:
    Dal commento di Buono Legnani: "Enzo Cannavale (non accreditato) fa il commissario di polizia"

    Cannavale è regolarmente accreditato nei titoli di coda.

    Grazie.