Buiomega71 • 21/03/15 09:34
Consigliere - 26032 interventi NOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE
Che strano oggetto filmico che e
Angel Dust
Imbrocca subito la strada di
Manhunter ( e Ishii aumenta l'accostamento con Michael Mann per quanto riguarda anche le riprese di una Tokyo sospesa, futuristica, notturna, livida, "metallica"), poi vira nelle cliniche alla
Brood (il film e imbevuto di umori cronenberghiani fino al midollo, dalle atmosfere, alle ambientazioni-anche queste molto futuristiche, quasi da "fanta-70"-dai temi della mente e dalla sua malneabilità), cita il Lang di
M (il fischiettio dell'assassino pronto a colpire), regala le "dolci morti" di
Murderock (iniezioni letali e quasi impercettibili), e accosta la stessa teoria "argentiana" dell'assassino impresso sulla retina di
4 Mosche
Ma non e un thriller americano, ne tantomeno europeo, e quindi esce dai soliti schemi prestabiliti, diventando quasi un esperienza onirica, sospesa, straniante, abbagliata da momenti di rara suggestione (la clinica sotto la luna, la strada per raggiungerla, il monte Fuji che troneggia, le saune zen, le corse in automobile della criminologa, gli scorci di Tokyo, i boschi, la luna che si tinge di rosso), che non lascia spazio a spiegoni a tutti i costi, all'azione e agli stilemmi "americani" presenti in questo tipo di film.
Spesso soporifero, che sfiora la narcolessia (ero lì lì, a metà film, pronto a affibbiarle il pallino e mezzo), ma che poi si "risveglia" donando momenti visivi di rara potenza e suggestione, fino a un pre finale che riecheggia
Videodrome (la stanza chiusa con il televisiore) e twist completamente folli (e inaspettati) che arrivano dritti dritti da
Un rantolo nel buio
Sembra che ti prenda per "sfinimento", poi Ishii ci mette dentro (ad esempio) la bizzarra citazione alla
Bella addormentata, che detta così può suonare inutile, ma che e uno dei valori aggiunti del film, che ne dà (tra i tanti) un aspetto quasi "fiabesco"
Non c'è un perchè logico (come ci ha abituati il cinema occidentale) e il racconto si fà astruso, ermetico, dove l'audio viene sopresso di colpo per poi riprendere, flash visivi affascinanti (gli incubi in "stati di allucinazione" di Sezuko, come il letto che percorre la strada della clinica, la grotta) in mezzo a noia e fitti dialoghi sulla mente e il lavaggio del cervello
Va da sè che il film presenta una scena di omicidio (il quarto per essere esatti) tra le più belle e poetiche mai girate, da far rodere Brian De Palma
Le strade affollate di Tokyo sotto la pioggia, ombrelli ovunque, la vittima designata (una donna con vestito e ombrello rosso) attraversa le strisce pedonali e si accascia a terra (con ripresa dall'alto), mentre la detective Sezuko la pedina. Oppure il terzo omicidio, con la ragazza che attraversa la periferia di Tokyo, una lavatrice di una lavanderia nasconde una mano e...
Gran pezzo di cinema, che mostra la quintessenza del talento di Sogo Ishii, autore molto personale e originale, che nonostante la lentezza quasi insostenibile in alcuni momenti, riesce a catturare l'attenzione e se ne diviene quasi ipnotizzati
Si astenga chi cerca sangue, frattaglie, azione o spiegoni, gli altri si abbandonino (come ho fatto io) a questo quid rallentato e seducente.
Ci scometto lo stipendio che Michael Mann (e David Cronenberg), se se lo sono visto, sono letteralmente impazziti.
Da vedere a mente lucida.
Buiomega71
Mco
Marcel M.J. Davinotti jr.