L'home invasion di
The strangers, la rurale caccia boschiva di
Eden Lake (indigeni poco ospitali inclusi), l'isolamento di
Them, le atmosfere d'assedio campagnolo di
Cane di paglia, il campanilismo e la xenofobia verso chi non è natio di quelle terre (in questo caso le suggestive highlands scozzesi) dei
Guerrieri della palude silenziosa.
Si aggiunge alla tacca dei "survivor movie" anche questo tesissimo e mozzafiato
White Settlers, dove una coppietta di inglesi (marito e moglie)) compra e ristruttura una cascina coloniale nel bel mezzo del nulla in terra scozzese. Ma mal gliene incoglie, perchè gli indigeni locali non prendono benissimo il trasferimento della coppia inglese, e ben presto passeranno alle vie di fatto senza avvisaglie o avvertimenti (se non i grugniti che si sentono nella calma della notte, la chiave nella toppa che continua a cadere, i rumori sospetti che paventano l'irruzione casalinga degli uomini mascherati).
Halligan è astutamente abile a creare un clima angoscioso di defribillazione e di spasmodica apprensione ansiogena, in una caccia all'uomo boschiva e notturna che dura tutto in una notte tra fughe disperate, scoppi di violenza improvvisa (il taglierino, il tendine del piede reciso, i sanguinosi e violenti colpi a base di asse di legno, la tagliola), una tostissima e coriacea Pollyanna McIntosh di straordinaria presenza (e prestanza) fisica, i sospetti rumori notturni che presagiscono l'irruzione dei belluini "padroni di casa", un commando ben organizzato che indossa maschere di suino stile
You're Next e che dà il benvenuto, a loro modo, a l'invasiva coppia benestante inglese che mette le mani sulle loro proprietà messe in vendita.
E se per tutta la breve durata del film la palpitazione emotiva è altissima, si aggiunge un pre finale diurno (la McIntosh che si trascina, ferita, sulla stradina) di inquietante e inaspettata "cospirazione" della comunità paesana non molto dissimile da quella di
The Wicker Man, fino ad una chiusa inusuale per il (de)genere (che potrebbe far storcere il naso ai più) che mostra a chiare lettere che in Scozia, gli inglesi, non sono proprio ben accetti.
Impreziosito dalla fotografia di James Swift che fa risaltare la profondità dell'oscurità e dà bellezza mozzafiato alle location bucoliche , allo score martellante di Jon Wygens, fino alla regia senza sbavature di Halligan, che non si perde in inutili orpelli e arriva subito al sodo, regalando momenti altissimi e nervosi di notevole ansia e angoscia.
Notevoli i titoli di testa e l'oscura atmosfera lacustre boscaiola da miglior
Venerdì 13.
Nulla di nuovo sul versante "home invasion" e strangers mascherati con pessime intenzioni, ma ottimamente interpretato (la McIntosh è bravissima), diretto con arguzia (il regista inglese sà sfruttare al meglio le zone boschive, il buio della notte, la sopravvivenza e i colpi di scena, nonchè giostrando bene la tensione) e con un finale peculiare che lo discosta dagli altri film dello stesso genere (occhio alla grigliata e alla maschera da suino che indossa il ragazzino).
Meno conosciuto dei suoi epigoni più blasonati, merita una riscoperta.
Da noi è rimasto inedito, per il momento, dove ho potuto apprezzarlo sull'ottima edizione del blu ray spagnolo edito da
La Ventura, con il titolo
Los Intrusos (e chi siano i veri intrusi lo si scoprirà solo vedendo il film).