Uova d'oro - Film (1993)

Nella dinamica Spagna degli anni '80, la storia di un giovane rampante che insegue il successo seguendo la teoria del possedere due di tutto. Commedia farsesca diretta da Bigas Luna ed interpretata (come il film precedente Prosciutto Prosciutto) dall'allora astro nascente iberico Javier Bardem. Film fortemente impregnato di sottintesi (e non solo) erotico-sessuali, vale sopratutto come commedia di costume sulla realtà iberica del tempo.Discreto il cast.

Un film amabile gravido di doppi sensi, con titoli di testa hitchcockiani. Un lungometraggio cinico quanto basta, critico e interessante per il contesto e l'epoca a cui si riferisce. Il sesso come motore della pellicola e in generale di talune esistenze che ne fanno l'oggetto principale per emergere ed affermarsi. Il sociale è servito... sotto le lenzuola.

Bigas Luna a parer mio non ha mai brillato per la scelta delle sceneggiature, sempre al limite del grottesco e della farsa. Anche Uova d'oro non fa eccezione e si basa sulla teoria del due di tutto. Le scene erotiche sono di buona fattura e questo bisogna pure riconoscerlo, ma è l'intera struttura del film che risulta essere particolarmente deficitaria. Tutto sommato però non è il peggiore film del regista iberico. Quasi sufficente.

Resistibile ascesa e inevitabile caduta del giovane rozzo provinciale Benito (Javier Bardem animalescamente in parte), il quale cerca, raggiunge e perde il successo economico letteralmente grazie alle sue palle. Una metafora forse facile ma certamente indovinata per quello che è il più riuscito dei film di Bigas Luna: una commedia cinica, vera e sporca, in cui i vezzi del regista spagnolo (i simboli) son limitati e integrati nella trama. Scene di spinto e potente erotismo (notevole Maribel Verdù). Gassman l'amico di sempre, Del Toro il traditore. Gran ritmo.

Bigas Luna è bravo nel gestire un ottimo cast di attori e una storia al limite della farsa imbottita di simbolismi, sentimenti e anche un ottimo erotismo. Peccato per un finale che non ci dice un granchè, quasi tirato via per concludere il film senza particolari colpi di scena. La storia narra la strampalata vita sentimentale di un arrampicatore sociale che mette su un piccolo impero, ma vede il naufragio totale dei suoi affetti e delle persone che lo circondano. Può piacere...

Commedia nera spagnola in cui si esalta l'arrivismo smodato del protagonista miscelato con una notevole dose di erotismo talvolta anche esageratamente esplicito. Lo sviluppo narrativo non brilla per originalità e la pellicola si salva in parte a causa delle procaci bellezze languidamente mostrate. La pseudo denuncia di Luna appare edulcorata e cinicamente moscia. Bravo comunque Bardem.

La scalata al potere ha sempre qualche ostacolo di percorso e se si sale troppo velocemente si potrebbe avere anche qualche capogiro. Lo prova sulla sua pelle un giovane Bardem, che unisce e mescola soldi e sesso, laddove le due "s" richiamano altresì i due attributi maschili, simbolo di un'onnipotenza maschilista ma anche nichilista. Bigas Luna regala parentesi al calor bianco seguendo un gusto erotico di una classe inarrivabile, sfruttando anche il parterre di attrici a disposizione. Eccentrico e accattivante.

In una Spagna che cerca il sogno americano la via più semplice è sfruttare il corpo e le sue debolezze. Scene di eros assortite che intrigano anche per una certa giocosità, meno brillanti i continui doppi riferimenti e le riproduzioni falliche. Bardem ha più verve come amante che come uomo d'affari e il gruppo di donzelle riempie di colore e calore. Ritmo altalenante, poco fluido nei cambi della vicenda e finale che chiude il quadro senza coinvolgimento emotivo.