Un uomo qualunque - Film (2007)

Un uomo qualunque
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Quasi irriconoscibile in versione parafantozziana, con capelli radi, occhiali e baffetto a simulare la quintessenza dell'impiegato frustrato, Christian Slater dona la sua aria tipicamente in bilico tra sanità mentale e psicopatia per impersonare Bob Macone, al lavoro in un open space dove sogna ogni giorno di caricare una pistola ed esplodere i colpi contro gli insopportabili, cinici, prevaricatori colleghi d'ufficio. Preso in giro, quando va bene ignorato, accusato di molestie sessuali dalla collega procace (Knopf) se appena gli scivola lo sguardo sul décolleté, Bob conduce un'esistenza grigia che lo isola al punto dal portarlo a dialogare con i pesci del suo acquario...Leggi tutto (che gli rispondono!). E così, non avendo il coraggio di realizzare i propri piani criminali, si limita a sognare come Danny Kaye (o di nuovo come Villaggio, se vogliamo) fino a quando qualcun altro, in ufficio, proprio mentre lui è chinato a raccogliere un proiettile della sua arma caduto in terra, impugna la pistola e spara: proprio così, si fa giustiziere al posto suo e a Bob, risparmiato perché dal killer ritenuto ancor più incapace di lui, usa la propria arma per ucciderlo diventando d'improvviso un eroe. Tranne per Vanessa (Cuthbert), il più bel sorriso dell'azienda: a terra tra i colpiti, non muore ma rimane paralizzata. Era meglio morire e glielo dice, al suo "salvatore", ma poi le cose prenderanno una piega diversa; perché tutta la fase centrale del film si trasforma, da cronaca dei problemi del protagonista, delle sue fobie, delle sue crisi e disagi, a racconto di un affetto diverso, con Slater bravo a rendere bene le difficoltà dell'approccio: lei è sfacciata, disinibita, aggressiva; lui no, si mette al suo servizio, disperatamente innamorato al di là di ogni impedimento intimo. Un personaggio meno scontato del previsto: sembrava dovesse limitarsi a replicare l'ordinaria follia di Michael Douglas, invece la rabbia resta racchiusa nel proprio io, senza sfogo liberatorio se non quando è il momento di difendersi. Non che ci si addentri in chissà quali analisi psicologiche, in fondo sempre di cinema di largo consumo si parla, però è apprezzabile il modo in cui si disegnano le tenere debolezze di Bob, la sua costante sensazione di perdersi in un mondo che non capisce e non lo capisce ma che lo promuove idealmente a eroe con tutti i benefici che il nuovo status comporta a livello di rispettabilità e stima sociale. E' però chiaro che sta nel rapporto con Vanessa il fulcro del film, anche se qui si scade un po' troppo nella banalizzazione dei sentimenti. L'unico altro personaggio di un certo rilievo, se escludiamo la collega popputa che s'interesserà di Bob solo a gloria acquisita, è il principale (Macy), anche lui pronto a promuoverlo a segretario personale come se l'aver ammazzato un killer desse prova di grandi virtù da stratega aziendale... Siamo spesso in bilico sul grottesco (non si capisce come sia possibile che la polizia non indaghi un minimo su come si siano svolti i fatti e sul perché Bob avesse un'arma al momento della strage), si sfora dal dramma nella commedia con qualche gag ai confini del demenziale (Bob che vomita proprio quando la collega pettoruta lo fa avvicinare alla scollatura) denotando un approccio spesso un po' troppo superficiale. Però come dramma sulla solitudine il film a suo modo funziona e ci propone uno Slater lontanissimo dai suoi standard che sorprende in positivo. Poi ecco, magari i pesci che parlano si potevano evitare...



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 28/09/08 DAL BENEMERITO ELSUP POI DAVINOTTATO IL GIORNO 16/12/21
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Elsup 29/09/08 00:01 - 140 commenti

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Decisamente non mi è piaciuto. Non perché non abbia una trama valida, ma sinceramente è abbastanza noioso, lento e soprattutto non riesce a trasmettere nessuna emozione, se non un po' di fastidio. Christian Slater, che fa la parte del classico impiegato frustrato, è fuori parte.

G.Godardi 17/06/09 17:01 - 950 commenti

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Sociopatico e un po' schizofrenico impiegato pianifica di fare una piccola strage nell'azienda nella quale lavora. Purtroppo viene preceduto da un collega: non gli resta che far fuori quest'ultimo e divenire suo malgrano un eroe. Curiosa e interessante pellicola, sull'onda di Taxi driver e Un giorno di ordinaria follia, ma filtrata tutta da un'ottica grottesca (in alcuni momenti ricorda pure Fantozzi!) e surreale, con evidenti debiti da Lynch e Gondry. Funziona bene fino quasi alla fine, quando si accortoccia su se stesso. Irriconoscibile (e bravo) Slater.

Brainiac 20/06/09 18:40 - 1083 commenti

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Descrivere il disagio mentale non è impresa agevole, il rischio che si corre è quello di cadere nei clichè e qui ci sono tutti (la vita squallida del dipendente vessato dai colleghi, i vicini che lo ignorano, la solitudine). Il regista decide di usare il registro surreale, ma mostrare un pesce rosso parlante dopo cinque minuti non aiuta certo l'identificazione dello spettatore. Ci sono delle belle scene, battute riuscite, Slater è credibile ma trattare certi argomenti (le stragi) con tanto cinismo mi è sembrato, veramente, di un cattivo gusto inaccetabile.

Capannelle 20/07/09 12:03 - 4421 commenti

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E bravo Coppello, hai provato a fare il film originale ad alto tasso di surreale ma la creatura ti è un po' sfuggita di mano. Tra l'altro bisogna aspettare mezzora prima di fare la prima vera risata (quando lei in ospedale gli dice "avvicinati") e nel proseguio il film non prende una direzione decisa. Un'idea degna di nota e con qualche frecciatina alle ipocrisie (colleghi, promozioni, affetto), quindi, ma che doveva essere gestita meglio.

Daniela 23/07/09 07:57 - 12699 commenti

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Nel descrivere un giorno di ordinaria follia, il regista adotta la chiave del grottesco con tocchi surreali, per un risultato discontinuo ma comunque interessante. Slater non è il primo nome che viene in mente per il ruolo dell'impiegatuccio umiliato ed offeso, soprattutto avendo nel cast Macy (utilizzato come mega.dir.gen.gran.fig.putt.), che però sarebbe stata una scelta troppo scontata. Il finale, come tutti quelli che si mangiano la coda, lascia perplessi ma, ripercorrendo la storia a ritroso, non si può dire che i conti non tornino
MEMORABILE: L'addetto alla fotocopiatrice: usare il modello XZW$SXZ non è facile come usare una pistola...

Kinodrop 27/05/14 17:35 - 2979 commenti

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Storiella sfocata e spesso fuori tono sul classico impiegato vessato e grigio, che rimugina tutti i giorni come vendicarsi nell'azienda in cui lavora e farsi valere. I continui cambi di registro, dal drammatico al surreale, dal realistico al grottesco finiscono per offuscare la trama e rendere incongruo anche il finale. Sacrificato H. Macy e legnoso il pur bravo Slater. Si apprezza solo il commento sonoro che dona qualche spinta al piattume dell'insieme. I pesci parlanti son proprio "fuor d'acqua". Noioso.

Furetto60 1/09/14 11:02 - 1196 commenti

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Diverso dal Douglas alle prese con la propria ordinaria follia, l’impiegatucolo fantozziano interpretato da Slater, autore di una prova di notevole spessore, vive in una dimensione paranormale, onirica, ossessiva, riuscendo persino a elevarsi a soglie impensate. Il dialogo con i pesci, che potrebbe indurre a pensare a una virata su lidi tragicomici, rientra nell’affresco della tormentata e fragile personalità del protagonista. Nel complesso un film originale e interessante.
MEMORABILE: I cinque minuti iniziali.

Il ferrini 2/12/15 01:29 - 2373 commenti

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Grandioso Slater, capace di trasmettere la frustrazione e la violenza latente del suo personaggio in ogni inquadratura. Ma soprattutto un bel film, visionario, potente, perfino crudele nel mettere a nudo la mediocrità, vero e unico mostro di questa storia. Ottima anche la regia; man mano che il racconto si dipana le atmosfere si fanno più dense, i colori più carichi, quasi a intraprendere un vertiginoso viaggio nel malessere esistenziale del protagonista. Un'esperienza notevole.
MEMORABILE: Slater che con un finto pulsante in mano immagina di far esplodere il palazzo in cui lavora.

Redeyes 13/08/20 11:20 - 2454 commenti

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Il nostro uomo tranquillo e vessato ha un piccolo bug, e questa paranoia lo porta non solo a fare ciò che fa ma a immaginarne le conseguenze e le diramazioni. Il suo giorno di ordinaria follia esplode schizzando il monitor di micro storie grottesche, ma nella perpetua ricerca di un black houmor o cinismo divertente, se si preferisce, ci perdiamo la profondità dell'oscuro animo umano. Stante la desacralizzazione dell'arrivismo, del becero bullismo, del disagio, senza la giusta qualità finiamo per arrivare stanchi e tediati al colpo di scena finale.

Bubobubo 22/02/21 13:33 - 1847 commenti

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Alterna alcune ottime intuizioni (il primo approccio in ospedale fra Bob-Slater e Venessa-Cuthbert, il gigantesco ufficio del megadirettore, il comunque prevedibile finale) ad altre grossolane cadute di stile (i pedestri sfx dell'esplosione del palazzaccio, il dialogo schizofrenico coi pesci dell'acquario). L'intenzione di giocare sul margine di situazioni grottesche, per quanto stereotipiche, è da subito evidente a partire dalla fisionomia dei personaggi: ma è la storia in sé a perdere di attrattiva col passare dei minuti, rinchiusa in sé stessa come la psiche del protagonista.
MEMORABILE: Il finale.

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Puppigallo 14/12/21 15:20 - 5297 commenti

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La nota positiva è Slater, che entra bene nella parte, mentre una di quelle negative è il resto del parco attorico, a dir poco insignificante, non sempre come interpretazione, ma come ruolo (più stereotipati di così è difficile). In più, i "dialoghi" col pesce sembrano troppo forzati e piazzati lì per sottolineare, come se ce ne fosse bisogno, il disagio mentale del protagonista. Visto il contenuto ha più l'aria di un telefilm stiracchiato; e nonostante qua e là ci siano situazioni e dialoghi più convincenti, nel complesso non va al di là del vedibile e nulla più.
MEMORABILE: I destinatari delle pallottole; "Era un brav'uomo".

Gottardi 14/01/22 13:06 - 396 commenti

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Impiegato sociopatico e con problemi psichici, vessato dai colleghi, con pistola nel cassetto medita e rimanda ogni giorno di compiere una strage in ufficio, finché un giorno un collega lo precede. Lui riesce a ucciderlo e diviene un eroe, ma le cose cambiano solo apparentemente. Su un tema già visto si innesta una scrittura alquanto originale che sfocia in situazioni continuamente imprevedibili fino al finale, che purtroppo costituisce la parte debole. Ciò non toglie che un bravissimo Slater ben affiancato comunichi a perfezione un senso di disagio e vacillamento della mente.

Caesars 28/03/22 16:07 - 3805 commenti

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Sostanzialmente inutile. Sull'argomento è stato già detto molto e sicuramente anche assai meglio. La pellicola rende ben presto nervosi perché, oltre a cambiare in continuazione registro narrativo in modo del tutto insensato, presenta un susseguirsi di azioni una più assurda dell'altra. Fortunatamente il finale riaggiusta un po' le cose e ciò, in aggiunta alla buona (ma non incredibile) prova di un irriconoscibile Slater fa superare di poco il monopallino.
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  • Discussione Raremirko • 24/12/20 23:29
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Interessante pellicola di Cappello (suo anche il valido America yakuza); bene Slater in una mise molto diversa dal solito, benino Macy, che si vede troppo poco.

    Il film regge bene quasi sino al finale, dove risulta essere poco chiaro.


    Un originale mix tra Salce e Schumacher, che meriterebbe di uscire dal dimenticatoio.