The call of Cthulhu - Corto (2005)

The call of Cthulhu
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Titolo originale: The Call of Cthulhu
Anno: 2005
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Note: Durata: 47 minuti.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/08/08 DAL BENEMERITO FLAZICH
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Flazich 10/08/08 18:14 - 669 commenti

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Produzione quasi amatoriale quella che ha realizzato questo progetto. Direttamente dalle pagine dei racconti di H.P. Lovecraft ecco la trasposizione del "The call of Cthulhu". Completamente girato in bianco e nero, la parte più suggestiva è quella onirica nella quale si raffigura l'antica città del male e regno dei mostri antichi. Realizzato cercando il più possibile di rispettare il lavoro dello scrittore americano, il progetto risulta più che buono. Una perla per gli appassionati.

Jena 28/02/10 17:24 - 1561 commenti

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Film interessante che riproduce fedelmente e con efficacia le atmosfere di uno dei racconti più famosi di H.P. Lovefraft (ma non il più bello). Ottima la scelta del bianco e nero e del muto. Certe scene ricordano certi capolavori dell'espressionismo tedesco, tipo Metropolis. Un film girato con pochi soldi e da non professionisti ma che risulta molto più riuscito di certe produzioni lovecraftiane a suon di dollari (vedi Stuart Gordon). Consigliato agli appassionati del Genio Solitario di Providence, gli altri potrebbero essere un po' spiazzati.

Greymouser 5/07/10 18:33 - 1458 commenti

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Bisogna prenderlo per quello che è: un devoto tributo da parte di devoti appassionati ad HPL. Se lo si guarda con gli occhi dell'amore, insomma, il film è carino, fa quasi tenerezza per lo sforzo di ricostruire atmosfere d'epoca, sforzo a volte premiato, altre no. Fra l'altro, il ricorso nostalgico al b/n e al muto permette di risolvere qualche comprensibile problema di budget. La trama è del tutto fedele al racconto omonimo di Lovecraft. Solo per amatori.

Aal 29/08/10 22:04 - 321 commenti

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Un'operazione davvero ammirevole, quella messa in piedi da Andrew Leman. Una piccola produzione che sopperisce con intelligenza, fantasia e qualche colpo di genio, alla mancanza di budget. Completamente fedele al racconto omonimo, è un film muto girato in bianco e nero, filologicamente calato negli anni Venti del secolo scorso, come se fosse stato diretto da Lovecraft stesso. Ha il pregio del cinema migliore: è fatto con amore e si vede.

Pigro 4/09/10 09:03 - 9677 commenti

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Eccellente trasposizione del racconto di Lovecraft, a partire da una geniale idea: l'indicibilità del mistero e del terrore cosmico passa attraverso lo stile del cinema muto e b/n degli anni 20, che sono poi quelli dello scrittore. La sapienza della ricostruzione dei film d'epoca si sposa con una notevole capacità di evocare l'orrore sacro, grazie anche a uno splendido ritmo e a una perfetta colonna sonora. Lo spettatore segue rapito gli incastri temporali della storia e soprattutto le impressionanti ricostruzioni oniriche e sabbatiche.

Metuant 24/10/10 21:39 - 456 commenti

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Efficace dimostrazione di cosa il cinema muto potrebbe ancora fare, specie nel trattare certe storie; i racconti di Lovecraft non sono mai stato terreno facile per il cinema e hanno prodotto così una pellicola scadente dietro l'altra. Non è il caso di questa che, in meno di un'ora, traduce in immagini come meglio non si potrebbe uno dei racconti più inquietanti e apocalittici dello scrittore di Providence. Sembra davvero una pellicola di altri tempi e questo è solo un pregio.
MEMORABILE: La comparsa di Cthulhu nella città maledetta.

Fabbiu 16/01/15 12:54 - 2148 commenti

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Film indipendente, ma con il merito di essere il primo completamente e direttamente dedicato al racconto di Lovecraft. Evidente il low budget che solo a volte penalizza l'operazione, mentre per la maggior parte delle volte lo si nasconde anche con la scelta dello stile di un film muto e in b/n rispettoso dell'epoca dello scrittore. Anche se in fin dei conti si tratta di un tributo/omaggio più che un'opera, Le atmosfere sono sincere e la creatura, realizzata in stop motion, ricorda quasi i lavori di Harryhausen.

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  • Discussione Bergelmir • 4/07/10 13:52
    Galoppino - 211 interventi
    Vi propongo anche qui una scheda che avevo scritto in occasione dell'uscita del DVD.
  • Discussione Bergelmir • 4/07/10 13:55
    Galoppino - 211 interventi
    THE CALL OF CTHULHU

    The call of Cthulhu, USA 2005, 47’, b/n
    REGIA: Andrew Leman
    PRODUZIONE: The H.P. Lovecraft Historical Society
    INTERPRETI: Matt Foyer, John Bolen, Ralph Lucas, Chad Fifer, Susan Zucker, Barry Lynch, John Klemantaski, Jason Owens, D. Grigsby Poland, Kalafatic Poole, David Mersault, Dan Novy, John Joly, Jason Peterson, Matthew Malcomson, Daryl A. Ball, Ed Ruffin, Erika Zucker, Rebecca Marcotte, Aidan Branney, Clarence Henry Hunt
    EFFETTI SPECIALI: Dan Novy, Andrew Leman, Terry Sandin,
    SCENEGGIATURA: Sean Branney da The call of Cthulhu di H.P. Lovecraft
    FOTOGRAFIA E MONTAGGIO: David Robertson
    COSTUMI: Laura Brody
    TRUCCO: Andra Carlson
    MUSICHE: Troy Sterling Nies, Ben Holbrook, Nicholas Pavkovic, Chad Fifer

    La macchina da presa ruota su un’illustrazione de La notte stellata di Van Gogh e l’inquadratura si allarga: si tratta di un puzzle a cui manca un solo tassello, che viene aggiunto da un uomo (Foyer) degente in manicomio, il quale sta raccontando una storia ad un indefinito ascoltatore (Bolen). Era stato designato come esecutore testamentario dal defunto prozio, il professor Angell (Lucas), il quale aveva svolto una personale indagine a seguito di una serie di strani fatti che si erano rivelati essere correlati in modo inquietante, rivelandogli una spaventosa verità che aveva portato lui e le altre persone implicate alla follia o alla morte...
    Con questo prologo che fa sobbalzare ogni appassionato di Lovecraft, inizia il primo adattamento cinematografico della storia de Il richiamo di Cthulhu. Lavorando nel giardino di un socio della HPLHS e in qualche cantina, gli autori girano un film muto ed espressionista, come se fosse uscito all’epoca di Lovecraft, riuscendo a ricreare con la stessa abilità le strade di Providence negli anni Venti e i megaliti non euclidei di R’lyeh. Questo straordinario sforzo compiuto da dilettanti ed amatori sfocia in un’opera particolare, sinceramente appassionata e fedelissima al soggetto originale. Andrew Leman e il resto della HPLHS conoscono piuttosto bene l’arte figurativa contemporanea a Lovecraft, dal momento che nel film ci sono molti dettagli degni di nota: l’idolo in perfetto art déco scoperto nella palude in Louisiana dall’ispettore Legrasse (Mersault), le prospettive forzate e futuriste delle scene oniriche, il prologo e l’epilogo che ricordano molto le cornici narrative dei film dell’epoca. The call of Cthulhu diviene dunque anche un originale e consapevole tributo al cinema espressionista, oltre che un momento di riflessione su Lovecraft e sulla sua rappresentabilità, che in questa occasione sembra particolarmente azzeccata, inedita ed efficace. In alcuni aspetti della realizzazione tecnica si trova qualche difetto, sebbene non sia detto che si possa considerare tale, data la natura di omaggio del film e la produzione completamente amatoriale. Cthulhu, ad esempio, è realizzato interamente a passo uno, ma risulta poco credibile e del tutto inefficace come mostro e rischia quasi di svilire l’apice emotivo di tutta la storia. Se lo si pensa come se fosse stato realizzato negli anni Venti, si può anche soprassedere sul suo aspetto ed accettarlo come citazione tecnologica, sebbene una maggiore considerazione alla credibilità del mostro e delle sue movenze avrebbe ulteriormente innalzato il livello di questo film. Altro difetto abbastanza palese, questa volta senza molte scusanti, è la fotografia: poco incisiva, dotata di una scarsa gamma di grigi, a tratti troppo artificiale e “digitale”, con l’effetto di un generale appiattimento delle riprese, le quali per altro sono piuttosto ben realizzate. Alcune trovate scenografiche, infine, come il telo agitato che rappresenta il mare, sono abbastanza ridicole, ma anche qui può valere l’ipotesi della citazione tecnologica.
    Lasciando da parte questi difetti, che per le ragioni viste prima restano in parte scusabili, emerge sopra tutto il lavoro dello sceneggiatore Sean Branney, che rappresenta uno dei maggiori punti di forza di The call of Cthulhu. I momenti salienti del racconto sono adattati con grande scrupolo ed impreziositi da celebri citazioni di Lovecraft, magari pronunciate da un personaggio o scritte fra le righe di una lettera. Molto suggestive risultano alcune sequenze altamente simboliche, che citano a piene mani gli autori espressionisti, come i sogni di Wilcox, che rimandano alle ipnagogie de Lo studente di praga (Der student von Prag, 1913) di Stellan Rye o come la cornice del manicomio che ricorda molto quella de Il gabinetto del dottor Caligari. Bellissima a tale proposito l’inquadratura iniziale, ove la macchina da presa ruota su un puzzle de La notte stellata di Van Gogh, alludente ai “tasselli” che il protagonista, degente in un ospedale psichiatrico, andrà a ricomporre durante l’indagine di cui racconterà. Nel finale, il puzzle viene rotto dallo stesso personaggio, poiché egli evidentemente non vuole più “correlare tutti i contenuti” di ciò che ha appreso e ritorna nella sua “placida isola di ignoranza” in un “nero mare d’infinito” rappresentato dalla buia porta dentro cui scompare, trasportato all’indietro su una sedia a rotelle.. Il prologo e l’epilogo di The call of Cthulhu, oltre a citare Il gabinetto del dottor Caligari, pongono allo spettatore gli stessi interrogativi del film di Wiene: quello che si è visto è una fantasia malata, il sogno di un pazzo, oppure il narratore ha ragione e dobbiamo sperare nella “pace e nella sicurezza di una nuova età oscura”? Questo lavoro della HPLHS, nonostante i succitati difetti, è un film pienamente devoto al racconto di origine, ma soprattutto alla visione del mondo di Lovecraft.
    Ultima modifica: 4/07/10 23:24 da Bergelmir
  • Discussione Zender • 4/07/10 21:20
    Capo scrivano - 47824 interventi
    Preziosa Bergelmir! Grazie mille.
  • Discussione Bergelmir • 4/07/10 23:29
    Galoppino - 211 interventi
    Fra l'altro ho un'intervista fatta (da me) nel 2005 a Sean Branney, lo sceneggiatore. Interessa?
  • Discussione Zender • 5/07/10 08:41
    Capo scrivano - 47824 interventi
    Certo che sì, caro Bergelmir, possiamo benissimo inserirla se vuoi. Ti ho spedito una mail.
  • Curiosità Zender • 20/07/10 17:57
    Capo scrivano - 47824 interventi
    Un grazie a Bergelmir che ci ha passato la sua intervista al produttore e sceneggiatore del film, Sean Branney.
    LA TROVATE QUI