E il primo film di Ozon che vedo (ne ho ancora 4 in videoteca), e debbo affermare che lo adoro, è il "mio" regista. Fluido, denso, claustrofobico , adorante del corpo e degli umori femminili (non avrei mai detto fosse gay), visionario, attento ai piccoli dettagli e libero da ogni schema e convenzionalità .
Il suo è cinema carnale, suadente, inebriante, che ti circuisce e ti rapisce.
Due generazioni femminili a confronto, la Rampling matura e "bloccata" ma pronta ad esplodere, la Sagnier sprizzante di umori femminili così odorosi da invadere e inebriare la stanza o la sala.
Chabrol, Deray, Polanski, Ruiz, Altman, Bunuel, Lynch, Amadio, filtrati in un ottica autoriale densa e personalissima.
La Seigner che gioca col piedino rivestito da sensuali zeppe, la piante sporche dei piedini, la sua ninfomania che passa da un uomo all'altro ogni sera, la fellatio a bordo piscina, lei che si tocca sulla sdraio accanto alla piscina mentre il manzo Franc sopra di lei ha un evidente erezione negli slip neri, la sua furia omicida (in una delle scene più violente del film), la sua voce roca, lo sciabattare fastidioso, ma al contempo sensuale, gli short, i seni al vento, un ipotetica follia latente (scambia la Rampling per sua madre morta).
La Charlotte la spia mentre fà sesso, eccittata e curiosa al tempo stesso, ne trae fonte per il suo romanzo, le fruga nelle sue cose, le prende il diario dallo zainetto, tiene le sue mutandine in camera.
Ozon crea un empatia feticistica che collima con i gusti del sottoscritto, e basterebbe solo questo per farmi amare incondizionatamente Ozon.
Mi ricorda
Peccati di gioventù per il binomio "seducente" Guida/Lassander,
Che? per la sfrontatezza Sagnier/Rome e la villa con personaggi strampalati, tra il reale e la fiaba,
La piscina per evidenti richiami e omaggi, e non ultimo
Images per la solitudine e l'auto reclusione che porta la mente ai limiti del subconscio, fantasia o realta? Tutto frutto della mente della Rampling ? E mai esistita Julie? E solo una proiezione delle sue fantasie o davvero esisteva in carne e ossa? Il finale è aperto, ma ambiguo, come piace a me, come solo Polanski o Altman avrebbero saputo fartelo insinuare sotto pelle.
E ci è riuscito anche Ozon, straordinario a dire poco.
Bellissime le location afose e assolate e la musica da noir di classe di Philippe Rombi.
Gran finale ai limiti del subconscio, tipicamente polanskiano e pervaso da un gusto surreale alla Raoul Ruiz.
Grande battuta della Seigner, al telefono con un amica, rivolto alla Rampling :"
Cavolo, quell'inglese amica di papà sembra che abbia una scopa piantata nel culo!"
E il ballo a tre, tra la Rampling legnosissima e impacciata, la sensuale e sfacciata Sagnier e il manzo Franc, sulle note rockeggianti, e un gran pezzo di cinema che crea l'atmosfera.
Tra nane lynchiane, atmosfere noir-lesbo, occultamento di cadaveri e odori femminili pregnanti, Ozon fà togliere emblematicamante il crocefisso appeso in camera alla Rampling (come farà anche Polidori nel
Gothic russeliano) e la mostra a seno nudo, sulla terrazza, per sedurre l'anziano factotum Marcel, tra il surreale e l'onirico. Puro e nudo Ozon...Da amare come una donna, o forse di più...