Bella, ricca e impossibile, sta per risposarsi, ma l'ex-marito scapestrato si intrufola con intenti sabotatori, aiutato da due cronisti mondani. Se un crudelissimo tiranno dovesse costringere a salvare solo una commedia classica americana, questo è il film da scegliere. Sceneggiatura (Oscar), cast (Oscar a Jimmy Stewart ma gli altri non son da meno), tempi, tutto è talmente perfetto e apparentemente senza sforzi da lasciare interdetti. Un film da vedere e rivedere.
Capolavoro assoluto e tra le più belle commedie di tutti i tempi, questo classico firmato George Cukor (praticamente una garanzia) si pone ai vertici del genere grazie alle altissime professionalità impiegate. Sceneggiatura impeccabile, con tempi perfetti e ricca di dialoghi brillanti ed arguti, ambientazione sofisticata e un cast eccellente con il meglio del cinema americano, con una menzione speciale per la grande Katharine Hepburn in uno dei suoi ruoli migliori.
Una pietra miliare del cinema americano che coinvolge nomi del calibro di Cukor (regista), Hepburn, Grant e Stewart (attori affiatatissimi) e Mankievicz (produttore esecutivo): ciascuno di essi fa sentire la propria insostituibile presenza in questa commedia d’alta società pregna di lunghi, continui dialoghi, tanto sofisticati quanto spiritosi. Non trascurabile l’apporto della peperina Virginia Weidler, abile nello stuzzicare la Hepburn e Stewart rendendo il tutto ancora più vivace e dinamico.
Commedia di classe superiore, per la brillantezza dei dialoghi, l'arguzia delle situazioni, l'insuperabile abilità di Cukor nel dirigere le sue attrici, qui una insopportabile/adorabile Hepburn, divorziata che sta per convolare a nuove nozze con un baccalà fatto e rifinito, affiancata da due dei migliori maschi cinematografici di tutti i tempi, ossia Grant nel ruolo dell'ex marito scapestrato e Stewart in quello del giornalista impiccione. Film tanto riuscito che il remake del 1956, pur dignitoso, non poteva non risultare sbiadito al confronto.
MEMORABILE: La notte di follia della Hepburn con Stewart
Una commedia bellissima, in cui un intreccio ormai conosciuto viene portato sullo schermo con maestria inusitata. Nell'ambito della commedia romantica, Cukor è una garanzia. Il cast è pressoché perfetto, in una costante gara di bravura fra attori e attrici. La commedia scorre senza una pecca dall'inizio alla fine, brillante e sofisticata senza essere pretenziosa. Un film per cui è sicuramente valsa la pena di alzarsi alle cinque del mattino per registrarlo.
Straordinaria commedia che ancora oggi diverte nonostante sia stata fatta 70 anni fa. Una sceneggiatura perfetta (non a caso premiata con l'Oscar) e un cast di attori di livello che definire altissimo è dire poco. Uno dei più grandi capolavori della vecchia Hollywood e forse il miglior film del grande Cukor.
Un classico della commedia sofisticata e delle schermaglie amoroso-gelose fra il primo marito, il fidanzato e un giornalista alla vigilia delle seconde nozze di un'altezzosa dama: una quadriglia di desideri e ritrosie ben musicata da un concertino di dialoghi scoppiettanti. Storia d'amore sullo sfondo di una salottiera lotta di classe, nella quale ciascuno può riconoscere i propri sogni di fuga. La teatralità originaria è ben reinventata dalla sceneggiatura, e naturalmente i protagonisti impreziosiscono il quadro.
Classicissima commedia dei tempi d'oro hollywoodiani, infarcita della teatralità dell'originale e impreziosita da un cast spettacolare: dalla splendida Hepburn allo spiritato e tenero Stewart e al posato Grant. Lunghi dialoghi brillanti, storia conosciuta con il consueto matrimonio "che non s'ha da fare" ma che riserva qualche piccola e giusta sorpresa. Forse a tratti un po' diluito, ma ancora più che divertente; probabilmente uno delle migliori commedie degli Anni Quaranta.
MEMORABILE: Stewart singhiozza di ubriachezza a sorpresa e Grant fatica a trattenere una risata.
Grandiosa commedia nel puro stile classico americano, in bilico fra equivoci e romanticismo. I dialoghi sono frizzanti e veloci, pieni di simpatici botta e risposta spesso cinici e pungenti; il cast è superlativo con il trio Grant-Stewart-Hepburn in ottima forma e capaci di un affiatamento che raramente si trova fra grandi star. Fra i tre preferisco il personaggio di Stewart, più umano e vicino all'identificazione dello spettatore medio. Da vedere.
MEMORABILE: Stewart che canta "Somewhere Over the Rainbow" con la Hepburn in braccio.
Una delle intramontabili riuscite filmiche di Cukor. Se infatti il testo di partenza (di Barry, rimaneggiato poi per il grande schermo da Odgen Stewart) si muove sulle tracce di tante commedie del periodo, a far la differenza, rendendo ancor oggi irresistibile la visione, è l'incontraddistinguibile malizia ironica del Regista, maestro nell'adombrar l'anarchia (qui sentimentale ma anche sociale) prima di ristabilire l'ordine costituito nel finale. Inesorabile al solito la direzione attori, i cui soli nomi in cartellone peraltro scatenano gioiosa ammirazione.
Le parti brillanti di questa commedia (incipit, introduzione dei due giornalisti alle nozze) fino alla parte centrale, sono straordinarie. Quando la commedia vira troppo sul sentimentale e le introspezioni varie c'è un abbassamento del tono che dura un po' troppo e appesantisce quello che prima scorreva oliato da dialoghi brillanti e divertenti. La classe comunque non manca. La figura della Hepburn è perfetta fino a quando mantiene la sua altera sicurezza, meno credibile nella fase sentimental-depressiva. Ripresa nella parte finale.
La screwball ai suoi vertici assoluti per uno degli addii al celibato più memorabili della storia di Hollywood, con Grant, Stewart e l'anonimo spasimante in guerra per l'indecisa ma decisa di carattere sposina Hepburn, tra alcol, tradimenti e ritmo incessante. Un elogio alla libertà dai vincoli sociali e all'indipendenza sentimentale, con un ritratto femminile che senza il finale risolutivo sarebbe stato avanti mille anni ma che, anche così, sorpassa e surclassa col sorriso sulle labbra decine di figure pseudofemministe del cinema di oggi.
Forse da queste pellicole ci si aspetta sempre troppo che poi si resta delusi. Il punto debole sembra essere la storia (la sceneggiatura ha ricevuto l'Oscar), che gioca un po' sullo stile delle commediole di quegli anni, ma smette presto di divertire. Grandioso soprattutto è Stewart, geniale e divertente; la Hepburn tiene il passo mentre Grant è relegato in secondo piano. Qualcosa fa ridere, qualcos'altro dà noia. Insomma, una pellicola che si può godere nella prima visione, che però è invece inspiegabilmente passata come capolavoro.
MEMORABILE: L'ebbro dialogo fra Stewart e la Hepburn.
Uno dei vertici assoluti della screwball comedy, con un trio di attori in stato di grazia. Stewart colpisce per l'eleganza e la pacatezza dei modi, Grant sfodera il classico repertorio fatto di carisma e vitalità e la Hepburn è deliziosa nell'interpretazione di un personaggio femminile meraviglioso e rotondo con caratteristiche molto moderne per l'epoca. A cucire le varie situazioni ci pensa la maestria di Cukor con una regia di un'eleganza formale davvero rara. La sceneggiatura splende di una luce vivida, con dialoghi da manuale.
MEMORABILE: Il rapporto fra la piccola Dinah (Weidler) e Dexter (Grant); Il dopo festa in piscina fra Tracy (Hepburn) e Connor (Stewart); Il finale.
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