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MMJ Davinotti jr
VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Le origini pulp di Claudio Camarca balzano subito all'occhio in questa sua opera allucinata, fredda come i colori che la dominano, originale e moderna nella forma quanto piuttosto tradizionale nel vieto manicheismo sotteso a tutti i personaggi principali: così Zago (Francesco Dominedò) è il cattivo per antonomasia, lo psicopatico devastato dal piercing e dagli acidi che non prova pietà per nessuno, nemmeno per il fratello che tenta in ogni modo di redimerlo sperando di potergli impedire di compiere la progettata rapina ai danni dell’usuraio della borgata (uno splendido Antonello Fassari). Ambientato in un'imprecisata baraccopoli della periferia romana, R.D.F....Leggi tutto è in fondo un western urbano travestito da poliziesco, in cui la figura dell'ispettore Tiresia (Andrea Occhipinti, quasi irriconoscibile e francamente un po' forzato nella recitazione) non è più quella dell' incorruttibile difensore della legge, ma quella di un uomo ossessionato da telefoni, cellulari e radiotelefoni che non vede l'ora di sbrigare la noiosa pratica relativa all'improvvisata rapina con omicidio. Film di lunghi monologhi (il migliore è quello di Fassari in apertura), notevoli primissimi piani su occhi e bocche, luci azzurrate e violenze prevedibili, ha nella sovrapposizione musica-immagini un punto di forza: la colonna sonora ossessiva, ipnotica di Brizzi e Capaccioni si sposa a meraviglia con gli estenuanti piano-sequenza, con i primi piani fissi su visi e corpi muti, fondendosi con pezzi rap (c'è anche l’inno di Frankie Hi-nrg “Fight da faida”) e ambient. Il sonoro è sporco, ed è un peccato, ma è giustificato dalla natura pulp del film. Niente di nuovo sul piano contenutistico, ma sperimentale, vivo e originale su quello tecnico. Un tipico lavoro italiano d'autore degli Anni Novanta.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Davvero notevole!:
Furetto60 - Non male, dopotutto:
Marcel MJ Davinotti jr., Zardoz35 - Mediocre, ma con un suo perché:
Erikafim
Ecco un film che poteva esser un CULT e che invece è l'ennesima occasione mancata. Debole sotto molti punti di vista tecnici, delude soprattutto per la recitazione e la scelta dei protagonisti. Si salva Fassari, che conferma di esser un artista concentrato sempre e comunque. Va visto se si vuole respirare una voglia di novità che all'epoca iniziava a scarseggiare, ma ciò non toglie che le idee, specie in film sperimentali o underground, dovrebbero esser il vero punto di forza e qui non ce ne sono.
Trama scarna, essenziale, simbolo di una periferia brulla, costellata da discariche, ricettatori, prostitute, tossici. Zago, ex carcerato, individuo limitato al solo brevissimo termine, finirà per influire tragicamente sulle vite della moglie e del fratello più di quanto non avesse già fatto, finendo però per risolvere le difficoltà di uno squallido poliziotto; per il momento. Ciò non comporta uno scambio dei ruoli, che anzi ognuno resta chiuso nel proprio mondo senza sbocco. Molto virtuosismo alla macchina, in particolare nella prima metà.
Ambiente cupo in scalcinata periferia romana, un usuraio senza scrupoli, un poliziotto corrotto, un delinquente/pastore ridotto alla disperazione, soldi, sporchissimi, che girano tra mille mani e con persone disposte a tutto. Camarca prova a fare il Tarantino e ci riesce solo in parte, ma la pellicola è comunque d'impatto. Grande prova di Fassari, attore per tutte le stagioni, soprende Occhipinti in genere abituato a sostenere ruoli leggeri. L'allucinato Dominedò e la Maglietta, brava al di fuori dell'abituale suo contesto napoletano, completano l'opera. Da vedere.
MEMORABILE: Il monologo dello strozzino Fassari.
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- Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs BMG/Lucky Red
Ultima modifica: 27/03/13 11:56 da Zender
