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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/04/21 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 1/04/21 00:56 - 2928 commenti

I gusti di Buiomega71

In parte autobiografico, intinto di femminismo più che di femminilità, tra crisi e scenate matrimoniali, fughe a Parigi e bambine dimenticate alla fermata dell'autobus. Schematico e prevedibile nel suo incedere, con una ricostruzione storica anche minuziosa, ma non esente da noia e convenzionalità tipica del cinema muliebre alla von Trotta della Kurys. Bravissime le due protagoniste (algida la Huppert e più libertina Miou Miou), prese in una passione lesbo che non si fa mai carne e sconfina nei lidi da romanzetto rosa dolceamaro. Bellissimo lo score melodico di Luis Bacalov.
MEMORABILE: La casta scena di sesso "rubato" con il soldato sul treno, che pare anticipare la Huppert de La pianista; Il marito furibondo che sfascia il negozio.

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  • Homevideo Buiomega71 • 1/04/21 09:39
    Consigliere - 26107 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Avo Film.

    Edizione: gennaio 1988
    Durata effettiva: 1h, 32m e 38s

    IMDB riporta la durata di 110 minuti, molto probabilmente (ma senza averne prove certe), la distribuzione italiana del film (per la D.M.V. di Leo Pescarolo) potrebbe aver accorciato, per snellire la pellicola, alcuni raccordi narrativi. Il film, da noi, uscì con ben quattro anni di ritardo.

    Caso eclatante, poi, di divieto farlocco stampato sulle vhs, che prima che arrivasse Italiataglia, mettevano in confusione e davano informazioni totalmente errate sui divieti dei film.
    Il retro cover riporta il visto censura del 15.04.1986 (italiataglia indica 26 marzo 1986 come revisione, mentre la rivista Ciak lo dà nei film in uscita nell'aprile del 1987) con il divieto ai minori di 18 anni. In realtà il film uscì nelle nostre sale senza divieti.

    [img size=424]https://www.davinotti.com/images/fbfiles/images56/prestami.jpg[/img]
    Ultima modifica: 1/04/21 09:48 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 1/04/21 10:21
    Consigliere - 26107 interventi
    4 storie di donne, viste dall'ottica femminile

    Cinema femminista, più che femminile, quello della Kurys, sullo stile della collega tedesca Margharethe von Trotta, non poco autobiografico (la Huppert dovrebbe rappresentare la madre della regista) e con punte di nostalgia per il passato.

    Se la ricostruzione d'epoca è ben curata (si và alla fine della seconda guerra mondiale a metà anni 50), il film , al contrario, soffre di uno schematismo assai convenzionale e (come scrive Il Morandini) non decolla mai, restando nel limbo del romanzetto rosa dolceamaro nel più tipico film d'autore francese tra gioie, dolori e complicità femminili in odor di attrazioni saffo.

    Crisi e beghe familiari, matrimoni infelici, bambine dimenticate alla fermata dell'autobus, negozi di vestiti pre Il bello delle donne, mariti poco compensivi e falliti , fughe a Parigi, lettere appassionate rispedite al mittente, confidenze e complcità tra amiche, spiagge deserte paraferreriane dove si consuma l'addio e la presa di coscienza di una nuova vita, perchè, anche secondo la Kurys, il futuro è donna.

    Straordinarie la Huppert (algida, sofferente, stretta in una vita borghese senza slanci che non le appartiene, sempre elegante e seducente in calze con la ruga, tacchi alti e cappellini con la veletta) e Miou Miou (solare, sbarazzina, ribelle al sistema precostituito della casalinga perfetta, in cerca di qualcosa che non la faccia soffocare in un matrimonio stantio con un uomo fallito che si inventa commerci di camicie americane per sopravvivere), dove la loro amicizia pare vada oltre, ma le larvate gioie di lesbo non si fanno mai carne, non incidono, e restano pallidamente in superficie senza affondare mai, ingolfando il film in un "vorrei ma non posso" francamente stantio.

    Buoni alcuni dialoghi, regia attenta che riesce a cogliere la quotidianità, fotografia di certo rilievo (rovinata dalla pessima qualità video, scannatissima, della vhs della Avo), ottimo tutto il cast (nel piccolo ruolo di un giovane soldato c'è Denis Lavant prima dell'incontro con Leos Carax), ma sono le emozioni che mancano.

    Si segnalano l'uccisione a freddo del compagno di Miou Miou, il grandissimo Patrick Bauchau nei panni di un professore d'arte, la Huppert che ruba i soldi dalla cassa dell'officina del marito, il marito della Huppert che, furibondo per l'amicizia morbosa tra le due donne, sfascia il negozio della moglie e la sequenza sul treno, dove la Huppert si lascia sedurre (e "armeggiare") da un soldatino, che pare anticipare le derive sessual/occasionali del suo personaggio in La pianista.

    Il cinema femminista nella sua più (in)quieta quintessenza, che, visto oggi, ha quasi la stessa consistenza di una fiction televisiva.

    Da sottolineare il bellissimo commento melodico di Luis Bacalov che apre il film.
    Ultima modifica: 1/04/21 10:35 da Buiomega71