Porre McDowell come mastro di chiavi della psichiatria è tutt'un programma di quello che ha d'avvenire. Allo spettatore che timidamente alza la mano a chieder lumi, Winkler fa spallucce e si diverte a soffiarci sopra, spegnendoli. La fauna all'interno dello zoo è variegata e ben ammaestrata, la mdp si concede in piroette e balletti apprezzabili ma, fatta la tara, è un sistema eliocentrico che ruota attorno alla stella Malcolm che tutto illumina. Se siete del suo fan club, accattatevillo.
Pallido thrillerino che sfrutta la presenza di McDowell (il cui nome conferisce anche solo una minima dignità a qualsiasi pellicola) per mettere su una storia vista e stra-vista sin dai tempi di Clouzot, di una banalità e prevedibilità sconcertanti. McDowell è sempre spettacolare e probabilmente anche l'unica ragione per tentare di visionare il film. Il resto, pur godendo di una discreta ambientazione ospedaliera, è asettico e privo di sorprese. Qualche virtuosismo registico e un finale metacinematografico migliorano un po' la situazione.
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