Omicidio a Las Vegas - Film (1995)

Seconda regia (dopo ALMOST BLUE, solo omonimo del film di Infascelli) per l'hawaiano Keoni Waxman, che propone la rianalisi (stile RASHOMON, o QUANTE VOLTE... QUELLA NOTTE di Bava, per restare da noi) dello stesso episodio da quattro punti di vista diversi, così da ricomporre poco per volta il mosaico di un omicidio poco chiaro: Grant (Stockwell) spara all'amico Johnny (Cubitt) dopo una serata trascorsa a bere e scherzare in un bar di Las Vegas. Ma perché l'ha fatto? Fino a che punto poteva trattarsi di legittima difesa, si chiedono gli altri tre componenti del gruppo (due ragazze...Leggi tutto e un ragazzo). E se lo chiedono durante un lungo tragitto in auto col cadavere dell'amico nascosto nel bagagliaio, cosa destinata inevitabilmente a portare i quattro all'esasperazione. Waxman dirige con buon mestiere ma non riesce ad imprimere al film il ritmo di cui necessiterebbe (e dire che la durata non raggiunge nemmeno l'ora e mezza!). Alle prese poi con attori decisamente mediocri, cerca di trovare la suggestione minima con un notevole uso dell'ottima colonna sonora degli Shark, l'unico vero atout di questa tarantinata banale e di nessuna utilità; i flashback dicono poco e la fotografia scialba di Steven Finestone non aiuta di certo a superare la sensazione da tv-movie senz'arte né parte (oltretutto doppiato in Italia con scadenti voci televisive che ne dimezzano il valore già non eccelso). Ecco, come tv-movie farebbe anche la sua figura: la cinepresa si muove con intelligenza e le riprese sono superiori alla media; ma il confronto col cinema vero è impietoso, a dimostrazione dell'enorme differenza tra le due diverse dimensioni produttive. Vedibile ma insieme trascurabile.

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