Non dico altro - Film (2013)

Commedia sentimentale che si pone con sufficiente dignità per il genere. I dilemmi, i punti di svolta sono sempre quelli, ma come dialoghi indovina diverse battute e mantiene un certo equilibrio. Anche i personaggi appartengono alla casistica del genere (almeno non si cade nel macchiettismo) e, se la protagonista può apparire alla lunga troppo autoflagellante, il carattere di Gandolfini è indovinato, disegnato con umanità e verace nella sua... imponente presenza. La Colette rimane un po' ai margini del racconto.

Eva, massaggiatrice di mezz'età divorziata, conosce ad una festa Albert, che, nonostante l'aspetto da grosso orso ispido, si rivela un compagno spiritoso e un amante tenero ed appassionato. Ma Albert è anche l'ex marito della migliore cliente di Eva... Commedia sentimentale non particolarmente brillante né ben recitata dalla protagonista, attrice tv di scarsa simpatia nonostante il ricorso a smorfie e faccette buffe. Molto più convincente Gandolfini in un ruolo per lui inconsueto: è la sua ultima interpretazione prima della scomparsa e solo questo può giustificare la visione del film.

Commedia indie sui rapporti sentimentali dove principalmente si mette in scena l’importanza di credere nella propria persona e nelle proprie sensazioni nei confronti di qualcuno; rigorosamente al di là delle apparenze. Fra qualche battuta/situazione riuscita, personaggi da riempitivo e mossette un po’ troppo forzate assistiamo all’ennesimo prodotto indipendente fotocopia di una fotocopia. Certamente non un brutto film, solo mediocre. Rimane però un groppo alla gola nel vedere l’ultima prova di un grande attore come James Gandolfini. Ciao Tony.

Trama incentrata solo sulle relazioni umane di un microcosmo, rappresentata in una ellisse semplice. Parte iniziale verbalmente eccitata che mostra nel dettaglio la psicologia americana; non si aggiunge nulla di nuovo tra adulti separati, almeno ci viene risparmiato il solito ex-alcolista che son tre anni che non beve... Poi fortunatamente si incanala in riflessioni plausibili e conclude senza traumi. Buoni caratteristi, ragazze acerbe e sempre piacevole l’umorismo sornione di Gandolfini.

Commedia sentimentale che prova la via della ridacchiata infilando qualche smorfia qua e là ma non centrando propriamente l'obiettivo. Tanto più che l'obiettivo non è chiarissimo: in mancanza di sentimenti travolgenti, di una regia che vada oltre il diligente, di drammi o situazioni che somigliano più a una situation comedy che non a un'opera cinematografica, quel che resta è giusto un filo di solitudine di fondo. Niente che non sia stato presentato meglio in qualsiasi altra salsa.

Trama sentimentale ma possibile, tenendo conto della psicologia un po' standard delle relazioni umane nella middle class americana. Reduci da relazioni matrimoniali finite, Eva e Albert si incontrano e con reticenza e dubbi iniziano un nuovo rapporto, che si rafforzerà pian piano nonostante gli intoppi legati ai rispettivi trascorsi. Film indipendente dignitoso e scorrevole, buona sceneggiatura e sul cast spicca il mestiere di Gandolfini, anche se la protagonista un po' sopra le righe, alla fine lascia un segno. Minima la parte di Collette.

Film salito agli onori delle cronache per essere l’ultima interpretazione di James Gandolfini. Una donna si innamora dell’ex marito di un’amica. Si tratta di una commedia sentimentale che vede nell’interpretazione dei due protagonisti (Gandolfini appunto e Julia Louis-Dreyfus) l’elemento maggiormente di spicco. Il resto è una storia che offre poco a parte l’idea iniziale, condita da dialoghi non troppo originali sui rapporti tra uomo e donna. Benché di durata ragionevole, mostra la corda nella parte finale.

Commedia a supporto del divorzio, dei motivi più o meno futili per cui si divorzia (quando ci si sposa senza convinzione) e di come possa essere bello tornare a essere desiderati una volta scartati. Qualche affondo anche nei rapporti con i figli, coinvolti loro malgrado nei divorzi. Sembrerebbe troppa carne al fuoco, con l'aggiunta di una combinazione che dà pepe a una storia, tutto sommato, vista e rivista. la mano femminile nella regia non è comunque troppo benevola verso le colleghe donne ed eleva Gandolfini a vero eroe nella mischia.