Miserere - Film (2018)

Miserere
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Titolo originale: Pity
Anno: 2018
Genere: drammatico (colore)
Note: Presentato in concorso al XXXVI Torino Film Festival.
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/12/18 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 15/12/18 08:35 - 9082 commenti

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"Teorema" greco firmato dallo sceneggiatore di Lanthimos, qui anche regista. E si vede, eccome se si vede: specie nello stile glaciale e distaccato. Si procede lentamente fino alla svolta narrativa che avrà effetti dirompenti e spiazzanti. Si arriva così ad un mezz'ora finale grottesca, feroce e potente che dà un senso a quanto visto sino ad allora. Fin lì la pellicola era abbastanza normale. Il crescendo è quindi riuscito così come alcune battute e situazioni intrise di umorismo nero che vanno a segno. Se vi piacciono Lanthimos ed il cinema ellenico, potreste gradire.
MEMORABILE: Il marito alla moglie: "Quando hai fatto l'ultima mammografia?".

Bubobubo 9/01/19 01:30 - 1847 commenti

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La pietà, come la fiducia e il credito, sono a tempo: una volta esauriti non si può tornare indietro. Che fare, allora, se ci si sente vivi solo attraverso la pietà altrui e le sciagure, vere o immaginarie, cominciano a scarseggiare? Il detonante cinema greco contemporaneo sgancia un'altra testata nucleare con un grottesco soggetto in perfetto equilibrio tra Ferreri e Lanthimos (le pause raggelanti, i tempi dilatati, il nonsense quotidiano). Difetta di ritmo nella parte centrale, ma l'allucinato finale ripaga della pazienza. Molto bene.
MEMORABILE: Quando nemmeno sacrificare l'adorato cagnolino serve a risvegliare la pietà in chi lo circonda, il protagonista passa alla fase successiva.

Daniela 13/02/20 00:02 - 12699 commenti

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Il protagonista è un omino triste che piange disperato perché la moglie è in coma a seguito di un incidente. Dovremo provare compassione per lui, così come la provano quanti lo circondano ma invece avvertiamo un senso di ribrezzo. Sensazione giustificata perché si tratta di un essere che si nutre della pietà (e delle torte) altrui... Piccolo trattato su un caso di sindrome di Münchhausen per procura, girato con uno sguardo entomologico che ricorda quello dei primi film di Lanthimos (lo sceneggiatore è lo stesso): il risultato è una commedia nera sottilmente sadica, ferocemente divertente.
MEMORABILE: La torta della vicina.

Myvincent 1/02/20 14:11 - 3758 commenti

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Un uomo facoltoso che sembra avere tutto dalla vita non ha invece un bel niente, dal momento che gode solo se commiserato (a spese altrui però). Dramma contemporaneo ma contaminato dalla tragedia classica greca, ha l'unico pregio in una nitida, piacevole fotografia. Il resto è troppo cervellotico per arrivare da qualche parte del sistema limbico o è per palati super-raffinati. Complimenti al cane, così eroico ed espressivo.

Kinodrop 19/02/20 20:07 - 2979 commenti

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Un uomo incapace di provare affetti se non per interposta persona attraverso la pietà degli altri per i suoi casi; quando le cose cambiano, il rischio di restare senza identità lo induce ad azioni estreme. Dalla Grecia un dramma sulla follia che, sottotraccia, punteggia una quotidianità "normale" che dovrebbe colpire ed emozionare, ma la lentezza estenuante e la scarsezza di empatia che circolano si trasmettono in negativo anche allo spettatore e un cast senza personalità fa il resto. Musica con citazioni classiche, bella ma inopportuna.
MEMORABILE: La moglie si risveglia dal coma e lui va in "apnea"; Il pianoforte sabotato; L'unico "personaggio" positivo, la simpatica cagnolina.

Paulaster 10/09/20 09:55 - 4451 commenti

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Avvocato ha bisogno di ricevere misericordia. Humor nero per descrivere la condizione dell’ultimo decennio greca in cui l’infelicità, per cause economiche, regnava e l’Europa compativa il suo popolo. Stilisticamente Makridis si avvicina alla regia di Andersson con inquadrature rigide che accompagnano siparietti indovinati (le finte urla, l’altro palmo del maestro). Dominato dal grottesco, il film evita di far pensare al patologico fino ad arrivare all'ultima parte, decisamente amara.
MEMORABILE: Il film strappalacrime; La canzone per la moglie; La mammografia; Il pianoforte sabotato.

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  • Discussione Zender • 9/01/19 07:06
    Capo scrivano - 47882 interventi
    Bubo, forse è meglio evitare di usare certe lettere particolari, perché il sistema finisce per strpiarle. L'ultima parola del tuo commento risultava essere:

    Polý o& #817; raía!

    Che significa?
  • Discussione Bubobubo • 9/01/19 09:22
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Bubo, forse è meglio evitare di usare certe lettere particolari, perché il sistema finisce per strpiarle. L'ultima parola del tuo commento risultava essere:

    Polý o& #817; raía!

    Che significa?


    Colpa mia, sì, me ne sono ricordato subito dopo. Il fatto è che non so quali lettere il sistema legga e quali invece no... Significa "molto bene" in greco. Se al posto della lettera incriminata metti "w" va benissimo lo stesso. Altrimenti il corrispettivo italiano. Scusa!
  • Discussione Zender • 9/01/19 15:02
    Capo scrivano - 47882 interventi
    Purtroppo non dipende solo dalle lettere ma da chi le immette, cioè dai sistemi operativi e molto altro. Se scrivo io non ho problemi con nessuna lettera, altri sì, altri no, non ci si capisce nulla. Poi col greco ognuno traduce i caratteri greci come vuole, accenti che ognuno ette come vuole, v doppie al posto delle singole e via dicendo... Se non necessario e se non son parole utilizzatissime anche da noi (pathos per dire) meglio optare per la nostra lingua.
  • Discussione Cotola • 24/10/19 13:53
    Consigliere avanzato - 3848 interventi
    Al cinema col titolo Miserere.