Credevo di trovare uomini fascisticamente virilissimi e un‘Italia graniticamente impeccabile, per cui sono stupito. Qui gli uomini si commuovono, pur se sono in divisa, non ci si da mai del Voi e si fanno vedere i treni italiani, in un’Etiopia non pacificata, sanguinosamente assaliti dagli indigeni. Forse la supervisione di Vittorio Mussolini, per quanto paradossale possa parere, permise un tono più realistico, non troppo littorio. Nazzari notevole. Ci sono il fratello di Carlo Romano e il padre di Paolo Ferrari. Montaggio di Giorgio Simonelli.
Un film carico di azione e sentimento, uno dei migliori del periodo. E' scritto (con lo pseudonimo-anagramma) da Vittorio Mussolini, il figlio di Benito, che si firma Tito Silvio Mursino, ma ciononostante non è bieca propaganda di regime. Il dramma di Amedeo Nazzari, pilota e padre non certo fortunato, commuove ancora oggi e la guerra di Etiopia non è certo raccontata come una vicenda troppo gloriosa...
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La scelta del titolo fu di Benito Mussolini. Il Duce in persona scartò altre proposte come "Ali spezzate", "Catene" e "Aquile" giudicandole troppo magniloquenti e retoriche.