Lines: Vertical - Corto (1960)

Dopo Len Lye anche Norman McLaren si avventura nel mondo della pittura su pellicola e lo fa a modo suo. Elimina il concetto di fotogramma e dipinge in lungo per tutta la pellicola nella maniera più semplice ma forse più affascinante: una linea, che si sdoppia in più pezzi si muove e interagisce con le altre fino a formare strane geometrie che a tratti sembrano quasi formare immagini a tre dimensioni, per poi tornare sola sullo schermo; quasi ci si dimentica di essere di fronte semplicemente a un elementare segno grafico, un trip.

Il grande sperimentatore si cimenta con la narrazione astratta di un linea verticale che si moltiplica su uno sfondo a tinta unita cangiante. A parte la tecnica del disegno fatto direttamente sulla pellicola, caratteristica di McLaren, il corto è coinvolgente - anzi: ipnotico - per tutti. Deliziosa (e importante) l'idea che la linea parta dai titoli di testa come segno di confine tra le scritte inglesi e francesi, rivelando così un senso ancor più sottile, che fa riferimento alla rivalità tra anglofoni e francofoni nel Canada bilingue.