Paul Muller, un attore per ogni genereL'arrivo in Italia, raccontato da Paul Muller.
"Io sono europeo.
sono nato per caso in Svizzera, genitori francesi e mi sono sempre sognato l'Europa prima che esistesse.
Sono venuto in Italia perché dovetti fare una commedia di Soave Cru a Parigi.
La troupe del teatro dovette andare in Egitto... non ci andò e fu spostato tutto di due mesi.
Allora venni a Roma e cominciaia a lavorare... a lavorare in Fabiola, con un buonissimo contratto, ma non facevo niente.
Ho fatto un film con Totò (
Totò cerca moglie, n.d.r.).
Si arriva in studio e dicono: "
Si fa in presa diretta".
Mi è preso paura: sbaglia una volta, due, tre o quattro volte.
Bragaglia era nervoso.
A un certo momento Totò dice: "
Io sono stanco. Possiamo fare una pausa?"
Bragaglia: "
Sì, andate al bar."
A un tratto sento: "
Muller! Aspetti!"
Era Totò che era ancora nello studio e mi dice: "
Tu il testo lo sai, c'hai soltanto paura. La presa diretta è una grande bufala, perché credo che non saprebbero nemmeno farla. Dobbiamo fare delle prove.
Vieni qui adesso facciamo la scene tre o quattro volte insieme"
L'abbiamo fatta ed è andata benissimo.
La città si difende è uno dei miei film preferiti.
Verso la fine del film c'era una scena al porto fluviale, di notte; faceva freddo, c'erano quattro banditi intorno.
Ogni volta che provavo ad alzarmi mi buttavano giù: più di 30 volte si è ricominciata la scena... ogni volta mi buttavano giù.
Non ce la facevo più.
Ho detto a Germi: "
Io non la giro più!"
Ci siamo detti un sacco di parolacce, abbiamo litigato.
Alla fine l'abbiamo fatta.
Il direttore di produzione mi ha portato verso la macchina.
Germi mi chiama: "
Muller, stasera non vai con l'autista, ti porto io a casa."
Fonte:
Stracult light / 3 agosto 2009
Sotto: un giovanissimo Muller ne
La città si difende